V. Maria e il Magistero

 

CAPITOLO VII

 

MARIA NEL MAGISTERO DELLA CHIESA DA PIO IX A GIOVANNI PAOLO II

 

1. Introduzione e magistero mariano fino a Pio IX

2. Pio IX

3. Leone XIII

4. Pio X

5. Benedetto XV

6. Pio XI

7. Pio XII

8. Giovanni XXIII

9. Concilio Ecumenico Vaticano II

10. Paolo VI

11. Giovanni Paolo II

 

1. Introduzione e magistero mariano fino a Pio IX

1.1. Introduzione

Non potendo estendere l'analisi a tutti i documenti dei papi, è stata fatta una scelta secondo i criteri del rilievo dottrinale, dell'importanza per la vita cristiana, del riferimento ai problemi della Chiesa, primi fra tutti il rinnovamento della fede e del culto e l'ecumenismo. Di ogni documento verrà presentata una breve sintesi dottrinale e sottolineata l'importanza per la mariologia. Una caratteristica comune dei documenti mariani presi in esame è l'autorevolezza con cui essi propongono la dottrina, anche quando non si pronunciano ex cathedra come nelle definizioni dogmatiche dell'Immacolata Concezione del 1854 e dell'Assunzione del 1950. Si tratta di un Magistero ordinario che non esita a prendere qualche volta una forma straordinaria come nella proclamazione di Maria Regina ad opera di Pio XII con l'Enciclica Ad coeli Reginam e di Maria Madre della Chiesa ad opera di Paolo VI nel discorso pronunciato al termine della III sessione del Concilio Ecumenico Vaticano II, il 21 novembre 1964. Ma anche fuori di questi casi l'intento dei papi di insegnare autorevolmente traspare da un insieme di note caratterizzanti il loro Magistero, tra cui gli appelli solenni, prolungati ed insistenti al corretto culto di Maria, (Paolo VI, Marialis cultus) il ricorso alle fonti bibliche, patristiche, conciliari per convalidare le loro asserzioni, lo stesso tipo di documento prescelto per esporre il loro insegnamento, quali la forma solenne delle encicliche. (Giovanni Paolo II, Redentoris Mater).

1.2. Il Magistero mariano fino a Pio IX

Vari Concili hanno proposto dottrine riguardanti Maria e confermato la fede della Chiesa. Sono specialmente il Concilio di Nicea (325), di Efeso (431), di Costantinopoli II (553) e del Laterano (649) per quanto riguarda la perpetua verginità e la maternità divina di Maria; il Concilio di Trento (sess. V, 1546) per l'esclusione di Maria dalla necessità di soggiacere alla legge del peccato originale e, sembra, per la sua immunità da qualsiasi colpa.

Tra i pontefici ricordiamo:

- S. Leone Magno (440-461) specialmente nelle sue omelie sul Natale;

- S. Gregorio Magno (590-604) nelle sue omelie;

- Innocenzo III (1198-11216) nei suoi splendidi sermoni e nell'inno Salve mundi spes Maria;

- Bonifacio IX (1389-1404) nella bolla con cui nel 1390 istituisce la festa della Visitazione di Maria;

- Eugenio IV (1431-1447) nelle bolle Exultate Deo e Cantate Domino del 1439;

- Sisto IV (1471-1484) nella Lettera Apostolica del 28 febbraio 1476 Cum praeexcelsa;

- Leone X (1513-1521) nella bolla Pastoris aeterni del 1520;

- Pio V (1566-1572) nella condanna dell'errore di Baio che sosteneva l'assoggettamento di Maria alla legge del peccato e nella bolla Consueverunt Romani Pontifices del 17 settembre 1569, che si può considerare come la carta istitutiva del Rosario;

- Sisto V (1585-1590) nella bolla Dum ineffabilia del 1585;

- Paolo V (1604-1621) nella bolla Immensae bonitatis del 1615;

- Benedetto XIV (1740-1758) nella Lettera Apostolica Gloriosae Dominae del 27 settembre 1748;

- Clemente XIII (1758-1769) nella bolla Quantum ornamenti del 1760;

- Pio VII (1800-1823) nelle bolle In officii debent del 1801, Tanto studio del 1805, Quod divino afflatu del 1806 e Praesentissimum sane del 1830;

- Gregorio XVI (1831-1846) nella bolla Praesentissimum sane del 1832 che ripropone quella di Pio VII.

