TESTIMONIANZE

  Una guarigione straordinaria

 La mia vocazione passa dalla Roccia di Belpasso

 Comprendere la volontà di Dio nella mia vita

 Katia è guarita!

 Francesco si risveglia dal coma

 Guarita da tumore

 L'abbraccio di Maria

 La grazia della maternità

 Sono guarito grazie alla Madonna di Belpasso

 

Una guarigione straordinaria di S.E. Mons. Andrea Gemma - Vescovo di Isernia - Venafro

Nelle mie visite in Sicilia, e particolarmente alla diocesi di Catania, dove la mia congregazione custodisce e officia il bel santuario di Santa Maria della Consolazione a Paternò, non ho mai mancato di farmi accompagnare alla Roccia di Belpasso dove da anni si onora la Madonna che avrebbe gratificato di una sua apparizione un giovane del luogo.
Mi ha colpito sempre la suggestività di quel sito che la cura dei devoti di anno in anno rende sempre più accogliente. Evidenti ugualmente i piccoli segni di gratitudine lasciati dai fedeli a memoria di qualche grazia ricevuta.
Anche a me, dopo una di queste visite, la Madonna ha dispensato un favore che ritengo segnalare.
Non ricordo più la data precisa. Ricordo invece che ero salito lassù, accompagnato da un cortese amico, poco proprio prima di essere condotto all'aeroporto da dove sarei rientrato a Napoli e quindi ad Isernia, mia sede episcopale.
Ero stato nei giorni precedenti a Paternò a svolgere un corso di predicazione e, forse, ma non ricordo bene, a presiedere la festa annuale. Ricordo che in quel pellegrinaggio alla santa roccia raccomandai alla Vergine santissima il mio amico Pasqualino, adolescente di quattordici anni, che la mamma mi aveva più volte accompagnato in episcopio perché misteriosamente impedito nell'uso delle gambe e delle braccia senza che i medici potessero spiegarne le ragioni. Avevo, com'è naturale, una grande pena per quel ragazzo e quella sera, ricordo, lo raccomandai con fervore insieme a tante altre persone care, alla intercessione della Madonna.
Rientrai ad Isernia in tarda serata.
Il giorno seguente, di buon mattino, mi raggiunse una telefonata. Al di là del filo una voce concitata mi gridava con commozione: "Pasqualino cammina!". Era la sua mamma che mi informava della grazia finalmente ottenuta. Io la ragguagliai che proprio la sera precedente avevo affidato il suo figliolo alla protezione della Madonna di Belpasso.
Ringraziammo insieme la Regina del cielo.
Alcune settimane dopo ci ritrovammo riuniti nel paesino dove la famiglia abita per ringraziare il Signore e la sua Madre Santa. Ho potuto vedere di persona quel ragazzo correre liberamente con i suoi compagni, quello stesso che settimane prima trasportavano nel mio episcopio su una sedia sostenuta da quattro persone.

Andrea Gemma,Vescovo di Isernia - Venafro

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La mia vocazione passa dalla Roccia di Belpasso (del seminarista Salvatore Cucé)

