Notizie e immagini dalla Roccia 2001

 Indice

15 marzo 2001

Betancourt, il sacerdote carismatico fra i devoti della Roccia

25 marzo 2001

Consacrate al Signore per un cammino di evangelizzazione

11 maggio 2001

Con Cristo fuori dalle tenebre

23 giugno 2001

Omaggio alla Regina della Pace

29 luglio 2001

7000 in preghiera per fermare la lava dell'Etna

15 marzo 2001 - Betancourt, il sacerdote carismatico fra i devoti della Roccia.

"Sono il vagabondo di Dio e la Madonna oggi mi ha portato qui a pregare per tutte le intenzioni di chi ha bisogno di guarire dai mali dello spirito e del corpo".
Così esordisce padre Dario Betancourt, il noto sacerdote carismatico di origine colombiana che la mattina del 15 marzo, attorniato da un gruppo di sacerdoti, (mons. Grasso, padre Vassallo, padre Balistreri, padre Incognito, padre Di Prima) ha presieduto la Celebrazione Eucaristica al santuario della Madonna della Roccia di Belpasso.
La sua fama, naturalmente, ha richiamato da tutta la provincia migliaia di persone, in particolare ammalati, che sperano nella guarigione; ma lui ci tiene a precisare che tutte le messe sono di guarigione, perché è Gesù a guarire. "La mia è solo la preghiera per gli ammalati: durante questa preghiera accade che alcune persone guariscono da infermità, basta avere fede e pregare".
E di preghiera padre Dario ne ha fatta fare tanta, prima e durante la Santa Messa, accompagnata, come è nel suo stile, da una gestualità tutta particolare. L'importanza della comunione con Dio per sconfiggere il peccato e guarire dai mali dello spirito e del corpo è stata al centro della sua omelia, seguita con viva attenzione dall'assemblea che attendeva con trepidazione quei "prodigi" che solitamente accompagnano le Celebrazioni in giro per il mondo di padre Bentacourt, segni che a quanto pare non sono mancati.
Enrico Carnazza, 43 anni, di Catania, aveva la schiena bloccata a causa di un incidente con il camion, durante la preghiera ha sentito un grande calore e ha testimoniato la sua guarigione, così pure Salvatore Simetrico di Catania, 41 anni, che stentava a camminare, ha ripreso a muoversi con scioltezza. Tre coppie di sposi senza figli, secondo quanto ha affermato il carismatico, entro la fine del 2002 saranno allietati dalla nascita di un figlio, mentre un'altra signora di Belpasso sarebbe guarita da un tumore alla bocca. Una giornata, quindi, intensa, ricca di emozioni come tutti si aspettavano. Soddisfatto per l'incontro è stato il rettore del santuario, mons. Angelo Grasso: "Suggestiva e partecipata è stata la Celebrazione Eucaristica presieduta da padre Dario. Durante questa celebrazione -ha detto tra l'altro -ho sentito forte la presenza del Signore, operatore di prodigi. Mi sembra significativo che questo incontro si sia svolto nel nuovo Santuario, luogo di spiritualità mariana sbocciato tra le sciare secolari dell'Etna. È infatti a Maria, la donna provvida che accompagna il cammino dell'uomo, che padre Dario ha affidato la conversione di noi peccatori". Maria Calvagno

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Consacrate al Signore per un cammino di evangelizzazione - 25 marzo 2001