2. Pio IX (1846 – 1878)

2.1. Documenti mariani di Pio IX

DOCUMENTO

TITOLO

ARGOMENTO

DATA

Lettera Enciclica

UBI PRIMUM

Sull’Immacolata concezione

11/02/1849

Lettera Apostolica

INTER OMNIA

Sui privilegi della S. Casa di Loreto

26/08/1852

Allocuzione

INTER GRAVES

Sulla prossima definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione di Maria

01/1/1854

Lettera apostolica

INEFFABILIS DEUS

Definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione di Maria

08/12/1854

2.2. La lettera apostolica "Ineffabilis Deus"

Questo documento nomina nell'introduzione l'eterna predestinazione di Maria alla maternità divina, alla pienezza della santità e alla esenzione dal peccato originale. A mo' di sintesi viene poi descritta la fede della Chiesa in questo privilegio fin dai più antichi tempi, mentre vengono particolarmente ricordate le benemerenze dei papi: incremento del culto, precisazione del contenuto della festa, proibizione delle dottrine contrarie. Vengono quindi trattati passi biblici che possono offrire accenni al mistero, innanzitutto il Protovangelo. Dall'insegnamento dei Padri viene ricordata l'antitesi Eva-Maria ed infine si costata il consenso della Chiesa attuale, pastori e gregge. La dottrina espressa in forma negativa nella bolla di definizione dogmatica, trova una formulazione positiva nella prima parte della stessa Bolla, quando riferisce l'interpretazione che fecero i santi Padri dei testi scritturistici, soprattutto di Lc 1,28 e delle innumerevoli figure che appaiono nella stessa Scrittura e che la Bolla riferisce a Maria. La definizione dogmatica, con un linguaggio di notevole precisione, risponde alle due questioni che erano state il cavallo di battaglia sin dal primo momento in cui si tematizzò questo problema teologico. Le due questioni erano:

a) Com'è possibile che Maria, creatura umana come tutti, non sia incorsa neppure per un istante nel peccato della razza a cui essa apparteneva in modo stretto e reale?

b) Com'è possibile che essa venisse redenta e salvata prima che Cristo fosse apparso per redimere il mondo?

Alle due questioni la "Ineffabilis Deus" risponde con grande precisione, usando due termini fondamentali:

- previsione e preservazione: a) Tutti gli altri uomini furono, sono e saranno redenti dopo essere caduti nel peccato della razza. Maria, fu preservata affinché non vi cadesse;

- b) Tutti gli uomini sono stati redenti mediante una redenzione liberatrice, cioè mediante una redenzione il cui oggetto è di liberare l'uomo caduto nel peccato. Maria lo fu mediante una redenzione preventiva, cioè mediante una redenzione che impedì che fosse immersa in questa colpa. Questa redenzione si compì anticipatamente: cioè in previsione dei meriti redentori di Cristo Signore Redentore, e in vista della vocazione alla divina maternità a cui era predestinata.

Alla luce della dottrina della "Ineffabilis Deus", si devono precisare alcune nozioni:

1. Parlando di "concezione" di Maria, intendiamo riferirci all'inizio assoluto di una natura umana individuale;

2. Parliamo inoltre di una concezione "passiva": cioè ci riferiamo al momento in cui Maria è concepita da sua madre come creatura umana concreta;

3. Affermiamo che quel primo momento di esistenza realmente "umana" di Maria, benché essa non fosse cosciente, fu già non soltanto un momento di autentica liberazione da qualsiasi forma di peccato, ma, soprattutto, un momento di profonda e radicale "gratificazione" da parte di Dio;

4. Quando parliamo di "peccato originale" intendiamo parlare di una situazione morale negativa di fronte a Dio, una situazione che è in relazione essenziale con il peccato del primo uomo. Tuttavia sappiamo che non si tratta di un peccato personale, ma di un peccato "proprio" di ciascuno dei discendenti del primo uomo: di conseguenza è un vero peccato, che però va inteso in senso analogico e non univoco rispetto al peccato personale.

3. Leone XIII (1878-1903)

3.1. Documenti mariani di Leone XIII

DOCUMENTO

TITOLO

ARGOMENTO

DATA

Lettera Enciclica

SUPREMI APOSTOLATU

Sul Rosario

01/09/1883

Lettera Apostolica

SALUTARIS ILLE

Aggiunta dell’invocazione "Regina sacratissimi rosarii" nelle Litanie Lauretane

24/12/1883

Lettera Enciclica

SUPERIORE ANNO

Sul Rosario

30/08/1884

Lettera Enciclica

OCTOBRI MENSE

Sul rosario

22/09/1891

Lettera Enciclica

MAGNAE DEI MATRIS

Sul rosario

08/09/1892

Lettera Enciclica

LAETITIAE SANCTAE

Sul rosario

08/09/1893

Lettera Enciclica

IUCUNDA SEMPER

Sul rosario

08/09/1894

Lettera Enciclica

AUDITRICEM POPULI

Sulla recita del rosario per la riconciliazione con i fratelli separati

05/09/1895

Lettera Enciclica

FIDENTEM PIUMQUE

Sul rosario

20/09/1896

Lettera Enciclica

AUGUSTISSIME VIRGINIS

Sul rosario

12/09/1897

Lettera Enciclica

DIUTURNI TEMPORIS

Sul rosario

05/09/1898

Lettera Apostolica

PORTA UMANO GENERI

Sulla consacrazione del nuovo tempio del Rosario presso il santuario di Lourdes

08/09/1901

 