Nel delineare semplicemente il cammino della mia vocazione, ringrazio Dio per avermi chiamato, innanzitutto, alla vita. Sin dalla nascita ho inteso il grande dono della vita, e sento di essere vivo quando riesco ad amare Dio amando i miei fratelli, soprattutto quelli che si trovano in particolari situazioni di sofferenza. Ringrazio Dio, inoltre, per aver posto lungo il mio cammino mio padre, mia madre, le mie due sorelle, i nonni, gli amici, il parroco e la mia guida spirituale.
Osservo continuamente la mia vita, e la paragono ad una finestra aperta all'amore, quello vero!
Da adolescente ho cominciato ad interrogarmi su cosa volesse Dio da me. Mi sentivo alla ricerca di qualcosa d'importante, anche se non trovavo una risposta. Camminando dentro la mia parrocchia e nella diocesi di Catania, ho scoperto di avere tanto da donare agli altri, anche se, a causa della mia timidezza, mi bloccavo soffrendo amaramente.
Gesù mi ha amato a tal punto da offrirmi la guida spirituale di Mons. Alfio Salemi, il mio parroco, e di padre Pio Guidolin, il mio padre spirituale: attraverso questi suoi ministri Dio mi indicava la strada per divenire suo apostolo.
Ritiri, campi di formazione e veglie settimanali hanno arricchito il mio spirito accrescendo la mia voglia di pregare e di ascoltare la voce di Dio. Ho eliminato ogni timidezza, per donarmi gratuitamente al mio prossimo.
"Tu sei il miliardo di Cristo!", mi disse il cardinale Tonini in un incontro diocesano…..ne sono pienamente d'accordo. Nel mio cammino spirituale, Gesù mi mette alla prova molte volte, facendomi anche soffrire, ma senza mai abbandonarmi. Mi sento amato dalla Vergine Maria, che custodisco gelosamente nel mio cuore: mi indica la via più sicura per raggiungere suo figlio Gesù….una mamma che mi tiene per mano, specie nelle prove più difficili.
La svolta decisiva l'ho avuta partecipando ad un momento di preghiera presso il Seminario Arcivescovile di Catania: mi sono sentito protagonista di quell'orazione. In quel luogo, per me fino a quel momento sconosciuto, ho udito per la prima volta la voce di Dio che rispondeva alle mie domande.
Nel giorno in cui ricorreva il Santo Nome di Maria, ho dichiarato a Dio e alla Chiesa di Catania il mio "Eccomi!"
alla Roccia di Belpasso, luogo di preghiera e di silenzio, ho percepito Maria e la sua scelta di appoggiarsi su di un masso per dialogare con i suoi figli. La sua voce che invita a non dimenticare "il Padre che non dimentica i suoi figli".
Attraverso la Madre dell'Eccomi, ho rivisto Gesù che mi chiamava a seguirlo.
Ho varcato le porte del Seminario Minore. Qui ho rivisto il messaggio di S.Agostino, che entrava nella mia vita: "Che io conosca Me, che io conosca Te". "Conosciti, accettati, superati", sono state le parole che mi hanno aiutato ad essere un seminarista. In Seminario ho trovato, con mia grande felicità, un'altra Famiglia.
Con il sostegno del mio padre spirituale, del mio parroco, dell'intera parrocchia di San Luigi, dei genitori e degli amici, rinnovo costantemente l'offerta di me stesso a Gesù Cristo.

Salvatore Cucé, seminarista

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Comprendere la volontà di Dio nella mia vita (di Maria Savarese)