Questa giornata del 25 marzo va scritta con particolare rilievo nella storia del Santuario della Madonna della Roccia: quattro suore della famiglia delle "Ancillae Domini" hanno emesso pubblicamente i loro voti di obbedienza, castità e povertà.
Le suore biancovestite erano raggianti di gioia e si sono consacrate al Signore con grande amore e generosità per un cammino di evangelizzazione e di servizio verso i poveri.
La S. Messa, presieduta dall'Arcivescovo Metropolita di Catania Mons. Luigi Bommarito, e concelebrata dal rettore del Santuario Don Angelo Grasso e dai parroci di Nicolosi ha avuto come preparazione la recita del S. Rosario con riflessioni e canti appropriati alla solenne circostanza.
All'inizio della celebrazione l'Arcivescovo ha ringraziato i presenti -circa 2000 -e in modo particolare il sindaco della città di Nicolosi, Salvatore Moschetto, presente con alcuni assessori della sua Giunta. Mettendo, poi, in risalto il significato profondo di questa donazione delle "Ancillae Domini" (questo il nome delle quattro sorelle che si sono consacrate al Signore: Veronica, Maria Laura, Maria Assunta, Maria Grazia), Mons. Bommarito ha poi esortato le sorelle a seguire sempre l'esempio di Maria Regina della Pace, perché Lei è stata la prima discepola di Gesù e noi dobbiamo sforzarci di seguire le tre vie che ci indica: la via della luce, la via della croce e la via della bellezza, Quando 1'umanità si allontana da Dio allora le cose si mettono male e sciocchi sono quelli che pensano di voltare le spalle a Dio, calpestando i suoi insegnamenti e le sue sante leggi.
Dall'omelia:
"Care sorelle, con il vostro carisma di evangelizzazione troverete un luogo privilegiato in questo Santuario e con l'aiuto della Madonna della Roccia porterete tante anime a Gesù e alla pratica del suo Vangelo. Grazie per tutto quello che farete e realizzerete in questo Santuario.
Ed ora voglio dare una benedizione speciale a tutti i bambini presenti, li invito a venire davanti all'altare e insieme benedirò anche tutti gli anziani e i malati.
Cari bambini, voi siete una realtà meravigliosa oggi e anche per il domani; vi auguro di crescere sempre in una famiglia unita, concorde illuminata dalla fede e riscaldata dall'amore di Gesù: una benedizione speciale poi ai vostri papà e alle vostre mamme e spero che tutte le vostre famiglie si consacrino al Cuore Immacolato di Maria.
Questa è una grande grazia che aiuta le famiglie a restare unite e concordi nella fede, nella speranza e nella carità di Cristo
".
Terminata l'omelia l'Arcivescovo ha impartito a tutti i presenti una solenne benedizione raccomandando infine di visitare il museo della Diocesi presso il Duomo: "Sarà per tutti un bagno di cultura, di storia e di liturgia".
Prima che si sciogliesse l'assemblea il Sindaco di Nicolosi ha ringraziato l'Arcivescovo e i rev.di Parroci di Nicolosi in particolare P. Fatuzzo assistente spirituale delle Ancillae Domini, il rettore del Santuario P. Angelo Grasso e i rev.di Presbiteri. Si è inoltre compiaciuto la per la grande rappresentanza della sua città e ha infine ringraziato le rev.de suore "Ancillae Domini" per la loro carità encomiabile verso la popolazione bisognosa e inferma. M. C.

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11 maggio 2001 Con Cristo fuori dalle tenebre

