MARIA NEL PENSIERO
DEI TEOLOGI MEDIEVALI LATINI
Per approfondire l’argomento vi consiglio questo volume:
Luigi Gambero, Maria nel pensiero dei teologi latini medievali, San Paolo, Cinisello Balsamo 2000
SCHEMA GENERALE
XII SECOLO
Il periodo aureo della Dottrina mariana
- Bernardo di Chiaravalle
- Pietro il Venerabile
- Arnaldo di Bonneval
- Amedeo di Losanna
- Aelredo di Rievaulx
- Isacco della Stella
- Filippo di Harveng
- Alano di Lilla
XIII SECOLO
Il secolo della Scolastica
- Antonio di Padova
- Bonaventura di Bagnoreggio
- Corrado di Sassonia
- Alberto Magno
- Tommaso d’Aquino
- Giovanni Duns Scoto
IL SECOLO XII
E’ stato definito un secolo mariano, perché Maria fu al centro di molteplici interessi sia nella ricerca dottrinale ed esegetica, come nel campo liturgico e della devozione popolare.Si assiste anche al recupero della tradizione dei Padri, aprendo questo delle prospettive nuove per la buona conoscenza del passato, ma anche come stimolo verso la ricerca di novità valide e originali. Molte cattedrali vengono costruite e dedicate a Maria, si frequentano in massa i santuari mariani, si diffonde la preghiera della "Salve Regina" e dello "Stabat Mater".
Mentre tuttavia viene chiarita la dottrina riguardante la maternità divina, stenta ancora ad entrare nella convinzione dei teologi la preservazione di Maria dal peccato originale, per l’impossibilità di collegare questo con la redenzione universale operata da Cristo. Più sicura appare invece la dottrina dell’assunzione di Maria al cielo, anche se molti autori sono guardinghi nel parlare sul destino del corpo di Maria.
BERNARDO DI CHIARAVALLE
(1090 – 1153)
In tema di dottrina mariana, Bernardo è l’autore che ha letteralmente dominato tutto il secolo e influito decisamente anche su quelli futuri. Anche se i suoi scritti mariani sono relativamente pochi, egli parla della Vergine con uno straordinario impeto carismatico.
- 1090: nasce in Borgogna a Fontane-lés-Dijon
- 1112: è ammesso al monastero di Citeux, culla dell’ordine cistercense che da lui riceverà impulso e godrà una diffusione impressionante
- Fonda il monastero di Clairvaux (Chiaravalle), posto sotto la protezione della Vergine e da lui diretto come abate per 38 anni.
- Diviene un personaggio di primo piano nella vita religiosa e politica del suo tempo, consigliere di papi e sovrani.
- 1153: muore a Chiaravalle in un momento in cui il monastero contava oltre 700 monaci e i cistercensi erano sparsi in 165 fondazioni
Il suo insegnamento e la sua devozione mariana sgorgano dal fondo della sua personalità robusta, ricca di capacità mistiche e contemplative a cui si aggiunge una grandissima e affascinante capacità oratoria, capace di saper comunicare con impeto questa ricchezza interiore. Ancora oggi la lettura dei sermoni mariani affascina e meraviglia.
Tra le opere tipicamente mariane abbiamo i sermoni:
- In adventu Domini
- Super missus est
- In e B :M :V :
- Sermo infra Octavam Assunptionis B:M:V:
- Sermo in Nativitate BM:V: De aqueductu
- Sermo de Mariae purificatione et Christi circoncisione
- Epistola 174 ai canonici di Lione contro la festa della Concezione
Maria nel mistero dell’Incarnazione
La grandezza e la dignità di Maria affondano le loro radici nel mistero dell’Incarnazione, in cui il Figlio di Dio diventa figlio di una creatura. Incarnazione e maternità divina, sono due verità che stanno alla base di tutto il pensiero mariano di S. Bernardo. In Maria, egli contempla soprattutto la responsabilità della risposta data all’angelo, le virtù e la disposizione interiore, soffermandosi soprattutto sull’umiltà e la verginità che considera i due cardini intorno ai quali ruota l’intera sua esistenza .