Da tempo volevo scrivere la mia testimonianza sulle apparizioni della Madonna a Belpasso, ma ho sempre rinviato e solo oggi sono riuscita a scrivere tutto quello che ho tenuto gelosamente nascosto nel mio cuore per diverso tempo.
La storia della mia conversione nasce, infatti, da un momento di intensa carica spirituale vissuta proprio a Belpasso.
Avevo sentito parlare delle apparizioni della "Madonna della Roccia" nel mese di febbraio 1987, il mese successivo mi sono recata laggiù: è stata la prima di una lunga serie di pellegrinaggi che mi hanno portato alla conversione e, quindi, a comprendere la volontà di Dio nella mia vita.
Pian piano ho scoperto Maria e presto ho imparato ad amarla. Lei mi aveva fortemente cercata ed era venuta a chiedermi quell'attenzione che non le avevo mai dato.
Da bambina ero sempre stata attratta dalla figura di Gesù e quasi sconoscevo l'infinita bellezza della Madonna, improvvisamente Lei è entrata nella mia vita e l'ha cambiata totalmente.
Sono sempre stata una credente, ma, come tanti, poco osservante. Mi ritenevo a posto come cristiana fin quando, ascoltando i messaggi della Madonna, ho scoperto la mia totale mancanza di Dio. Da quel momento ho ricevuto da Maria una serie interminabile di grazie. Infatti, grazie a Lei, mi si sono aperti improvvisamente gli occhi del cuore e ho acquistato intelligenza delle cose divine e la mia vita ha cambiato totalmente direzione: la preghiera mi trasformava, sentivo la presenza di Maria e la mia fede si rinvigoriva.
La Vergine Santissima mi ha ottenuto di farmi sperimentare la luce soprannaturale, fonte di gioia infinita, l'amore sensibile del Padre, la percezione della mia nullità e la grande misericordia di Dio.
Grazie a Maria, passo dopo passo, ho scoperto anche la mia vocazione.
Dapprima ho preso parte ad un gruppo di preghiera del Rinnovamento nello Spirito approdato al "Carmelo" e, oggi, faccio parte di una Fraternità dell'Ordine Secolare Carmelitano, chiamata a vivere in intimità filiale e fraterna con la Madre del Signore, nella imitazione di Lei e con la Sua protezione.
Pian piano, proseguendo in questo cammino, a posteriori, mi sono resa conto che Maria mi stava lentamente preparando a qualcosa di forte, ad una grande prova, ad una conferma della mia fede, ad un'offerta totale della mia volontà alla Volontà di Dio, senza negarmi mai il Suo conforto di Madre.
Grazie a Maria, infatti, ho vissuto con coraggio il dolore più grande della mia vita: la perdita della mia amata e cara figlia, avvenuta per la grave imperizia di un medico irresponsabile che l'aveva in "cura". Se non avessi conosciuto l'amore di Dio, tramite la Vergine Santissima, in questa tragica storia, ci sarebbero stati tutti gli ingredienti per cedere alla disperazione e impazzire di dolore. Lei non lo ha permesso e mi ha sostenuta sino all'ultimo istante. L'alternativa a questa tragica esperienza sarebbe stata rinchiudersi nel dolore e restarne schiacciata oppure poteva rivelarsi una cosa grande, diventare sorgente di speranza, seme di salvezza, gioia. Gioia di aver aderito alla Volontà del Padre, pur nella mia umana debolezza. Si era pregato tanto per la salute di mia figlia, ma veramente tanto. Vari gruppi di preghiera erano stati coinvolti anche in altre città. Quanti pellegrinaggi alla Roccia…..
Ero certa della guarigione di mia figlia fino all'ultimo istante. Ma quando Letizia, questo è il nome di mia figlia, a 10.000 metri di altezza per un viaggio della speranza, a 7 ore da Miami, Florida, per un disperato trapianto di fegato, ha smesso di vivere, avrei potuto perdere la testa. Mi sono aggrappata a Maria con tutte le mie forze, chiedendole aiuto soprattutto nel rafforzare la mia fede che, in quella occasione, avrei potuto perdere. Dopo un attimo di smarrimento, ho compreso improvvisamente che il Signore aveva operato in mia figlia una guarigione più grande di quella fisica e, come per miracolo, nel mio cuore è scesa la pace.
Negli ultimi giorni della sua malattia il Signore, infatti, l'aveva fatta maturare per il cielo e, ritenendola pronta, l'ha portata con sé in Paradiso.
Con la forza della fede ho compreso che tutto concorre al bene anche nelle circostanze più tragiche della vita perché Dio è Amore. E' stato necessario per me arrivare ad inginocchiarmi ai piedi della Croce di Maria per comprendere come il dolore diventi moneta preziosa per il riscatto della nostra vita e come può diventare altrettanto motivo di lode, il considerare che dopo la morte c'è la vita che non finisce più, la vita che Gesù ci ha guadagnato con il suo sacrificio.
" La vita non è tolta, ma trasformata!".
Mia figlia vive assorbita nell'incanto di Dio, nella Sua sconfinata bellezza e nessuno potrà più farle del male. Questa certezza, oltre a darmi pace, oggi mi fa sentire gioia, quella gioia cristiana che è la gioia più difficile da comprendere, ma è quella che dà più gioia. Ringrazio Maria Santissima per avermi fatto ottenere da Dio la pace e la serenità interiore. Per me questo è stato il miracolo più grande!
In ogni momento so che ho l'opportunità di rivolgermi a Lei, nostra Madre Meravigliosa, e fare affidamento sul Suo amore, sulla Sua protezione e sulla sua intercessione.
Ho voluto dare questa testimonianza sia per dare gloria a Dio, tramite Maria, ma anche perché molti, attraverso questa mia esperienza, possano trarne beneficio.