3.2. La lettera enciclica "Octobri mense"

L'Enciclica riassume i motivi fondamentali della devozione a Maria e tesse uno splendido elogio del Rosario. Maria merita tutta la nostra fiducia per due motivi. Prima di tutto perché essa è la creatura più potente presso Gesù per la sua maternità e più vicina a noi per la sua bontà. In lei vediamo perciò la naturale intermediaria presso il Figlio. In secondo luogo perché vediamo in Maria la dispensatrice materna di tutte le grazie compito da lei assunto per volontà di Dio a causa della sua cooperazione alla Redenzione, perché diede al mondo Gesù, sorgente della nostra salvezza. Tra le forme di culto a Maria, il Rosario è una tra le più gradite a lei, tra le più efficaci per noi. L'eccellenza del Rosario nasce dalla sua composizione intrinseca, essendo un mirabile intreccio delle verità sui misteri della Redenzione con le preghiere più belle. Se ben praticato, in esso la nostra fede si irrobustisce, la nostra pietà si sente animata a nuovo fervore, la nostra volontà viene eccitata al bene. Ciò spiega il favore che a questa devozione è stato riservato dai fedeli, che vi trovano soccorso nei pericoli più gravi della storia della Chiesa. Mosso da tali ragioni il papa raccomanda vivamente che si ricorra al Rosario con fiducia e perseveranza, unendo alla preghiera la penitenza, per ottenere ogni bene anche alla Chiesa.

 

3.3. La lettera enciclica "Laetitiae sanctae"

Secondo il papa, nel Rosario si può trovare il rimedio ai tre mali principali della società odierna:

- Il primo è l'avversione alla vita umile e modesta che genera disamore per il proprio lavoro, invidia per chi ha maggiori ricchezze, corsa alle città che sono cariche di troppo facili lusinghe e aspirazione ad un'impossibile equiparazione di tutte le classi. La contemplazione del Rosario nei suoi misteri gaudiosi ci insegna a cercare la gioia nel vivere onesto e laborioso, secondo la nostra condizione;

- Il secondo è la ribellione al dolore, che senza la luce della fede è visto come un'ingiustizia o un disordine che si deve e si può eliminare, per far posto a chimerici paradisi terrestri. Meditando i misteri dolorosi del Rosario che mostrano le sofferenze dell'innocente Figlio di Dio, comprendiamo il perché del dolore e riusciamo ad accettarlo dalle mani di Dio rendendolo così una potenza redentrice per noi e per gli altri e fonte di premio;

- Il terzo è la dimenticanza dei beni eterni. A questo rimedia la meditazione dei misteri gloriosi del Rosario che ci fanno intravedere quale vera felicità ci aspetta nell'altra vita. Se il Rosario sarà recitato assiduamente e compreso dai fedeli, porterà consolanti frutti di rinnovamento anche sociale. Per questo il papa lo raccomanda, e incoraggia anche l'istituzione delle confraternite ad esso intitolate.

 

4. Pio X (1903-1914)

 

4.1. Documenti mariani di Pio X

DOCUMENTO

TITOLO

ARGOMENTO

DATA

Lettera Enciclica

AD DIEM ILLUM

Sul 50° anniversario della definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione di Maria

02/02/1904

4.2. La lettera enciclica "Ad diem illum"

Dalla proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione, Pio IX si riprometteva grazie speciali sulla Chiesa cattolica. Ha la Chiesa veramente ricevuto questi benefici? Si. Di questi immensi vantaggi la Chiesa è stata ed è testimone fino ai nostri giorni. A Lourdes ha avuto inizio la serie di innumerevoli benefici ottenuti da Dio per l'intercessione di Maria. Dalle apparizioni di Lourdes il papa prende lo spunto per dimostrare che in Maria abbiamo il mezzo più sicuro per quella restaurazione di ogni cosa in Cristo, che egli ha presentato come programma del suo pontificato. La Vergine, infatti, partecipe e custode dei misteri della fede, in ogni tempo è stata considerata come colei che dopo Gesù, è il più potente baluardo della difesa della fede cristiana. Il papa si ferma quindi a considerare diffusamente i motivi di questa funzione: a) soltanto per mezzo di Maria possiamo conoscere molti misteri della vita di Gesù, che solo a lei potevano essere noti; b) essendo Gesù il capo del corpo mistico, che è la Chiesa, la Vergine è anche la madre dei credenti, e tutti i cristiani sono stati spiritualmente generati da lei; c) Maria offre a Gesù la materia della sua carne, partecipa alla sua passione, lo offre come vittima al Padre, e perciò diventa Mediatrice, tra Dio e gli uomini, delle grazie della redenzione.