Il tempo si presenta incerto fin dal mattino; il cielo è coperto e cade una pioggerellina che non fa ben sperare, ma tutti confidano nella protezione della Vergine Maria, e la recita del S. Rosario inizia regolarmente sotto gli ombrelli.
È una preghiera sofferta, sotto la pioggia e il vento, ma il rettore don Angelo Grasso incoraggia a continuare, mentre fa predisporre altre sedie nella grande spianata. La pioggia intanto cessa e più tardi farà capolino anche un po' di sole.
Finita la recita del S. Rosario i pellegrini, sempre più numerosi, si spostano verso l'altare preparato a fianco del tempietto; accanto alla mensa eucaristica è posto un grande quadro coperto da un telo che ricopre la Madonna della Roccia, dono di un devoto di .Nicolosi. All'inizio della S. Messa viene svelato e benedetto dal Rettore e tutti possono contemplarlo in tutto il suo splendore. C'è tanta commozione e i presenti battono le mani gridando: Viva Maria! Ha quindi inizio la S. Messa presieduta da Don Angelo e concelebrata da cinque sacerdoti che guidano rispettivamente i gruppi di pellegrini provenienti da Castellammare del Golfo, Randazzo, Castelvetrano, Palermo e Messina.
"Tutti uniti attorno alla mensa del Signore, guidati da Maria rinnoviamo ancora una volta la nostra richiesta di pace" -esordisce il Celebrante iniziando il Sacrificio Eucaristico, che viene seguito con una viva e intensa partecipazione.
Durante l'omelia pone poi l'accento in maniera particolare sulle pratiche che il cristiano deve esercitare per la propria conversione: "Tre sono gli strumenti privilegiati che la Vergine Maria ci ha chiesto per la nostra salvezza: la preghiera, la penitenza e la conversione.
Per divenire uomini di preghiera ci vuole l'offerta di noi stessi, offerta di ciò che si vive, di ciò che si crede, offerta di ogni giorno della nostra vita. La preghiera ci deve portare al ringraziamento per tutte le grazie ricevute: imitiamo Maria che riconosce in sé l'onnipotenza di Dio, perché ha chinato su di Lei il suo sguardo, realizzando in lei cose grandi! Anche noi dobbiamo scoprire le grandi grazie che abbiamo ricevuto da Dio. La penitenza è l'altro strumento che la Vergine Santa ha chiesto qui alla Roccia. Questa parola sembra scomparsa dal vocabolario cristiano. La penitenza è un'arma potente contro il male e ci permette di vivere ogni momento della nostra vita alla presenza di Dio. Senza questa virtù non ha più senso la sofferenza, non ha più senso la malattia, non ha più senso la vita. È scomparso il valore potente della penitenza, ma ricordiamo che non nasce da un sentimento personalistico, ma dal Cuore di Gesù, trafitto sulla Croce.
La Vergine Maria è vissuta sempre alla presenza di Dio, perché ha saputo accettare tutto dalle mani di Dio e attraverso quella Croce benedetta è diventata nostra madre. Penitenza significa dunque saper rinunciare a ciò che il tempo presente ci offre di esagerato e peccaminoso; penitenza vuol dire saper tenere la bocca chiusa, specialmente quando questa bocca diventa strumento del maligno. La nostra bocca è chiamata a magnificare e lodare il Signore, nostro creatore. Spesso questa bocca che dovrebbe essere strumento di unione, diventa con facilità motivo di discordia; penitenza significa saper cadere nelle mani del Padre e abbandonarsi totalmente a Lui. Solo se entriamo in questa dimensione possiamo chiedere la pace del mondo. Se entriamo in questa dimensione la Vergine Maria ci assicura la sua intercessione presso il Padre, perché in ogni famiglia regni la pace. Riflettiamo che senza pace la malattia diventa un disastro, un momento di difficoltà può portare la morte, mentre con la pace tutto acquista sapore e sicurezza. Dunque: Penitenza, Preghiera, Conversione. Dobbiamo cambiare rotta, andare verso Dio, con l'aiuto della Vergine Maria, non da soli! Dobbiamo accogliere Dio nel nostro cuore, allora amare diventerà una cosa semplice, naturale. Non è naturale il peccato, ma è naturale l'amore.
Chi dice di amare Dio e non ama il prossimo non può dirsi cristiano. "Un popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce". Per noi la grande luce è venuta attraverso la Vergine Maria. Gesù ci ripete: "lo sono la luce del mondo" Se ancora siamo nelle tenebre è perché non abbiamo accolto il dono della Vergine. Maria che ci dona Gesù. Amen, cosi sia!"
Al momento dell'offertorio 16 famiglie di S. Stefano Quisquina, sono state chiamate dal Rettore per offrire la loro consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.
Rosario Toscano, a nome di tutti, pronuncia a voce alta e vibrata, la consacrazione.
È un momento solenne e il celebrante P. Angelo rivolge un augurio è ai nuovi consacrati perché Maria sia accolta come la Regina della Pace nelle loro Famiglie.

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23 giugno 2001 - Omaggio alla Regina della Pace.