Maria tra Cristo e l’umanità
Accanto a questa prospettiva cristologia, Bernardo pone Maria anche in quella soteriologia e cioè parla della sua apertura e disponibilità nei confronti delle creature cosa intimamente legata alla sua elezione a Madre di Dio. Questo, infatti, comporta dei precisi doveri e delle funzioni a favore del genere umano. Maria è vista da Bernardo come la mediatrice dell’intera creazione, perché in lei si sono incontrati Dio e l’umanità. L’adozione divina a cui il cristiano è chiamato passa attraverso il mistero dell’incarnazione dove è presente ed operante Maria. Questo suo ruolo continua nella sua mediazione, grazie alla quale ella attinge la grazia alla sorgente e la distribuisce agli esseri umani. Maria è paragonata da Bernardo come ad un acquedotto che ha raggiunto le sorgenti eccelse della grazia divina e convogliarla verso i credenti sulla terra mediante la potenza del suo desiderio, del suo fervore e della sia pietà. Nell’esercizio di questa funzione Maria è spinta dalla sua immensa carità che, in quanto santità, la unisce profondamente a Dio e in quanto misericordia, la unisce intimamente agli uomini. Ella nutre perciò una grande compassione e sentimenti profondi di bontà verso gli uomini. Pur non parlando di maternità spirituale, Bernardo attribuisce a Maria un cuore e sensibilità materne nei nostri confronti. Questa mediazione di Maria, non è di necessità assoluta, quasi fosse impossibile rivolgersi direttamente a Cristo. Pur ponendola tra Cristo e gli uomini come mediatrice, Bernardo sollecita i cristiani a rivolgersi direttamente a lui, loro unico Salvatore. La mediazione di Maria stimola al ricorso alla misericordia divina, alla preghiera, alla santità, non impedisce anzi facilità l’incontro con Cristo
Devozione mariana
Data questa missione di Maria e la sua potenza mediatrice, i cristiani non solo possono, ma devono ricorrere a Lei, che non ha mai rifiutato di accogliere la preghiera di alcuno. Bisogna quindi pregarla con assoluta fiducia, perché Lei è come una stella che illumina il mondo intero e aiuta a vinceri il peccato e i vizi.
Maria e il peccato originale
L’atteggiamento di Bernardo di fronte a questo dogma è totalmente negativo. Sconsigliando i Canonici di Lione di celebrare la festa della Concezione, elenca tre motivi: è una celebrazione assente nella tradizione antica della Chiesa; ignorata dalla chiesa universale del suo tempo, non conforme ai criteri di ragione. Bernardo ammette che l’esistenza di Maria fosse senza peccati attuali ma, in quanto al peccato originale, gli sembrava impossibile che potesse essere evitato in un concepimento avvenuto sotto l’effetto della libidine. Bernardo giustificava anche il suo atteggiamento con il fatto che Roma non si era ancora pronunciata sull’introduzione di questa festività.
Assunzione al cielo
Bernardo si mostra molto favorevole, anche se non parla con chiarezza sulle sorti del corpo di Maria al termine della sua esistenza terrena.
PIETRO IL VENERABILE
(1094-1156)
- 1094: nasce in Alvernia
- 1109: entra nel monastero di Sauxilange
- 1112: viene eletto abate di Cluny che diresse fino alla morte
- 1156: muore nel monastero di Cluny
E’ una delle personalità più autorevoli del suo tempo, intento soprattutto a restaurare la vita monastica, visitare e riformare monasteri, difendere l’autorità del Sommo Pontefice. Grande amico di S. Bernardo, non ha composto opere di argomento mariano; tuttavia in diversi suoi scritti si incontrano passaggi in cui parla della Vergine, soprattutto nelle composizioni liturgiche, nelle lettere, in qualche sermone, nel trattato sui miracoli e negli statuti del monastero di Cluny.