Maria Savarese

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Katia è guarita! (di Mons. Fausto Rossi)

Katia Leotta di Acireale all'epoca dei fatti è una graziosa ragazzina di dieci anni, la cui storia è raccontata dai genitori Salvatore e Concetta.

"Ricoverata d'urgenza in un ospedale di Catania, nel maggio del 1985 per sindrome di ipertensione endocranica, la piccola allora venne sottoposta ad un intervento di derivazione biventricoloperitonale.
Tale intervento le procurò la formazione di un ematoma che le venne successivamente asportato. A Milano, dove fu ricoverata, diagnosticarono in seguito ad un attento esame (TAC), un tumore maligno al cervello (astrocitoma di secondo grado) che, data l'estensione e la sede, non consentivano l'operazione.
Nonostante la terapia di controllo della sintomatologia, nel periodo intorno al gennaio 1987 andò peggiorando tanto da arrivare al peso di 24 Kg.
In famiglia eravamo scoraggiati.
Avendo sentito parlare delle apparizioni di Belpasso e conoscendo padre Dino, ci raccomandammo alle sue preghiere, chiedendogli di parlare a Rosario del caso di Katia.
Il 1° marzo, insieme a Katia, ci recammo alla Roccia per pregare. Ritornammo poi alla Roccia alcune volte durante il mese di marzo e ancora il 1° aprile.
Da quel giorno, a nostra insaputa, Katia non prese più i farmaci che assumeva abitualmente.
All'inizio non ci accorgemmo di nulla, poiché non notavamo in lei alcun disturbo e la vedevamo rifiorire di giorno in giorno.
Quando scoprimmo che Katia rifiutava le medicine tutti si preoccuparono pensando che il male avrebbe potuto progredire. Katia, però, tranquillizzò tutti dicendo che non sentiva più io bisogno di prenderle perché stava bene.
A Milano, dove ci recammo per il controllo, ci dettero la conferma dell'avvenuta guarigione".
A tutt'oggi ella sta bene.

Mons. Fausto Rossi

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Francesco si risveglia dal coma (di Riccardo Porro e Nicoletta D'Abramo)


Sono il papà di Francesco Porro, nato ad Andria (BA) il 4 aprile 1980 e sono venuto alla Roccia di Belpasso per ringraziare la Madonna della grazia che ha concesso alla nostra famiglia con la guarigione di Francesco.
Il 21 marzo 1999 Francesco fu vittima di un incidente stradale e rimase in coma per quattro mesi e mezzo (coma profondo e, successivamente, coma vigile).
Ricoverato ad Andria il 21 marzo 1999, fu trasferito a Taranto presso la Cittadella della Carità.
Dopo aver girato vari centri ospedalieri dell'Italia con risposte negative, perché, secondo la diagnosi sei medici, Francesco, essendo in coma vigile, non doveva più risvegliarsi, fui consigliato ad andare a Crotone, all'Istituto S.Anna.
Il giorno 28 giugno 1999 ci recammo nel predetto centro e, scendendo dalla macchina, fui attratto da un luccichio di metallo.
Lo raccolsi ed era una medaglietta della Madonna di Belpasso. Ci guardammo con mia moglie e fummo subito convinti che la Madonna ci avesse condotto lì e che Francesco si sarebbe svegliato. Noi non conoscevamo questa Signora, ma era per noi un segno tangibile della Sua presenza che ci guidava. Eravamo infatti i soli a credere nel risveglio di Francesco.
Il giorno 12 luglio 1999 fu trasferito da Taranto a Crotone.
Il giorno 22 luglio 1999 ci chiamava il primario Dolce dicendoci: "Grazie a Dio, dopo quarant'anni di professione, mi sono sbagliato: Francesco è stato graziato!".
Francesco oggi è qui alla Roccia di Belpasso con noi per ringraziare la Madonna.
Scendendo alla Grotta della Resurrezione, Francesco ha identificato nel Cristo che porta la Croce, quella persona che apparve a lui prima di svegliarsi che gli disse. "Alzati e cammina!".
Siamo certi che la Madonna ha strappato questo miracolo a Gesù.