Come conseguenza di tale verità, il papa precisa che il cinquantesimo anniversario del dogma dell'Immacolata Concezione deve significare una più perfetta conoscenza di Gesù, in una rinnovata vita spirituale. Il dogma dell'Immacolata poi, mentre insegna a fuggire il peccato, rafforza la nostra fede nella verità del peccato originale e della redenzione, entrambi verità fondamentali della nostra fede. Nella fiducia che le solennità dell'anniversario portino alla Chiesa tanti frutti di grazie a e di vita cristiana, il papa, seguendo l'esempio dei suo predecessori, concede una straordinaria forma di giubileo, da fruire dalla prima domenica di Quaresima sino alla festa del Corpus Domini, quasi in forma di "Anno santo mariano".

 

5.1. Benedetto XV (1914-1922)

5.1. Documenti mariani di Benedetto XV

DOCUMENTO

TITOLO

ARGOMENTO

DATA

Lettera Apostolica

INTER SODALICIA

Sulla cooperazione di Maria alla Redenzione di Cristo

22/03/1918

 

5.2. Le lettera apostolica "Inter sodalicia"

Si tratta di un documento in apparenza minuscolo: una breve lettera rivolta alla romana Confraternita di Nostra Signora della Buona morte in data 22 marzo 1918.
In realtà è molto importante perché il papa, facendo eco al suo predecessore Pio X, si pronuncia per la prima volta nella storia del magistero papale in modo chiaro e si direbbe "formale" in favore della dottrina che sostiene la cooperazione di Maria alla Redenzione di Cristo compiuta sulla Croce, con la sua partecipazione mistica alla immolazione del Figlio per placare la divina giustizia.

Ecco un brano della lettera:

"....Che proprio l'Addolorata venga eletta e invocata come Patrona di una buona morte, corrisponde meravigliosamente alla dottrina cattolica e alla pia tradizione della Chiesa....Perché i Dottori ritengono concordemente che, se la Beatissima Vergine non ha apparentemente avuto partecipazione alcuna alla vita pubblica di Gesù Cristo, e riappare, poi, all'improvviso, sulla via del Calvario e sotto la Croce, ella non vi può essere stata presente senza un disegno divino. Perché così ella soffrì e quasi morì con il Figlio suo sofferente e morente, così rinunciò per la salvezza degli uomini ai suoi diritti di madre su questo Figlio e lo immolò per placare la divina giustizia, sicché si può dire, a ragione, che ella abbia redento con Cristo il genere umano. Evidentemente per questa ragione tutte le diverse grazie del tesoro della redenzione vengono anche distribuite attraverso le mani dell'Addolorata.…".

 

6. Pio XI (1922-1939)

 

6.1. Documenti mariani di Pio XI

DOCUMENTO

TITOLO

ARGOMENTO

DATA

Lettera Enciclica

LUX VERITATIS

Nel XV centenario del concilio di Efeso che proclamò la maternità divina di Maria

25/12/1931

Lettera Enciclica

INGRAVESCENTIBUS MALIS

Sul valore della devozione del rosario

29/09/1937

 

6.2. La lettera enciclica "Lux Veritatis"

Questa Enciclica è scritta dal papa in occasione del XV centenario del Concilio di Efeso, nel quale fu perfezionata la dottrina cristologica e proclamata la maternità divina di Maria.

Pio XI comincia con la rievocazione dello storico avvenimento; spiega l'essenza dell'eresia di Nestorio; descrive la figura e l’opera dei legati di Roma al Concilio; mette in rilievo come fosse palesemente riconosciuto il primato di Pietro, e infine come fosse condannato l'eresiarca.

Illustra poi brevemente il dogma centrale riaffermato nel Concilio: che Cristo, cioè, è nello stesso tempo vero Dio e vero uomo, per la cosiddetta unione ipostatica; rinnova, in nome della famiglia dei credenti, la professione di fede di Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivente" e asserisce che questa fede è conservata pura e integra nell'unica vera Chiesa di Cristo.

Nella terza e ultima parte, quale corollario della dottrina, ricorda la divina maternità di Maria, a cui scioglie un inno filiale; ripete che in Maria, Madre di Dio e Madre nostra, è riposta la speranza dei singoli e di tutta la Chiesa; nel nome e per intercessione di lei auspica l'unità della Chiesa.

 

6.3. Le lettera enciclica "Ingravescentibus malis"

L'Enciclica è scritta e datata da Castelgandolfo, dove il Papa, riavutosi da una grave infermità, ristora le sue forze.

Egli si rivolge a tutti i credenti per dir loro che la Chiesa, come nelle sue passate lotte, così di fronte ai mali ed agli errori dei nostri tempi, fa ricorso al Rosario, che contiene in sé la sorgente di inestimabili beni per i singoli, per la società, per la Chiesa intera.

Ne illustra poi l'intreccio, ne esalta l'eccellenza e ne inculca vivamente la recita, specialmente nell'ambito della famiglia.

Verso la fine accenna alla sua personale infermità e protesta per uno scritto blasfemo contro la Vergine Maria.