Pietà mariana
Parlando della devozione mariana, Pietro pensa a cose pratiche, atti, gesti, atteggiamenti interni ed esterni nei confronti di Maria. Suo obiettivo è quello di incrementare la devozione alla Vergine nel suo ordine. I monaci devono ogni giorno celebrare una messa al suo altare e i malati, dovevano giornalmente nella loro apposita cappella recitare l’Ufficio della B. Vergine. Tutto questo, spiega Pietro, perché la Vergine riceva l’onore speciale che, dopo Dio, le è dovuto al di sopra di tutte le creature, in quanto madre di Colui che è il Signore e in quanto mediatrice dei suoi servitori.
Fede e devozione
Nella sua devozione a Maria, il fedele deve farsi guidare dalla regola delle fede, proclamata dalla Parola di Dio e spiegata dalla Teologia. Netta è la distinzione di Cristo con Maria: la pienezza di Grazia del Redentore è una pienezza di natura, quella di Maria è dovuta al fatto che lei ha portato nel suo seno colui che, appunto, è pieno di grazia. Pietro distingue anche la condizione di Maria da quella degli Angeli e quella degli Apostoli. Maria non possedette una conoscenza piena nella sua vita, ma la sua conoscenza di Dio fu frutto della sua fede, della sua speranza e della sua carità. Maria non ha avuto come gli Apostoli il compito di evangelizzare e quindi Lei nel cenacolo non ricevette i doni specifici dell’apostolato. Questo non pregiudica però né la sua superiorità sugli Angeli e né quella sugli Apostoli.
Maria e lo Spirito Santo
Pietro sottolinea in maniera particolare il rapporto della Vergine con lo Spirito Santo che la purificò, santificò e glorificò per il fatto che Lei doveva diventare madre del Figlio di Dio.
ARNALDO DI BONNEVAL
(? – dopo 1156)
Sappiamo pochissimo della sua vita
1138: viveva come monaco nell’abbazia di Marmoutier
Viene eletto abate di Bonneval, ma deve dimettersi per causa di ingiuste accuse dalle quali viene scagionato direttamente dal Papa Eugenio III
1156 muore
Gli scritti mariani sono soprattutto:
- nella terza parte del Trattato "De septem verbosi Domini in cruce"
- De laudibus B:M:V:, una specie di esposizione sintetica degli eventi della vita di Maria
I suoi insegnamenti che lasciano trasparire una grande devozione mariana, sono anche ricchi di una profonda dottrina. La sua attenzione è rivolta soprattutto alla presenza della Vergine nel mistero della salvezza dell’umanità e alla sua sorte ultraterrena.
Maria e la Redenzione
E’ il primo autore ad aver annunciato in forma sistematica la cooperazione di Maria alla salvezza del genre umano. La sua non fu una maternità biologica, ma soprattutto una questione di libera scelta, ispirata dalla fede. Sul Calvario ella ebbe un ruolo importante e non si può ignorare come ella abbia partecipato effettivamente alla passione del Figlio che, la riconobbe come madre di tutti. Certo Gesù, come afferma Ambrogio, non occorse aiuti nell’opera della sua Redenzione, ma c’è stata però la partecipazione morale di Maria al martirio del figlio. Infatti lei è intimamente legata a lui per cui non si tratta di due offerte diverse ma di un’unica oblazione.
Maria nella gloria di Dio
Arnaldo non è esplicito sul problema dell’assunzione corporea di Maria, ma ritiene che la situazione celeste di lei è inseparabile dalla gloria del Figlio con il quale regna in cielo, alla sua destra per continuare a svolgere quella sua funzione di cooperazione espressa sul Calvario, cioè la sua maternità nei nostri confronti.
AMEDEO DI LOSANNA
(1110-1159)
1110: nasce a Chatte, in Val d’Isèr, da una famiglia imparentata con i regnanti di Franconia
1119: viene educato nel monastero di Bonnevaux
1125: entra nel monastero di Clairvaux e fa il noviziato sotto la guida di S. Bernardo
1139: passa al monastero di Hautecombe dove diviene abate
1144: viene eletto vescovo di Losanna
11159: muore in fama di santità.