In fede
Porro Riccardo
D'Abramo Nicoletta

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Guarita da Tumore (di Venera Longo)

Il 13 maggio 1996, vengo sottoposta a colicistectomia per calcoli biliari, dopo essere stata in terapia per circa otto mesi per piastrinopenia.
Dopo l’intervento, pienamente riuscito, una ventina di giorni dopo, cominciai ad accusare dei dolori al ventre e nella zona inguinale. Si pensò che fosse causato dalle aderenze cicatriziali. Si fecero i dovuti controlli ecografici ed ematologici dai quali non risultava nessuna anomalia in atto.
All’inizio di giugno, un leggero movimento delle gambe mi provocò la frattura dell’osso dell’anca con conseguente vasto ematoma all’interno coscia, confermata dagli esami radiografici; pertanto fui costretta all’immobilità.
Col passare delle settimane, invece di sentire il refrigerio della guarigione, i dolori aumentavano. Si provò la terapia medica e la terapia riabilitativa, ma nulla, il dolore e la difficoltà a muovermi aumentavano sempre di più. Si aggiunse la difficoltà al respiro e a muovere il braccio con la spalla sinistra (risultate anch’esse fratturate).
Si addebitava tutto ciò alla presenza di una sopravvenuta ed elevata osteoporosi.
Comunque, in breve, quell’estate fu caratterizzata da tremendi e lancinanti dolori, finché a settembre la situazione era diventata veramente insostenibile.
Quando una sera, come se non bastasse, al semplice gesto di sollevare la cornetta del telefono, mi vado a fratturare il braccio destro, (era la sera dell’ottava della festa della Madonna della Guardia, patrona del nostro quartiere).
A quel punto fui sottoposta ad ulteriori accertamenti clinici, che rilevarono la terribile ed infausta diagnosi di mieloma multiplo già in stato avanzato.
Io, ignara di tutto ciò, come sempre pregavo Dio e l’amatissima Madre Maria di aiutarmi a sopportare con serenità quei momenti terribili.
Un giorno però, presa dallo sconforto e dalla stanchezza, mi rivolsi verso Dio, la Madonna e l’anima dei miei genitori "rimproverandoli" di non farsi sentire.
"Hai detto: bussa e ti sarà aperto….mamma…papà, mi avete abbandonato….".
La notte feci un sogno, nei pochi momenti in cui riuscivo a dormire, dove, molto verosimilmente, si presentano ai piedi del mio letto i miei genitori. Mia mamma mi esortò ad alzarmi (erano cinque mesi che non camminavo più) per andare dalla Madonna. Mi alzai ed insieme ci avviammo in strada.
Arrivati al bivio, stavo per avvicinarmi verso la nostra chiesa parrocchiale, quando dei conoscenti mi fermarono per avere notizie del mio stato di salute; contemporaneamente mia mamma mi esortò ad avviarmi, conducendomi verso la Roccia di Belpasso, perché era quello il luogo da raggiungere.
Svegliatami da quel meraviglioso sogno, vissuto con estrema intensità, cominciai a sentirmi meglio fino alla completa guarigione. Questa sensazione di benessere era confortata con sbigottita meraviglia da parte dei miei cari e dai sanitari, da tutti gli esami clinici, i quali erano ritornati a valori normali; anche le fratture (circa 27) si erano rimarginate senza l’apporto di alcuna ingessatura.
Ora, a distanza di quattro anni, sento il bisogno di testimoniare la grazia ricevuta dalla Vergine SS.ma della mia completa guarigione, avvenuta, a detta dei medici, in modo inspiegabile.
Non trovo parole adatte per ringraziare Dio e la Vergine SS.ma per tutto ciò che mi hanno concesso, se non quello di lodarli ogni momento della mia vita.