7. Pio XII (1939-1958)

7.1. Documenti mariani di Pio XII

DOCUMENTO

TITOLO

ARGOMENTO

DATA

Radiomessaggio

BENEDICITE DEUM

Ai fedeli riuniti a Fatima per il 25° anniversario delle apparizioni e consacrazione del genere umano al Cuore Immacolato di Maria.

31/10/1942

Lettera Enciclica

MYSTICI CORPORIS

La conclusione è una mirabile sintesi della dottrina mariana

29/06/1943

Lettera Enciclica

COMMUNIUM INTERPRETES

Per l’indizione di speciali preghiere alla Vergine nel mese di maggio a favore della pace.

15/04/1945

Lettera Enciclica

DEIPARAE VIRGINIS

Richiesta di parere all’episcopato sulla definibilità del dogma dell’Assunzione

01/05/1946

Lettera Enciclica

MEDIATOR DEI

Sulla mediazione

20/11/1947

Lettera Enciclica

AUSPICIA QUEDAM

Indizione di pubbliche preghiere alla Vergine per ottenere il dono della la pace.

01/05/1948

Costituzione Apostolica

MUNIFICENTISSIMUS DEUS

Definizione dogmatica dell’ Assunzione di Maria al cielo

01/11/1950

Lettera Enciclica

INGRUENTIUM MALORUM

Sulla recita del Rosario nel mese di ottobre

15/09/1951

Lettera Enciclica

FUNGENS CORONA

Indizione dell’Anno mariano in occasione del 1° centenario della definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione

08/09/1953

Lettera Enciclica

AD CAELI REGINAM

Istituzione della festa della regalità di Maria.

11/10/1954

Lettera Enciclica

LE PELERINAGE DE LOURDES

Nel 1° centenario delle apparizioni

02/07/1957

7.2. La costituzione apostolica "Munificentissimus Deus"

 

Il contenuto della Costituzione dogmatica che definisce l'Assunzione di Maria al cielo in anima e corpo come verità rivelata da Dio, si può riassumere così: Dopo una prima parte nella quale si mette in rilievo l'armonia di tutti i privilegi mariani e particolarmente l'intima connessione tra l'Immacolata e l'Assunzione, Pio XII rende conto delle petizioni a favore della definizione e della sua attività durante la consultazione fatta a tutti i vescovi del mondo su questo argomento. Quindi, preso atto del consenso unanime del popolo cristiano circa la morte e l'assunzione di Maria al cielo, presenta la testimonianza della liturgia e dei Santi Padri e Dottori, per poi analizzare il fondamento che la Scrittura può offrire su questo tema. In seguito ritorna sulla linea della testimonianza, rilevando il sentire dei dottori del Medioevo fino a quelli più recenti del XVIII secolo. E dopo aver ricordato di nuovo il fondamento scritturistico e teologico di questa verità mariana, afferma: "Riteniamo giunto il momento prestabilito dalla Provvidenza di Dio per proclamare solennemente questo privilegio di Maria Vergine". Prevedendo, per questo gesto, molti e graditi frutti per tutta la Chiesa e per l'umanità, giunge alle parole della definizione. Il contenuto e le parole definitorie suggeriscono alcune importanti osservazioni:

1. A partire da questo momento si troviamo di fronte ad un dogma di fede e non ad una pia opinione, più o meno plausibile;

2. Siamo di fronte ad una verità rivelata: cioè di fronte a una realtà che non poteva essere conosciuta, come tale, con le sole forze naturali o con la sola luce della ragione. Si tratta inoltre di una verità contenuta nella rivelazione, in una relazione intima ed essenziale con tutto quello che è il messaggio della salvezza;

3. Il documento riconosce che è una rivelazione implicita dato che viene emessa in connessione con altre verità cristologiche e mariane appartenenti al deposito della rivelazione;

4. Esiste una intima connessione tra l'Assunzione e altre verità rivelate come:

- l'incomparabile dignità della maternità divina;

- la misteriosa unione di Maria con Cristo fino al punto che la sua esistenza fu prevista e decretata nel medesimo e unico decreto in cui fu prevista e decretata la presenza del Redentore tra gli uomini;

- la concezione immacolata di Maria come conseguenza della sua pienezza di grazia; la verginità senza macchia della sua divina maternità;

- la sua condizione di generosa socia del divino Redentore, vincitore definitivo del peccato e della morte, che la portò a condividere come nessun altro il trionfo del Figlio Redentore; la sua insigne santità, superiore a quella di tutti gli uomini e gli angeli.

8. Giovanni XXIII (1958-1963)

8.1. Documenti mariani di Giovanni XXIII

DOCUMENTO

TITOLO

ARGOMENTO

DATA

Lettera Enciclica

GRATA RECORDATIO

Invito alla preghiera del Rosario nel mese di ottobre per la pace e il prossimo Concilio Ecumenico.