La sua eredità mariologica
Amedeo ha lasciato pochissimi scritti, tra cui otto omelie mariane che hanno le caratteristiche di veri trattati teologici sulla grandezza della Madre di Dio. Usa uno stile fresco, encomiastico e quasi ingenuo e affronta argomenti come la maternità divina, la regalità, l’assunzione, la verginità, la nuova Eva, la mediazione.
Maria tra i due Testamenti
Amedeo parla della posizione di Maria nell’economia della salvezza e pensa che Lei sia il punto di incontro tra i due Testamenti che paragona a due canestri d’oro posta alla sinistra e alla destra di Maria: l’antico predice gli eventi futuri e il Nuovo loda l’onnipotenza di Colui che li ha portati a compimento. In tutto questo Maria è presente accanto al Figlio suo che realizza tutto per volere del Padre.
Maria e i doni dello Spirito Santo
Nell’esporre il progresso spirituale di Maria, Amedeo spiega gli effetti dei sette doni dello Spirito Santo su Maria:
- timore di Dio
: opera la giustificazione di Maria
- pietà:
unisce Maria allo S. Santo quasi in una vera alleanza nuziale
- scienza:
è diffusa nel mondo da Maria tramite il suo parto verginale
- fortezza
: si rivela nel mistero della spada che trafigge la sua anima
- consiglio
: riempie di gioia l’animo di Maria nei misteri della Resurrezione e Ascensione del Signore
- intelletto
: l’immensa beatitudine di Maria nella gloria celeste
- sapienza
: riempirà di pienezza la Vergine quando tutti gli uomini raggiungeranno la salvezza eterna
Ruolo di Maria nella gloria di Dio
Maria continua nel cielo la missione che svolse sulla terra a favore degli uomini. Manifestazione di questa sua opera sono i continui prodigi che lei opera nei santuari che le sono dedicati. Questa premura materna, deve spingere gli uomini ad avere fiducia in lei e a pregarla.
AELREDO DI RIEVAULX
(1100-1167)
1100: nasce nello Yorkshire e da fanciullo fa il paggio alla corte di Scozia
1133: entra nel monastero di Rievaulx
1142: viene nominato abate di Revesby
1146: torna a Rievaulx come abate
1167: muore tra indicibili sofferenze sopportate con cristiana rassegnazione
Fino all’ultimo giorno di vita fu instancabile guida di anime e amministratore saggio e sperimentato di vita monastica.
Scrisse molti trattati, opuscoli e sermoni. Particolari sono i sermoni mariani dedicati alle feste della Natività di Maria, all’Annunciazione, alla Purificazione e all’Assunzione. Nel parlare di Maria egli si ispira molto al Cantico dei Cantici che considera come l’immagine del matrimonio spirituale tra Maria e il Verbo incarnato, non solo quindi figlio ma anche sposo di Lei.
Maria creatura ideale
Maria fu piena di avvenenza eccezionale, di purezza, di carità, di umiltà e di tutte le altre meravigliose virtù che rapiscono lo sguardo di Dio. La sua anima dovette possedere una ricchezza tale di perfezione da escludere qualsiasi ombra morale e da porre Maria al di sopra di ogni altra creatura.
Assunta in cielo
Aelredo considerava inizialmente dubbia l’assunzione corporea di Maria, forse sotto l’influsso di S. Bernardo, ma poi la afferma chiaramente e con passione: la madre di Dio doveva necessariamente essere assunta in cielo anche con il corpo ed esaltata al di sopra di tutti gli angeli.
Mediazione di Maria
La Vergine viene paragonata ad una barca che ci aiuta ad attraversare l’oceano burrascoso della vita per raggiungere Gesù. Questa mediazione fa sentire i suoi effetti sui singoli credenti e riceve la sua efficacia dal rapporto materno di Maria con il Figlio, mentre la disponibilità di Maria verso di noi è dettata dai sentimenti di grande misericordia che lei nutre. Naturalmente questa mediazione non ostacola quella di Cristo: quella di Maria è solo una mediazione contributiva.
