IL TEMPIO DI GERUSALEMME

L’interno del tempio è stato realizzato sulla base dello schema a due locali del tabernacolo che poteva essere spostato e che il tempio avrebbe sostituito. Il tempio di Salomone era strutturato come una "lunga casa" costituita da tre stanze disposte da est ad ovest: un portico profondo 4,5 metri, una navata (il Santo) lunga 18,5 metri e un santuario interno (il Santo dei Santi) lungo 9 metri (1 Re 6,2-3.16-17). Intorno a tutto l’edificio, a eccezione del lato del portico, vi erano tre piani di locali usati come magazzini (1 Re 6, 4-6.8-10).
Il tempio di Salomone nella forma era simile a molti templi siriani e cananei riportati alla luce da scavi nel 20° secolo, per esempio ad Azor, Lachis, tell Tainat e ‘Ain Dara, nella Siria settentrionale. Nessuno di tali edifici era però simmetrico, finemente decorato o ampio come il tempio di Gerusalemme.
Come il tempio di Ezechiele (Ezechiele 40, 17.28), il tempio di Salomone aveva due cortili, uno interno e uno esterno (1 Re 6, 36; 7,12; 2 Re 23,12; 4,9), di cui non conosciamo l’ampiezza. Il cortile interno, il "cortile dei sacerdoti", o "cortile superiore" circondava direttamente il tempio (2 Cronache 4,9; Geremia 36,10). Le porte di entrambi i cortili erano ricoperte di bronzo (2 Cronache 4,9). Il palazzo reale si trovava nel cortile esterno, e probabilmente aveva un passaggio privato che portava al tempio, un passaggio che fu chiuso durante il regno del re Acaz (1 Re 4,9.12; 2 Re 16,18).
Il portico del tempio era profondo 4,5 metri e si estendeva attraverso la facciata del tempio stesso. Quasi certamente era ubicato sul lato orientale del tempio, come nel tempio di Ezechiele (Ezechiele 43,1; 44,1). La navata, o santuario principale, attigua al portico, costituiva il "Santo" (1 Re 6, 17). Al di là di esso vi era il santuario più interno, il Santo dei Santi, che era un cubo perfetto del lato di 9 metri (1 Re 6,20).
L’interno del tempio era decorato con tavole di cedro, ornate con motivi caratteristici della Fenicia, fiori, cherubini e palme (1 Re 6,18.29) e ricoperte d’oro puro (1 Re 6, 20.21). il pavimento era ricoperto di tavole di pino (1 Re 6,15); strette finestre, che si trovavano in alto sulle pareti, al di sopra delle stanze adibite a magazzino, garantivano l’illuminazione all’interno del luogo santo (1 Re 6,4). Il soffitto del tempio era ricoperto con tavole di cedro (1 Re 6,9). Non abbiamo informazioni sul tetto, ma fu probabilmente adottata la tecnica del tempo, che consisteva nel realizzare un’intelaiatura di legno su cui veniva disposto l’intonaco.

Il portico esterno era aperto e non aveva porte. Due battenti provvisti di cardini, che si ripiegavano su se stessi, consentivano l’accesso al tempio. I cardini erano realizzati in legno di pino e decorati in modo analogo ai muri interni (1 Re 6, 33-35). I battenti posti all’ingresso della sala principale erano in legno d’ulivo.
All’interno del Santo, nel quale potevano entrare solo i sacerdoti, e che probabilmente era collocato al centro dell’edificio, si trovava l’altare dell’incenso, realizzato in cedro ricoperto d’oro (1 Re 6, 20.22); Ezechiele 41, 21.22). L’altare dell’incenso era usato per bruciare l’incenso ogni mattina e ogni sera; il fumo dolcemente profumato simboleggiava le preghiere del popolo (Salmo 141, 2).
All’interno di questo luogo vi erano anche dieci candelabri, cinque su ogni lato, e vari strumenti necessari per svolgere le mansioni sacerdotali (1 Re 7, 48-50). Tutti questi oggetti erano d’oro, o ricoperti d’oro. Vi erano poi dieci tavoli con il pane della presenza del Signore, cinque su ogni lato (2 Cronache 4,8). Ogni sabato venivano collocati su questi tavoli dodici pani, preparati appositamente dai leviti con fior di farina e non lievitati (Levitico 24, 5-9; 1 Samuele 21,6).
Fra il Santo e il Santo dei Santi vi era una doppia porta realizzata in legno d’ulivo, decorata con motivi fenici, quali cherubini, palme e fiori e ricoperta d’oro. All’interno di queste porte, a velare il luogo santissimo vi era una tenda di lino, colorata di violetto, di porpora e di cremisi con figure di cherubini (2 Cronache 3,14).
Il Santo dei Santi era un cubo senza finestre alto 9 metri, 4,5 metri in meno dell’altezza complessiva dell’edificio. Vi sono prove archeologiche risalenti al 1° millennio a.C. di un certo numero di templi pagani in cui le scale conducevano ad un santuario interno elevato, e spesso gli studiosi effettuano ricostruzioni del tempio di Gerusalemme seguendo lo stesso stile, collocando il pavimento del Santo dei Santi 4,5 metri al di sopra del pavimento del Santo.
All’interno del Santo dei Santi, oscurato, si trovavano due cherubini posti alla sua guardia, ognuno alto 5 metri, realizzati in legno di ulivo ricoperto con 20 tonnellate di oro puro (1 Re 6,23-28; 2 Cronache 3, 1-17). Le ali dei cherubini misuravano 2,5 metri di larghezza e dunque la distanza dalla punta di un’ala all’altra era di 5 metri (1 Re 6,15-28). Gli archeologi suppongono che questi cherubini fossero probabilmente simili alle sfingi egizie, leoni alati con testa umana.
Nel tempio di Salomone, l’arca dell’alleanza era collocata sotto e tra i cherubini, suoi simbolici protettori. L’arca, il solo elemento importante rimasto del tabernacolo di Mosè, conteneva ancora le tavole della Legge; il contenitore con la manna e il bastone di Aronne erano invece scomparsi (1 Re 8,9). Le aste per trasportarla furono tolte, perché era arrivata nella sede definitiva.
Il luogo santissimo era il posto della terra in cui Dio incontrava gli uomini. Dio era immerso nell’oscurità, isolato dalla vista di ogni persona che non fosse autorizzata (Salmo 97,2).