26/09/1959

Lettera Apostolica

IL RELIGIOSO CONVEGNO

Recita del Rosario nel prossimo mese di ottobre

29/09/1961

Lettera Apostolica

OECUMENICUM CONCILIUM

Recita del Rosario per la riuscita del Concilio Ecumenico

28/04/1962

 

8.2. La lettera enciclica "Grata recordatio"

A un anno dalla sua elezione al sommo pontificato, Giovanni XXIII scrive la sua prima enciclica partendo dai ricordi giovanili sul movimento di devozione mariana suscitato da Leone XIII con le sue Encicliche sul Rosario e, dopo aver accennato ad alcuni avvenimenti ecclesiali dell'anno trascorso e ai problemi agitati nel mondo in quel momento, in ordine ad una pace con giustizia, si rivolge anch'egli all'episcopato, al clero e al popolo cristiano per proclamare la certezza che "Dio è l'unica salvezza e redenzione nostra" e per raccomandare la pratica del Rosario specialmente nell'imminente mese di ottobre. Tra le intenzioni che affida ai fedeli che accoglieranno l'esortazione, c'è anzitutto quella di pregare per "un impegno delle coscienze rette nel promuovere il vero bene dell'umana società", poi vi è il buon esito del Sinodo Romano e la prospettiva ecumenica del Concilio da lui annunciato, dal quale la Chiesa dovrà ricevere tale incremento che sia di invito e incitamento salutare anche per i fratelli e i figli separati dalla Sede Apostolica.

8.3. La lettera apostolica "Il religioso convegno"

Nell'imminenza del mese di ottobre, il papa dirige all'episcopato e ai fedeli dell'orbe cattolico questa lettera nella quale prende lo spunto dal Convegno per la pace da lui indetto e presieduto a Castelgandolfo il 10 settembre 1961 e dalla visita alle catacombe di S. Callisto da lui compiuta pochi giorni dopo, allo scopo di pregare per la pace, per passare alla raccomandazione della recita del Rosario per lo stesso fine.

Il papa, che si è ricollegato all'insegnamento sociale di Leone XIII emanando l'Enciclica Mater et Magistra, ora rammenta le Encicliche sul Rosario di quel pontefice, che in momenti di grave difficoltà per la Chiesa invitava insistentemente il mondo cristiano a ricorrere a Maria.

Sull'esempio di Leone XIII e dei suoi successori, anche Giovanni XXIII vuole esporre e raccomandare il Rosario, del quale esalta le preghiere vocali che lo accompagnano, ma anche e specialmente il triplice elemento che ne costituisce la sostanza: cioè la contemplazione mistica, la riflessione intima, l'intenzione pia che si attuano in ogni "mistero" come davanti a un quadro che riflette nella vita di ognuno la luce degli esempi di Gesù e di Maria. In tale modo il Rosario "in questi suoi elementi, insieme riuniti sulle ali della preghiera vocale" e ad essa intrecciati "come in un richiamo lieve e sostanzioso, diventa una preghiera piena di calore e di fascino spirituale".

Il papa illustra inoltre le varie forme con cui può essere recitato il Rosario, ossia come preghiera privata o come preghiera comunitaria e universale. Non tralascia un ricordo personale sulla restaurata cappella del Rosario nella basilica dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia, per concludere con una invocazione al Rosario di Maria, che è preghiera di pace nei cuori e per tutte le genti umane.

 

9. Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965)

9.1. Principali riferimenti mariani nei documenti del Concilio

DOCUMENTO

TITOLO

RIFERIMENTO

DATA

Costituzione sulla Sacra Liturgia

SACROSANTUM CONCILIUM

n. 103

04/12/1963

Costituzione dogmatica sulla Chiesa

LUMEN GENTIUM

Capitolo VIII: La B. V. Maria madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa (52-69)

21/11/1964

Decreto sull’Ecumenismo

UNITATIS REDINTEGRATIO

nn. 14, 15, 20

21/11/1964

Decreto sul rinnovamento della vita religiosa

PERFECTAE CARITATIS

n. 25

28/10/1965

Decreto sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane

NOSTRA AETATAE

n. 3

28/10/1965

Decreto sull’apostolato dei laici

APOSTOLICAM ACTUOSITATEM

n. 4

18/11/1965

Decreto sul ministero e la vita sacerdotale

PRESBUTERORUM ORDINIS

n. 18

07/12/1965

 