Migliaia di pellegrini sono giunti il 23 giugno a Belpasso da tutte le province della Sicilia per venerare il simulacro della Regina della Pace, portato per la prima volta in processione per le vie principali del paese fino alla "roccia" durante l'annuale cammino di fede.
La manifestazione, anticipata di due giorni, è coincisa con la memoria del Cuore Immacolato di Maria, cui è dedicato il Santuario sulla Roccia ed è stata preceduta la sera di venerdì da un momento significativo che ha coinvolto la comunità parrocchiale S. Antonio Abate.
Il simulacro, rimosso dalla roccia dove è stato collocato il 1° Maggio dello scorso anno, è stato consegnato al parroco, P. Alfio Privitera, e, accompagnato da un folto gruppo di fedeli, portato in processione al Campo Fiera. Da qui i fedeli hanno proseguito a piedi fino al sagrato della chiesa S. Antonio Abate dove ha avuto luogo la Celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Francesco Mio, parroco della Chiesa Madre.
Per i pellegrini provenienti da fuori, per le associazioni e le confraternite l'appuntamento è stato sabato alle ore 17 nel piazzale antistante la chiesa S. Antonio, da dove la processione preceduta dal simulacro della Regina della Pace, adornato di fiori bianchi e portato a spalla con tanto spirito di devozione e sacrificio, si è avviata lungo la via Roma, la XIX Traversa, la via V. Emanuele III fra lo scampanio festoso delle quattro chiese parrocchiali -Chiesa Madre, Cristo Re, S. Giuseppe e S. Maria della Guardia -le cui comunità hanno reso un omaggio floreale alla Madonna durante la breve sosta prevista dal programma.
In piazza Stella Aragona altri gruppi di pellegrini si sono uniti alla processione, e il lungo cordone umano fra canti e lodi a Maria ha imboccato la via Don Bosco, proseguendo per il Viale Regina Pacis fmo al Santuario. All'imbrunire, l'arrivo alla Roccia di questo devotissimo popolo di fedeli, fra cui tanti anche a piedi scalzi, noncuranti delle difficoltà incontrate lungo il cammino, è stato spettacolare e suggestivo, con momenti di commozione sostenuti dalla preghiera. La S.Messa, celebrata dal rettore del Santuario, don Angelo Grasso, ha concluso questa manifestazione mariana di forte intensità religiosa nel luogo dove da anni una moltitudine di credenti si ritrova nella fede in Cristo, nella devozione filiale a Maria, e nell'ascolto della Parola di Dio.
L'omelia del celebrante ha catalizzato, infatti, l' attenzione del gran numero di fedeli presenti, che in composto silenzio sono rimasti fino alla fine della Celebrazione nella spianata antistante il tempietto.
"Sono trascorsi 15 anni da quando la Madonna ha trasformato questo luogo brullo e arido in un luogo sacro, -ha esordito Don Angelo- e dopo tanti anni si mostra a noi fonte di comunione e d'amore. Sono passati tre lustri da quando su questa Roccia benedetta la povertà umana si è incontrata con l'amore vibrante, affascinante, rinnovatore di Maria che palpita per ciascuno di noi, e abbiamo capito che se non ci muoviamo dalla nostra miseria verso la misericordia, siamo proprio niente.
Questa sera Maria ci chiede di non fermarci mai, di essere in continuo movimento di conversione: dal suo Cuore di Madre al cuore di Gesù.
Oggi ci ha radunati insieme perche vuole invitarci ad una crescita nell'operosità, nell'amore per il prossimo; qui alla Roccia ci ha chiesto con insistenza la penitenza che sembra ormai superata in questa corsa frenetica verso il benessere. È necessario invece rinunziare a tutto ciò che non possiamo avere nell'immediato.
Certamente la penitenza non si esaurisce con i piccoli fioretti di ogni giorno, ma è qualche cosa di molto più grande: una vita da accettare, da sopportare, da accogliere, ripetendo: "Sia fatta la volontà di Dio!"
La penitenza è dono di Dio, è un dono benedetto, quando si è capaci di fare della propria vita un'offerta gradita al Signore. Vivere ogni momento della giornata come offerta a Dio, a Colui che della vita ne è il donatore. La penitenza è quella via veloce, spedita, dinamica, meravigliosa che ci spalanca le porte di una visione ai grandi raggi d'amore. Maria ci chiede ancora questa sera, un'altra risposta d' amore: la preghiera.
Quante volte qui Maria ha chiesto di pregare, sembra un ritornello che ci invita ad una vita fatta di preghiera e ci raccomanda il Rosario e qui ce lo chiede in modo tutto particolare: ci chiede di pregare costantemente, cioè senza stancarci: è la preghiera di Gesù: "Pregate e vegliate, per non cadere in tentazione" e Maria ci invita a pregare perche ciò significa vivere.
La preghiera deve essere: costante, comunitaria, comunionale. Abbiamo bisogno di appropriarci di quest'altra dimensione: la preghiera, della Chiesa.
Allora sperimenteremo, attraverso il dinamismo di questa triplice dimensione, l'amore per gli altri e anche per i peccatori. Ricordiamo che il peccatore va amato, ma il peccato va debellato. Gesù è venuto per coloro che sono piagati dal peccato, perche siano risanati. Questa sera Gesù attraverso il Cuore di Maria nel passare in mezzo a noi ci risana dalle ferite del peccato, salva e converte i peccatori.
Lodiamo dunque e ringraziamo il Signore per il dono di questo cammino di fede, per il cammino di questa assemblea, per i frutti di questi tre lustri, per quanti sono passati alI'ombra di questa Roccia d' amore".