Immediatamente fuori del tempio, su ogni lato del portico, si trovavano due colonne di bronzo fuso (1 Re 7, 15-20; 2 Cronache 3, 15-17), alte 9 metri, della circonferenza di 6 metri e del diametro di 1,9 metri, con decorazioni a forma di catene intrecciate e melagrane. Geremia scrive che le colonne erano così massicce che i Babilonesi dovettero spezzarle prima di portarle a Babilonia (Geremia 52,17.21-23).
La funzione di queste colonne e il significato dei loro nomi (Iachin e Boaz) sono incerti. Questi nomi potrebbero derivare dalle prime lettere dei versi scritti su di esse, per esempio "il Signore stabilirà il tuo trono per sempre" e "nella forza del Signore il re si rallegrerà". Tradizionalmente il re d’Israele stava "accanto alla colonna" in occasioni importanti (2 Re 1,14; 23,3): ciò suggerisce che le colonne significassero che la dinastia di Davide, sotto la protezione di Dio, sarebbe durata quanto il tempio.
L’altare di bronzo dei sacrifici non è menzionato nella Bibbia fino al resoconto della festa della dedicazione del tempio (1 Re 8,22.54.64; 9,25). Si trovava nel cortile interno e misurava 9 metri di lato ed era alto 4,5 metri, presumibilmente aveva gradini per consentire ai sacerdoti di accedervi. Questo enorme altare fu probabilmente realizzato in parti presso una fonderia nella valle del Giordano (2 Cronache 4,17.18) e poi trasportato nel tempio per esservi assemblato.
Uno fra gli oggetti più impressionanti che si trovavano fuori del tempio era il "bacino di metallo fuso", un enorme serbatoio cilindrico di bronzo dello spessore di circa 10 centimetri, alto 2,25 metri e del diametro di 4,5 metri, che si trovava nella zona a sud del cortile interno, di fronte al grande altare di bronzo (1 Re 7, 23-26). Il bordo del bacino splendeva e sotto di esso si trovavano due file di decorazioni che rappresentavano zucche o melagrane (2 Cronache 4, 2-5).
Questo enorme serbatoio era appoggiato su dodici buoi di bronzo, tre per ogni lato, e aveva una capacità di circa 40.000 litri d’acqua. Il mare di bronzo era usato dai sacerdoti per le abluzioni rituali (2 Cronache 4,6).
Chiram, l’artigiano che lavorava i metalli, costruì anche dieci lavabi che potevano essere spostati, cinque a nord e cinque a sud del cortile interno, sistemati parallelamente alle mura laterali del tempio (1 Re 7, 27-39).
I sostegni erano parallelepipedi di bronzo larghi 1,8 metri e alti 1,4 metri, con un bordo superiore di 23 centimetri. Ogni lavabo conteneva circa 850 litri d’acqua, da usare per lavare gli strumenti impiegati per sacrificare gli animali (2 Cronache 4,6). Probabilmente ogni lavabo era sistemato accanto a uno dei dieci tavoli usati per preparare i sacrifici (2 Cronache 4,8).

 

Bibliografia

Peter Pohle & Tim Dowley - Costruiamo il Tempio di Gerusalemme - Ed. ELLEDICI

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