Madre spirituale
Egli afferma, superando perfino S. Bernardo, che Maria è nostra vera madre spirituale e che noi nasciamo da Lei, nel senso che Maria è a capo di una discendenza che si pone in un parallelo antitetico con la discendenza di Eva. Questa maternità deriva non dalla natura ma da quella divina con la quale Maria ha messo al mondo Cristo nostra Luce.
Devozione alla Signora e Regina
Maria merita, in quanto nostra Signora e Regina, omaggio e servizio. Questa devozione comporta un impegno nei nostri doveri della vita cristiana e quindi l’imitazione di Lei. Dobbiamo sempre guardare a Lei e ricorrere a Lei perché è potente e misericordiosa verso di noi. E’ soprattutto la preghiera che ci mette in comunione con lei.
ISACCO DELLA STELLA
(inizi secolo XII – 1169)
Inizi del secolo XIII: nasce in Inghilterra e riceve una buona educazione scolastica
Si dedica volentieri e con passione al lavoro dei campi, passione che coltiverà anche nella vita monastica
1145: entra nel monastero della Stella, presso Poitiers di cui diviene abate
1169: muore in questo monastero
Una mariologia ecclesiologica
Il meglio del pensiero di Isacco si trova nei sermoni, ben strutturati ed efficaci per le argomentazioni e ricchi di teologia. Egli sviluppa il pensiero mariologico in stretta connessione con l’ecclesiologia, cosa questa che rendono l’autore molto attuale e come uno di precursori della mariologia contemporanea. La riflessione sulla Chiesa è una via obbligata per giungere ad una esatta conoscenza di Maria e della sua missione sul piano di salvezza, rimane vero che lla contemplazione del mistero di Maria, Madre di Dio, apre nuove prospettive per una profonda visione del mistero della Chiesa anch’essa vergine e madre.
Maria terra vergine
Dai Padri, Isacco attinge il parallelo tra la terra vergine del paradiso con cui fu plasmato Adamo e Maria, semprevergine, nel cui seno si è incarnato il Figlio di Dio.
Maria nel Corpo mistico
Cristo, come Dio, è nato dal padre in una generazione eterna; come Verbo Incarnato è stato messo al mondo da Maria attraverso una generazione temporale; come Capo del nostro corpo nasce insieme a questo dallo Spirito Santo e dalla Chiesa, per mezzo di una generazione mistica che si prolunga lungo i secoli. Come Maria ha quindi che dà alla luce corporalmente il Figlio di Dio, la Chiesa concepisce pure per mezzo dello Spirito e partorisce spiritualmente i figlio di Dio, i quali formano un unico copro con il Cristo Capo.
Maternità di Maria e della Chiesa
Nessuna delle due madri di cui abbiamo parlato, Maria e la Chiesa, è in grado di far nascere il Cristo totale, perché ambedue sono madri di cristo e nessuna delle due lo partorisce tutto intero senza l’altra. Stretto e indissolubile è perciò il legame che lega la Chiesa a Maria e maria alla Chiesa. Ognuno di noi esercita con la sua fede anche questa maternità spirituale della Chiesa verso gli altri s promuove il progresso incessante della fede nella speranza e nella generosità, accostandosi così umilmente alla dignità e santità della Madre di Dio.
Maria nella gloria celeste
Isacco non è sicuro nell’affermare l’assunzione corporea di Maria al cielo, ma proclama senza dubbi la sua glorificazione che è in relazione al ruolo che ella è chiamata a svolgere in nostro favore presso Dio. Egli esalta la bontà e la misericordia di questa gloriosa regina che presso il trono di Dio, non cessa di aiutare in tutti i modi i suoi figli.