Maria Calvagno

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29 luglio 2001 - Roccia di Belpasso - La preghiera di S.E. Mons. Bommarito per fermare la lava
CATANIA - Alle 18, nel santuario della Madonna della Roccia di Belpasso, l'arcivescovo di Catania, Luigi Bommarito, ha celebrato una messa per fermare la lava davanti 6-7000 fedeli carismatici provenienti dalla Sicilia orientale e occidentale.
"
Benedico la montagna e invoco la Misericordia di Dio su queste bocche perché si chiudano". E' stata questa la preghiera per fermare la lava, pronunciata dall'arcivescovo di Catania, Luigi Bommarito, durante la messa celebrata davanti ai fedeli nel Santuario della Madonna della Roccia a Belpasso ai piedi dell'Etna. Il santuario è stato costruito negli anni scorsi sul luogo dove è apparsa la Madonna e si erge davanti al vulcano.
"Un posto di preghiera e di conversione - ha aggiunto Bommarito - dove la gente prega anche di notte". "Più calda sarà la nostra preghiera - ha osservato - più fredda sarà la lava dell'Etna". Ad ascoltarlo in silenzio famiglie venute da ogni parte della Sicilia. "Dobbiamo essere fiduciosi nella Madonna - ha invitato - perché essendo madre, saprà piegare il cuore di Cristo alle esigenze, alle trepidazioni, alle lacrime, alle preoccupazioni delle popolazioni che sono adagiate attorno al vulcano".