In fede

Longo Venera

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L’abbraccio di Maria di Maria Rita Potestio

Il mio nome è Maria Rita Potestio, sono un'insegnante di scuola elementare, sposata da cinque anni con Antonio Asero, e abito a Palermo. Abbiamo due bambini, Antonino Andrea di quattro anni e Gandolfo Matteo di due anni. L’anno scorso, durante il mese di marzo, 2000, Antonino un giorno cominciò a zoppicare. La cosa non mi impressionò, pensando che di lì a pochi giorni avrebbe smesso; ma non fu così perché il bambino continuò a zoppicare per circa un mese.
Fu a questo punto che decidemmo di sottoporlo a visite mediche ed accertamenti clinici, per comprendere il motivo per cui zoppicava. In definitiva dagli accertamenti non venne fuori alcuna diagnosi chiara, che potesse spiegarci la ragione del disturbo fisico. Nel frattempo sopraggiunse l'estate per cui ci trasferimmo in campagna per la villeggiatura, e fu qui che all'improvviso Antonino smise di zoppicare. L’anno successivo -2001 -intorno al mese di maggio il problema si è ripresentato. Stavolta, però, dopo pochi giorni ci siamo informati sul da farsi per comprendere il perché della situazione, che sembrava essere proprio incomprensibile. Sempre nello stesso mese, precisamente alla fine, una notte, mentre dormivo, ho sognato la Madonna di Belpasso e mio figlio Antonino, che correva velocemente con disinvoltura urlando: "Guardami mamma, corro come un missile". Poi ad un tratto il bambino si fermava ai piedi della Madonna ed Ella allungava le sue braccia sino ad abbracciarlo completamente. Poi all'improvviso mi sono svegliata e il sogno è svanito. Nel mese di giugno un giorno con un'altra coppia di amici e il loro figlio di quattro anni ci siamo recati nei pressi di Belpasso per far visitare ai nostri figli il famoso Parco Zoo di Sicilia, e prima di partire con Antonio avevamo pensato di recarci al Santuario della Madonna della Roccia. Dopo due ore di viaggio, però, giunti al Parco Zoo, l'abbiamo trovato chiuso. Dopo una sosta in un parco attrezzato di giochi dove abbiamo pure pranzato, ci siamo rimessi in macchina per andare verso Nicolosi. Come era nostra intenzione abbiamo proposto agli altri di visitare prima il Santuario della Roccia di Belpasso.
Appena giunti la prima cosa che colpì tutti fu la profonda pace che vi regnava. Si sentiva soltanto il vento e il cinguettio degli uccelli. Io decisi subito di sedermi dentro la cappellina prefabbricata, ai piedi della Madonna posta sulla colonnina di marmo, mentre gli altri sono scesi alla grotta. Ricordo che seduta lì davanti a Lei non ho espresso una preghiera particolare per il problema di Antonino, ma ho semplicemente pregato e meditato, approfittando della calma immensa che da tempo non gustavo in quel modo. Dopo una ventina di minuti circa, le urla di Antonino mi hanno attirato fuori, e soprattutto è stato grande il mio stupore nel vederlo correre velocemente gridando: "Guarda mamma, corro come un missile!".
Non so per quanto tempo sono rimasta come pietrificata; sicuramente fino a quando Antonino arrivato davanti a me, mi ha abbracciata e si è rimesso a correre velocemente con agilità. Antonio, mio marito, mi ha poi raccontato che giù alla grotta Antonino aveva preso una pietra l'aveva baciata e poi aveva preteso che anche il fratellino la baciasse, dopodiché l'aveva stretta nel pugno portandola con se (tuttora si trova dentro la nostra auto). Io credo fermamente che la Madonna ci abbia concesso la sua grazia, mostrandoci ancora una volta che veglia sui nostri figli. Tuttora Antonino non zoppica più, cammina e corre come se nulla fosse mai accaduto. Grazie Madonna mia, per l'immensa bontà che hai avuto nei nostri confronti.