FILIPPO DI HARVENG
(primi anni del XIII secolo – 1183)
Primi anni del secolo: nasce a Herveng
Diventa discepolo di S. Norberto di Xante fondatore dei prepmostratensi e viene mandato a studiare a Parigi
1130: lascia i Premostratensi ed entra nel monastero di Bonne-Espérance
- 1149: deve dimettersi da Priore per le accuse relative alla vicenda di un monaco accolto da S. Bernardo nel suo Monastero
1115: il capitolo generale riconosce la sua innocenza e lo reintegra nelle funzioni di Priore
1183: l’11 aprile muore
E’ passato alla storia come grande abate e valente scrittore; sotto di lui l’abbazia di Bonne-Espérance divenne un centro importante di cultura. La sua opera più importante è il commento al Cantico dei Cantici in cui rivela ampia conoscenza della Scrittura e dei padri e che commenta in chiave completamente mariana, seguendo l’esempio di Ruperto di Deutz
Maria e il Figlio
Il nostro autore non ammette in Maria il privilegio dell’Immacolata Concezione, anzi giunge ad applicarle colpe lievissime e attuali, chiamandola per fino "figlia dell’ira". Tuttavia Filippo la considera una creatura eccezionale e quanto a santità, inferiore soltanto a Cristo. L’intervento speciale santificatore e purificatore di Dio viene collocato da Filippo al momento dell’Incarnazione, così che Ella potè concepire il Figlio di Dio in assoluta santità. Per questa azione di Dio Maria è bella non solo interiormente ma anche corporalmente. Il mistero dell’Incarnazione è paragonato da Filippo all’unione sponsale del Cantico dei Cantici per cui Cristo ha celebrato le nozze nel seno della madre, descritte anche con forte realismo erotico, secondo l’usanza cavalleresca del tempo.
Assunta alla gloria celeste
Filippo difende la verità dell’assunzione al cielo di Maria che viene a trovarsi accanto al Figlio non solo spiritualmente ma anche con il suo corpo. Dal cielo preside la Chiesa, come l’aveva presieduta al momento della Pentecoste in mezzo ai Dodici.
Mediazione celeste di Maria
Entrata in cielo, Maria continua la sua missione ecclesiale che consiste nell’operare come mediatrice tra gli uomini e il suo figlio divino. Questo ruolo le compete per la sua superiorità di grazia su tutte le creature celesti e terrestri. Ella è come il collo del corpo mistico in quanto collega Cristo ai fedeli e i fedeli a Cristo.
La mariologia di Filippo
Egli presenta il Cantico dei Cantici come un drammatico dialogo in cui il Verbo divino e sua Madre si scambiano i loro sentimenti reciproci accompagnati, il primo, dalle schiere degli angeli, la seconda, da quella dei fedeli e degli apostoli.
ALANO DI LILLA
(1114/1130 – 1203?)
1114/1130: nasce a Lilla e studia poi a Parigi e Chartres
negli ultimi anni di vita entra come monaco nell’abbazia di Citeauz
1203: probabile data della sua morte
Possedeva una cultura universale, fu grande oratore e un precursore degli studi dei grandi teologi scolastici del secolo XIII.
Il commento del Cantico dei cantici
Per la dottrina mariana, anche lui si dedicò al commento del Cantico dei Cantici, con cui intende illustrare gli avvenimenti della vita di Maria, coniugando bene insieme l’interpretazione mariologico del testo con quella ecclesiologica. L’amore dello sposo e della sposa del Cantico è figura del rapporto tra Dio e la Vergine, rapporto che, secondo l’usanza del tempo, viene descritto con un linguaggio piuttosto erotico. Nel concepimento di Gesù, Maria fu protetta da ogni istinto sessuale e lo Spirito Santo la ricoperse come una tenda, al fine di ripararla dalla concpupiscenza. Oltre a proteggerla, lo Spirito la colmò anche di ogni dono e di un grande amore per cui la sua anima fu sempre attratta dalla contemplazione estatica del mistero di Dio.
Sposa di Cristo
La maternità divina si è realizzata prima nella sua anima che nel suo corpo. Addirittural’autore afferma che Maria si sia dedicata a sante meditazioni per disporsi a fare l’offerta di se stessa a Dio in vista della sua maternità. In queste contemplazioni, ella unendosi a Dio, si liberava dagli influssi del mondo e cresceva sempre più nella fede, condizione suprema che ha reso possibile l’incarnazione del Verbo.