Brano tratto da LASICILIAWEB

Bommarito chiede il miracolo: "Lava, fermati"
BELPASSO – Provate a restare indifferenti davanti a ottomila persone che pregano in una spianata di lava al santuario della Madonna della Roccia, provate a restare indifferenti davanti a questi ottomila fedeli che in ginocchio cantano "mira il tuo popolo, o bella Signora", provate a non commuovervi quando sentite le invocazioni a Dio e dando una sguardo alla montagna vedete la lava che scende e alza alte colonne di fumo come se volesse precipitare a valle e distruggere tutto. Mettete a confronto la fede di questa gente e l'ira della montagna, anch'essa espressione maestosa del Creato, e ne trarrete un sentimento alto.
Che sensazione strana di folla in preghiera, di rito, di incenso, di forte carisma collettivo, e l'Etna che sembra alle porte, vicina e pressante, minaccia incombente sugli uomini e sulle cose.
Ci sono giovani donne vestite con l'abito delle fedeli di Maria Santissima, crocerossine, ragazze della Protezione civile, altre vestite di bianco che cantano al suono di un'orchestra, anch'essa di carismatici, venuta da Palermo.
Ci sono suore vestite di nero e altre di bianco, paralitici, bambini down, ciechi, uomini con le stampelle, sono venuti perché nel gruppo dei "maranà-tha" maltesi, carismatici anch'essi, c'è un giovane medico, John Bonnici Mallia, che ogni tanto fa miracoli. E' basso e magro, scattante e dal volto gioioso. "Non sono io che faccio miracoli, sono solo un tramite del Signore - dice -, qualcuno può guarire se ha grande fede perché essa smuove le montagne". E dopo la Messa si avvicina ai sofferenti, molti in carrozzella, li tocca, prega con loro, appoggia le loro teste contro la sua, mentre la folla intona "dammi la mano, fratello".
Le 3700 sedie sono tutte esaurite, completi i due enormi posteggi, auto messe in fila sulla strada per chilometri e chilometri. Ci sono anche i sindaci di Belpasso, Saro Spina, con la fascia tricolore, e di Nicolosi, Salvatore Moschetto.
Quando arriva l'arcivescovo Luigi Bommarito con il dorato pastorale in mano, preceduto da dieci sacerdoti, si leva un grande applauso. Bommarito si rivolge alla montagna che incombe sulla folla: "Fermati, o lava - dice con voce alta -, non distruggere quello che Dio ha creato. E tu, Signore, abbi pietà di noi, di questo popolo in preghiera. Dobbiamo essere fiduciosi nella Madonna perché essendo madre potrà piegare il cuore di Cristo alle esigenze, alle trepidazioni, alle lacrime, alle preoccupazioni, delle popolazioni che vivono ai piedi del vulcano. Benedico la montagna e invoco la misericordia di Dio perché queste bocche dell'Etna si chiudano".
Accanto all'altare c'è il Santuario con una grande statua della Madonna poggiata su un blocco di lava. E sopra la cupola celeste una enorme corona dorata. C'è in tutto questo un senso di religiosità profondo che scuote anche gli scettici blu e piega gli spiriti alla devozione.
Quando l'arcivescovo ha terminato di concelebrare la Messa, nel benedire la montagna invita la gente ad alzare in alto i bambini affinchè l'innocenza delle loro anime possa intercedere presso l'Eterno. L'Etna risponde con dei boati terribili, non ascolta preghiere. Eppure è talmente maestosa da indurre anch'essa a pensieri elevati. Forse non è distruttiva come si teme, si sta solo riassettando. E sarebbe anche bello che di fronte a questo miracolo del Creato si realizzasse pure un evento diverso, non religioso, ma laico, oppure se volete laico-religioso, un mirabile spettacolo notturno di luci e suoni, con una grande orchestra, in un piazzale al sicuro sotto la montagna di fuoco come Piano Bottaro. Sarebbe un grande spot per la montagna con tutte le televisioni del mondo pronte a trasmetterlo. E accosterebbe i turisti, invece di cacciarli. L'Etna non deve fare paura, ma dev'essere avvicinata con rispetto e ammirazione, anche con devozione, e consentire a tutti di vedere questo gigantesco miracolo della natura, anche se fuma, borbotta e sprizza lava dai fianchi.

Brano tratto da LASICILIA:IT

Quell’angolo di Belpasso dove apparve la "Signora".
BELPASSO. Anziani soprattutto, ma anche giovanissimi, coppie appena sposate, donne in attesa, famiglie. E tanti ammalati e portatori di handicap.
Si è trasformato per qualche ora in una "piccola Lourdes" il santuario della Madonna della Roccia.
In realtà, ogni primo del mese, la comunità rende onore con la preghiera a questo posto un po' decentrato, dimenticato dai media: un'area ampia, una volta solo "sciara" dell'Etna, oggi asfaltata e con tanto di negozietto di souvenir, che si trova nelle campagne del comune pedemontano, a pochi chilometri dal centro abitato.
Un luogo che piace tanto alla Chiesa catanese, anche perché pare abbia rinnovato tanta devozione e stimolato le vocazioni etnee. La folla colorata dagli ombrellini parasole, dagli scapolari di devozione alla Madonna (quelli verdi di Maria Missionaria o le mantelle di servizio rosse dei "Servi di Cristo vivo") ieri si è formata già parecchie ore prima della celebrazione.
Proprio qui, sopra una roccia oggi protetta da una campana di vetro e sovrastata da una statua della Vergine, apparve la "Signora" ad un giovane belpassese che oggi tutti chiamano semplicemente Rosario, senza ricordarne il cognome. Adesso questa sorta di reliquia è protetta da un gazebo dove campeggia la scritta latina: "Cor immaculatum Mariae Regine Pacis ora pro nobis".
La Madonna apparve per la prima volta l'11 maggio dell'86; in totale Rosario disse di avere visto la Vergine ben 32 volte. L’ultima fu il primo maggio dell'88.
"La Madonna disse a quel giovane "Non vengo più" -racconta padre Filippo Buchheri -ma gli disse anche di non rattristarsi. E in effetti qui da allora sono successe grandi cose. La lava? Quella non uccide. Uccide di più la violenza, la guerra, la cattiveria o la mancanza di fede". R.D.N.