In fede
Maria Rita Potestio

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La grazia della maternità di Alfia Barone

A casa mia in un appartamento ancora incompleto io, signora Alfia Barone in Sci, ho formato un gruppo di preghiere che si chiama "Cuore Immacolato di Maria".
Un giorno, all'inizio di maggio del 1999, mi trovavo li e pregando Gesù dicevo "Gesù, io lavoro tanto per la Chiesa e aiuto tante persone ad accostarsi ai Sacramenti. Parecchie persone che non conoscevano Dio, io pur nella mia ignoranza le ho portate dinanzi a Voi, però una grazia non me l'avete mai fatta: perche non concedete a mia figlia che è sterile la gioia della maternità? Purtroppo, non avendo più speranza di avere un figlio suo, dopo diciotto anni che è sposata, ha dovuto fare domanda di adozione".
Dopo aver detto questo a Gesù, ho pianto disperatamente.
Dopo un mese, il 15 giugno del 1999, ho sognato la Madonna su una colonna, a Belpasso, che mi ha detto: "Tua figlia aspetta una bambina, però tu mi devi portare un mazzo di fiori".
Nello stesso sogno, arriva mia figlia con una bambina in braccio e la Madonna dice: "Vedi, è una bambina".
Dopo il sogno mi sono svegliata e non ho potuto più dormire.
La mattina, appena mi sono alzata, il primo pensiero è stato quello di chiamare mia figlia per raccontarle il sogno che avevo fatto.
Quando le ho detto che aspettava un figlio, per un po' non ha potuto parlare. Dopo mi ha risposto chiedendomi dove la Madonna desiderava che le portasse i fiori. Le risposi che, la Madonna è dappertutto, però io l'avevo sognata a Belpasso su una colonnina.
Il giorno dopo si è quindi recata alla Roccia a portarle i fiori, ma non sapeva nulla della sua gravidanza. Dopo 4 -5 giorni ha fatto le analisi ed il risultato è stato positivo.
Naturalmente mi ha telefonato per comunicarmi la bella notizia, ed io per la gioia mi sono messa a gridare.
Il 15 marzo de1 2000 è nata mia nipote Maria Francesca, e così si è avverato quello che mi aveva detto la Madonna.
Sento di ringraziare la Vergine Maria che ci ha ottenuto da Dio questa grande grazia.
Grazie Gesù, Grazie Maria.

Alfia Barone in Sci

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Sono guarito grazie alla Madonna di Belpasso.

Mi chiamo Filippo Bellante, ho 22 anni e abito a Palermo.
Nel 2001, quando avevo 20 anni, a Vergine Maria, che è una borgata di Palermo, ho avuto un grave incidente con la motocicletta. Ho riportato fratture multiple e sono entrato in coma.
Una signora del mio quartiere, che aveva recentemente subito la perdita del figlio di 22 anni, e che conosce bene la mia famiglia, è venuta a Belpasso per chiedere alla Madonna la grazia di non far provare a mia madre il dolore della morte del figlio.
La guarigione è stata lenta. Dopo un anno sono stato portato a Losanna, dove ho avuto un arresto cardiaco e un inizio di embolia polmonare che mi hanno fatto entrare di nuovo in coma per 15 giorni. Sono stato 10 mesi con la tracheotomia e con un braccio e una gamba paralizzati e i medici disperavano di salvarmi la vita. Mi hanno tolto 4 cm di trachea per l’intubazione prolungata e sono stato diverso tempo senza poter parlare.
Adesso finalmente sto bene e sono venuto con mia madre a ringraziare la Madonna qui a Belpasso perché sono convinto che sia stata Lei a salvarmi.

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