Maria e la Chiesa
Come la Chiesa è madre delle membra di Cristo in virtù della grazia, così la Vergine è Madre di Cristo capo, in virtù della sua natura umana. Come la Chiesa è senza macchia e senza ruga, così anche Maria lo è nella gloria. Come la Chiesa possiede la pienezza dei doni dello Spirito, nella pluralità delle persone, così la Vergine possiede in se stessa la pienezza dei carismi. Maria e la Chiesa hanno in comune soprattutto l’esercizio della maternità. Alano rifiuta tuttavia l’idea della maternità spirituale di Maria nei nostri confronti, riconoscendole una funzione esemplare ed educativa nei nostri confronti. Comune alla Chiesa e a Maria è anche la santità piena, anche se l’autore rifiuta a Maria la Concezione immacolata.
Destino finale della Vergine
Circa l’assunzione corporea, Alano mantiene un duplice atteggiamento: personalmente crede cle Ella sua stata portata in cielo in anima e corpo, però non intende fare di questo l’oggetto di un insegnamento perentorio perché secondo lui dovrebbe essere la stessa Vergine a farci capire il modo con cui è stata assunta.
IL SECOLO XIII
In questo secolo continua a prosperare il vivace interesse per la dottrina e la devozione mariana. Tra le componenti più evidenti c’è una marcata sollecitudine per il ritorno alle fonti bibliche e patristiche e alle tradizioni monastiche più genuine.
Artisti, scultori, architetti, hanno pertanto compreso la necessità di distaccare le immagini di Cristo e di Maria da quelle degli altri personaggi che compaiono nelle varie opere d’arte con cui si arricchirono le cattedrali romaniche e gotiche del tempo. L’obiettivo di tutto questo era quello di evidenziare il disegno sapiente di Dio Salvatore, disceso sulla terra nel grembo di una donna. Accanto al Figlio Pantocratore, la figura della Vergine risplende con tutta la sua grandezza di Theotokos e di umile interceditrice degli uomini.
Grande impulso allo studio della teologia mariana e della devozione provenne dai nuovi ordini mendicanti come francescani, domenicani, servi di Maria, carmelitani ecc. Il loro contributo si espresse soprattutto attraverso l’opera di alcuni membri di grande prestigio culturale. La dottrina mariana venne inquadrata nella nuova strutturazione e divisione delle discipline teologiche elaborate secondo il nuovo metodo scientifico della Scolastica. All’antico genere omelitico, essa sostituì i trattati sistematici, nei quali la dottrina mariana si guadagnò una collocazione ben precisa nell’ambito della trattazione sul Verbo Incarnato.
ANTONIO DA PADOVA
(1195-1231)
1195: nasce a Lisbona e studia a Coimbra dove riceve la sua formazione scientifica
1221: si reca alla Porziuncola dove incontra Francesco.
Rimane un certo periodo in Romagna dove si dedica alla penitenza e all’ascetismo
Venne quindi chiamato alla predicazione, all’insegnamento e a responsabilità all’interno dell’ordine.
1227: viene eletto provinciale dell’Italia superiore, carica che abbandona tre anni dopo
1230: riprende la predicazione ma muore improvvisamente nei pressi di Padova.
1232: viene proclamato santo da papa Gregorio IX
1946: Pio XII lo proclama dottore della Chiesa.
Mariologia cherigmatica
L’insegnamento mariano di Antonio si ricava soprattutto dai sermoni dedicati ai suoi misteri: Natività, Assunzione, Purificazione, Annunciazione. Molto fedele alla dottrina del passato, Antonio rivela dedizioni originali e geniali, materializzate in frasi scultoree o immagini eloquenti. Ha anche una intuizione profetica che gli fa intuire il cammino che soprattutto i due dogmi della Concezione Immacolata e l’Assunzione faranno in futuro, anche se tuttavia, soprattutto circa la Concezione, il santo non prese mai una posizione esatta.