(dal Giornale di Sicilia del 30 luglio 2001)

Cinquemila in preghiera si rivolgono a Dio affinché fermi l’Etna.
BELPASSO. Cinquemila persone accorse per pregare. Cinquemila credenti arrivati per lo più dai paesi ai piedi dell'Etna, ma anche da tante parti dell'Isola, che ieri pomeriggio hanno invocato Dio per fermare la lava. Un vero e proprio fiume di gente, una folla silenziosa ed ordinatissima, che si è riversata tra le 17 e le 18,30 nel santuario della Madonna della roccia di Belpasso, paese che diede ai natali a Nino Martoglio e che oggi ospita il meglio delle industrie dolciarie della Sicilia Orientale.
E’ qui e a Nicolosi che l’Etna colpirà per prima se non fermerà la sua marcia minacciosa.
Su un grande palco, montato ad hoc per l'occasione, sono saliti il vescovo di Catania Luigi Bommarito, il rettore del Santuario padre Angelo, il gruppo di Rinnovamento Carismatico che aveva già fissato un appuntamento con Belpasso prima dell'emergenza Etna e tanti sacerdoti catanesi.
C'erano anche i sindaci Saro Spina e Salvatore Moschetto.
Sotto, la folla. La maggior parte ha trovato posto a sedere grazie agli organizzatori, ma tanti hanno portato le sedie pieghevoli da casa o si sono accontentati di appoggiarsi sulle rocce. Le preghiere sono state quelle semplici, tradizionali. Il Rosario prima di tutto, e tanti pensieri a Maria, la madre che, per i fedeli, può sempre intercedere presso Gesù Cristo.
I momenti di commozione ci sono stati, eccome. Come quando il vescovo ha benedetto la Montagna. Sì, proprio l'Etna. O la "mamma" come molti la chiamano da queste parti.
"Benedico tutti voi, le nostre famiglie -ha detto Bommarito -E benedico questo Etna che ci fa tribolare. Questo fuoco non ha mai fatto male a nessuno; non ha mai fatto tantissimi danni".
E l'Etna risponde con uno dei suoi soliti, spaventosi boati.
Nel corso della lunga cerimonia (durata quasi due ore) di "tuoni" ne ha concessi almeno un centinaio.
E la gente? "Quando i giornali dicono che noi non abbiamo paura mi prende una fitta al cuore -dice Giovanna Marchese, 60anni- lo sono di Belpasso, ho la mia casa qui, i miei figli, i miei nipoti. È vero, di lava non si muore. Ma lasciare le case, il lavoro...". E giù lacrimoni di tensione. Chiara Lo Presti ha 25 anni ed è venuta alla cerimonia col fidanzato. "Lei non ci crederà: ogni sera metto da parte qualcosa. Ieri ho sistemato le mie foto. Se dovessimo abbandonare le nostre case, non potrò avere il tempo di sistemare i miei ricordi. Capisce?".
E poi c'è la memoria storica, che da queste parti, inevitabilmente si mescola alla religione. È lo stesso Bommarito a tirare fuori la a storia che ha segnato queste campagne. "Vorrei avere la fede del mio predecessore. Quando il Beato Cardinale Giuseppe Dusmet secoli e secoli fa decise di pregare Dio, riuscì a fermare la lava. Ci riuscì anche con l'aiuto del velo di S.Agata. Sì, davvero vorrei avere quella fede".
E giù applausi e commozione. Il vulcano però sembra non ascoltare.
Dalle campagne di "Madonna della Roccia" i pennacchi ieri sera sembravano più insolenti che mai.
Giovanni Giannino ha quindici anni; tiene per mano la sorellina. Nell'altra ha un rosario. "Oggi pensavo: non penso mai all'Etna. Ci convivo da quando sono nato e così anche la mia famiglia. Eppure tutto qui attorno è pietra lavica. Questi massi non sono caduti dal cielo. Nel 1669 la lava è passata da qui ed è andata oltre, fino in città. Perché non dovrebbe farlo oggi? Forse perché c'è Internet? Di sera ascolto i boati. Mi fanno tremare il letto. E io prego di più".
E Giovanni annuisce quando il vescovo Bommarito, come sempre ottimista e sorridente, ripete la frase che ha già fatto il giro dei giornali e delle televisioni in questi giorni: "Più calda sarà la nostra invocazione -ha -detto -più fredda sarà la lava dell'Etna".