9.2. Il Cap. VIII della Costituzione dogmatica "Lumen Gentium"

Per la prima volta un Concilio Ecumenico ha svolto in modo così ampio, organico e completo la dottrina cattolica su Maria SS., sottolineando la sua relazione con la Chiesa già nella sua collocazione strutturale, ossia come capitolo finale e quasi coronamento della Costituzione dogmatica sulla Chiesa, ma anche nella concezione e nello svolgimento tematico intorno all'idea sintetica espressa dal titolo : La B. Vergine Maria Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa. Sul filo della S. Scrittura e con riferimenti ai testi più significativi della secolare tradizione della Chiesa, il testo presenta all'inizio Maria nel disegno divino della salvezza, espone e svolge poi la dottrina sulla funzione di Maria nell'economia della salvezza, la relazione tra Maria e la Chiesa, il culto che per lei si ha nella Chiesa, e infine le ragioni che ci fanno guardare a Maria come a segno " di certa speranza e di consolazione per il pellegrinante popolo di Dio", secondo la proiezione escatologica della storia della Chiesa.
Vediamo così passare dinanzi al nostro sguardo, come in un nuovo e originale rosario di misteri, i paragrafi dedicati a Maria nell'Antico e nel Nuovo Testamento, e in particolare - quanto al Nuovo Testamento - a Maria nell'Annunciazione, nell'infanzia di Gesù, nella sua passione, morte e resurrezione, e nella vita della Chiesa dopo l'ascensione.

Segue l'approfondimento della relazione tra Maria e la Chiesa come partecipazione all'opera di Cristo mediatore, e quindi sulla sua cooperazione alla Redenzione come svolgimento di una funzione salvifica subordinata a Cristo, sulla sua dignità di modello e tipo della Chiesa, e pertanto sulle virtù di Maria che la Chiesa e i cristiani devono imitare. Per questa sua posizione e funzione nella Chiesa e nella vita cristiana, Maria SS. è degna del culto speciale a lei riservato nella dottrina e nella storia, che il Concilio approva e incoraggia.

Il documento termina con un richiamo conclusivo a Maria come "segno di speranza per il popolo di Dio", comprendente anche i cristiani separati dalla comunione cattolica, specialmente gli orientali, che si mantengono così devoti alla Vergine Madre del Signore e Salvatore. Per una piena unione di tutti, anche dei popoli non ancora cristiani, "in un solo popolo di Dio", il Concilio raccomanda e chiede "insistenti preghiere" a Colei che "con le sue preghiere aiutò le primizie della Chiesa".

 

10. Paolo VI (1963-1978)

10.1. Principali documenti mariani di Paolo VI

DOCUMENTO

TITOLO

DOCUMENTO

DATA

Discorso di chiusura della III sessione del Concilio

 

Il papa proclama Maria SS. Madre della Chiesa

21/11/1964

Lettera Enciclica

CHRISTI MATRI

Sul rosario

15/09/1966

Esortazione

Apostolica

SIGNUM MAGNUM

Nel 50° anniversario della apparizioni di Fatima e sul titolo di Maria "Madre della Chiesa"

13/05/1967

Esortazione

Apostolica

RECURRENS MENSIS OCTOBER

Sul IV centenario dell’istituzione del rosario

07/10/1969

Esortazione

Apostolica

MARIALIS CULTUS

Sul culto della B. Vergine Maria

02/02/1974

 

10.2. L’esortazione apostolica "Signum magnum"

In connessione con il Concilio e con riferimento al magistero mariano dei suoi predecessori, tra i quali specialmente Leone XIII e Pio XII, il papa scrive questa bellissima esortazione apostolica, che sembra preannunciare la "Marialis Cultus". Paolo VI approfondisce due punti della dottrina e della devozione mariana che gli stanno particolarmente a cuore: a) i dati biblici su Maria, ancella del Signore, madre della Chiesa, educatrice dell'umanità redenta, esempio della dedizione al servizio di Dio e dei fratelli; b) il vero senso della devozione a Maria nella dottrina della Chiesa.

10.3. L’esortazione apostolica "Marialis cultus"

Quasi a completamento e sviluppo dell'insegnamento conciliare sul culto di Maria, Paolo VI scrive uno dei più pregevoli documenti del suo pontificato e di tutto il magistero mariano dei pontefici romani. Partendo dal riconoscimento dei primi positivi risultati della riforma conciliare nel campo liturgico, ma anche dalla constatazione dei grandi mutamenti psicologici e socioculturali prodottisi nel mondo contemporaneo, Paolo VI intende riproporre le ragioni e i modi di culto a Maria in maniera adeguata alle esigenze della mentalità e del costume del nostro tempo.

La prima parte del documento tratta del culto alla Vergine Maria nella liturgia restaurata secondo lo spirito e le norme del Concilio, sia nello svolgimento dei vari "tempi" dell'anno, sia nelle particolari celebrazioni in onore di Maria (feste e memorie) universali e particolari. Del contenuto mariano della liturgia, il papa rileva alcuni aspetti e temi interessanti: il riferimento a Maria nelle stesse preci eucaristiche, la ricchezza teologica e spirituale delle preghiere, delle letture, degli inni ecc. sia nel Messale, nel Lezionario, nella Liturgia delle Ore, sia nei nuovi rituali dei Sacramenti. Di qui Paolo VI passa a parlare dell'atteggiamento spirituale con cui la Chiesa celebra e vive i divini misteri avendo come modello Maria, che è la Vergine in ascolto, la Vergine in preghiera, la Vergine Madre, la Vergine offerente in unione perfetta con Cristo; e con la Chiesa nel suo insieme, anche i singoli cristiani sono chiamati all'imitazione di Maria nella pietà, nella vita spirituale, nel culto. Sono pagine bellissime, nelle quali si delinea un piccolo sommario di squisita spiritualità ispirata alla Vergine Maria.