Rosa Maria Di Natale

(dal Giornale di Sicilia del 30 luglio 2001)

Ottomila voci in preghiera al Santuario Madonna della Roccia per invocare l'aiuto del Signore affinché il pericolo della lava che l'Etna vomitava da oltre un mese minacciando i paesi di Belpasso e Nicolosi fosse allontanato. Le colate laviche qualche giorno dopo il 29 agosto hanno arrestato il loro imprevedibile corso, facendo gridare al miracolo chi aveva pregato con fede assieme all'Arcivescovo metropolita di Catania Mons. Luigi Bommarito.
Lo aveva voluto lui questo grande raduno di fedeli al Santuario della Roccia, luogo privilegiato di preghiera e di incontro con Dio. La manifestazione divulgata dai mass-media ha fatto accorrere sul luogo da tutta la Provincia, intere famiglie con bambini, gente di ogni età e condizione e tanti ammalati richiamati dalla presenza del medico carismatico maltese John Bonnici Mallia; le sue preghiere di guarigione attirano gente ovunque egli va.
Appena arrivato, l'Arcivescovo, seguito da un buon numero di sacerdoti ha invocato l'aiuto di Dio perché l'Etna fumigante non arrecasse più altri danni: "Fermati, o lava -ha esclamato con forza e tanta fede -non distruggere quello che Dio ha creato. E tu, Signore, abbi pietà di noi, di questo popolo in preghiera. Dobbiamo essere fiduciosi nella Madonna, perché essendo Madre potrà piegare il cuore di Cristo alle esigenze, alle trepidazioni, alle lacrime, alle preoccupazioni delle popolazioni che vivono ai piedi del vulcano. Benedico la montagna e invoco la misericordia di Dio perché queste bocche dell'Etna si chiudano".
Dopo questa fervente preghiera, seguita con profonda partecipazione dalla popolazione presente, è iniziata la S. Messa concelebrata dal rettore del Santuario Don Angelo Grasso e da altri sacerdoti. È stata una Celebrazione vissuta fra trepidazione e speranza, con l'Etna, rovente di lava che incombeva sul paesaggio e sull'animo di tutti.
Conclusa la S. Messa, come previsto, il gruppo carismatico maltese dei Maranà Tha si è esibito sul palco, approntato per l'occasione nelle vicinanze del tempietto, con canti e musiche di ispirazione religiosa. È seguita la preghiera di guarigione del dott. Bonnici Mallia, che ha catalizzato l'attenzione dei presenti, fra cui tanti ammalati, ansiosi di guarire dai loro mali.
A conclusione sono stati in molti ad asserire di star bene e di non sentire più i disturbi fisici di cui erano afflitti.
Suggestione o guarigione si sono chiesti in tanti? Ma per chi ha veramente fede in Dio tutto è possibile.

Maria Calvagno

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marzo - aprile 2001

 

1 maggio 2001

S.E. Mons. Bommarito, Arcivescovo Metropolita di Catania

11 maggio 2001


S.Messa


S.Messa


S.Messa


Consacrazione delle Famiglie


Consacrazione delle Famiglie


Canto finale

23 giugno 2001

Tutte le foto sono riprodotte per gentile concessione di

Fot Cav. PELLEGRINO
via Vitt.Emanuele 370
95033 BIANCAVILLA (CT)
cell.3805078488

 

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