La seconda parte dell'Esortazione, densa di riferimenti al magistero biblico, patristico, conciliare, teologico della tradizione cristiana, dà le ragioni, le norme, le vie per il rinnovamento della pietà mariana. Anzitutto illustra la nota trinitaria, cristologica ed ecclesiale del culto alla Vergine. Poi aggiunge quattro orientamenti per il culto stesso, che deve essere biblico, liturgico, ecumenico, antropologico, in armonia con la migliore tradizione della Chiesa e con le più genuine esigenze della spiritualità odierna. Nella terza parte il papa dà alcune indicazioni circa i pii esercizi dell'Angelus Domini e del Rosario. Di quest'ultimo spiega in modo mirabile i contenuti, le forme, i metodi, allineandosi così con i suoi predecessori che più perspicuamente ne hanno parlato: Leone XIII, Pio XI, Pio XII e Giovanni XXIII.

Nella conclusione il papa sottolinea in sintesi il valore teologico e pastorale del culto mariano.

Uno studio più approfondito sulla "Marialis cultus" sarà fatto nel prossimo capitolo dedicato alla presenza di Maria nella Liturgia della Chiesa.

11. Giovanni Paolo II (1978 - )

11.1. Principali documenti mariani di Giovanni Paolo II

DOCUMENTO

TITOLO

DOCUMENTO

DATA

Lettera Enciclica

REDENTORIS MATER

Sulla presenza della B. V. Maria nella vita della Chiesa in cammino

25/03/1987

 

11.2. La lettera enciclica "Redentoris mater"

Di questa Enciclica, lo stesso Giovanni Paolo II nel discorso rivolto ai pellegrini nella basilica di S. Pietro il 16 marzo 1987, ha detto: "L'ho pensata da tempo, l'ho coltivata a lungo nel cuore..... Questa Enciclica consiste sostanzialmente in una "meditazione" sulla rivelazione del mistero della salvezza, che a Maria è stato comunicato all'alba della Redenzione ed al quale lei è stata chiamata a partecipare e a collaborare in modo del tutto eccezionale e straordinario. È una meditazione che ripercorre e, per certi aspetti, approfondisce il magistero conciliare circa il posto che Maria Santissima occupa nel mistero di Cristo e della Chiesa. Le riflessioni che ne scaturiscono spaziano sull'orizzonte biblico, dai suoi esordi alle simboliche visioni dell'Apocalisse, cariche di mistero, sul mondo che verrà. L'indole cristologica del discorso sviluppato nell'Enciclica, si fonde con la dimensione ecclesiale e con quella mariologica. La Chiesa è il Corpo di Cristo che si protende misticamente nei secoli. Maria di Nazareth ne è la Madre. Madre della Chiesa. Perciò la Chiesa "guarda" Maria attraverso Gesù come "guarda" Gesù attraverso Maria. Questa reciprocità ci consente di approfondire incessantemente, insieme con il patrimonio delle verità credute, l'orbita dell'ubbidienza della fede che contrassegna i passi dell'eccelsa Creatura. Serva del Signore, Madre, discepola, essa è modello, guida e sostegno nel cammino del popolo di Dio nelle tappe più incisive".

Fin dall'introduzione il papa presenta Maria al centro dell'economia della salvezza, quasi "stella del mattino" e aurora d'avvento in ordine al natale storico di Cristo e quindi anche al passaggio dal secondo al terzo millennio cristiano, ormai prossimo, nel quale la Chiesa si propone di favorire una rinascita spirituale e religiosa dell'umanità.

Nella prima parte viene delineata da figura di Maria attraverso i testi biblici con tratti eccezionali che lasciano trasparire la profondità del mistero di Maria inserito nel mistero di Cristo.

Nella seconda parte viene riassunta con formula felice la tradizione cristiana e la dottrina cattolica sulla missione di Maria, serva del Signore a servizio di tutti i suoi fratelli bisognosi di redenzione, nella vita della Chiesa e di ogni cristiano, attraverso la sua mediazione materna, alla luce dell'unico mediatore Cristo, la cui mediazione non riceve alcuna integrazione, né alcun supplemento dalla cooperazione ministeriale di Maria. Il senso dell'anno mariano 1987/88 si rileva da queste premesse biblico - teologiche: "desidero far risaltare la speciale presenza della Madre di Dio nel mistero di Cristo e della sua Chiesa", in continuazione con la mariologia conciliare, che il papa ripropone alla lettura e riflessione di tutti come fonte di luce per la dottrina e per la vita.

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