La Madre verginale di Dio
La Vergine è una donna straordinaria che Dio ha destinato ad una missione unica nella storia, quella di diventare la madre del Signore. La sua grandezza tanto più sublime appare, quanto è infinita la distanza che la separa dal Figlio. Questa distanza fu colmata da Dio con la pienezza della grazia divina nella quale ella più radicalmente e profondamente di tutti gli altri è stata ricolmata. La sua vita non fu mai scalfita dalla concupiscenza e così fu anche della sua maternità che, essendo verginale, non si realizzò per mezzo di libidine ma per opera di Dio.
Mediatrice di salvezza e di grazia
Già nel mistero dell’Incarnazione ha inizio la funzione di Maria come nostra mediatrice. Essa richiama il fatto che gli esseri umani sono diventati peccatori e quindi nemici di Dio ed è stata lei, resa pura e santa, a ristabilire la pace tra Dio e il peccatore. Chi si sente in colpa deve perciò rifugiarsi presso di Lei, perché ella è la città de nostro rifugio.
Donna ricolma di doni e di virtù
La Vergine era bella fisicamente, ma soprattutto la sua bellezza è una bellezza interiore e spirituale, ed è il possesso di ogni virtù. I doni che ella ha ricevuto dal Signore sono manifestazioni della sua pienezza di grazia e risultano superiori a quelli di qualsiasi altra creatura. Di tutte le virtù Antonio loda soprattutto la povertà e la verginità, l’obbedienza e lo spirito di servizio.
BONAVENTURA DA BAGNOREGIO
(1221-1274)
1221: nasce a Bagnoregio nei pressi di Viterbo
1243: trovandosi a Parigi per ragioni di studio, decide di diventare francescano
1248: insegna sempre a Parigi S. Scrittura e poi teologia con il commento ai libri di PietroLombardo
1257 viene eletto generale dell’ordine che governa per 17 anni
1273: nominato cardinale e vescovo di Albano da papa Gregorio X con l’incarico di preparare il Concilio di Lione.
1274: muore proprio a Lione. Per la modestia e la bontà viene definito Doctor seraficus
La dottrina mariana
Bonaventura si occupa del mistero di Maria soprattutto: nei commenti ai libri delle sentenze di Pietro Lombardo, nelle conferenze sui doni dello S. Santo, nel "Breviloquium", "Soliloquium", "Lignum vitae" "Vitis mystica".
Nell’esporre il suo pensiero Bonaventura lascia trasparire la sua personalità di filosofo e teologo ma anche di mistico, per cui la sua grande preparazione accademica si coniuga con una devozione ed un amore autentico verso la Madre di Dio. Bonaventura rifiuta la Concezione Immacolata perché non vede come poter coniugare questa dottrina con il dogma della Redenzione universale. Egli tuttavia definisce Maria il tempo di Dio adorno di divina sapienza, consacrato dalla grazia e riempito dalla divina presenza. Le questioni che egli affronta con maggiore interesse sono i privilegi di Maria, la verginità perpetua, la compassione ai piedi della Croce che egli pone a fondamento della dottrina della maternità spirituale, l’assunzione e la mediazione celeste.
Maria e l’Incarnazione
Il legame contratto da Maria con il Verbo nell’Incarnazione è la radice di tutta la grandezza di Maria che con umiltà, purezza e benignità si rese anche adatta a diventare la Madre di Dio. Dopo l’Annunciazione Maria meritò anche per grazia la maternità divina, che rimane tuttavia sempre un dono gratuito di Dio. Maria cooperò con lo S. Santo alla realizzazione del mistero dell’Incarnazione, perché Cristo avesse un corpo adatto alla sua suprema dignità di Dio.
La mediazione di Maria
Ricollegandosi al parallelismo Eva-Maria, Bonaventura definisce con chiarezza la funzione di Maria nella storia della salvezza, funzione che ne fa una protagonista, come protagonista era stata nel peccato un’altra donna, Eva. Maria ha dato inizio alla vittoria del Figlio sul peccato nel mistero dell’Incarnazione, quando è diventata Madre di Dio. Maria è la mediatrice tra noi e Gesù, come questi è il mediatore tra noi e Dio. Questa funzione si fonda sul contributo dato da Maria alla salvezza, quando acconsentì che Cristo venisse offerto in sacrificio, come prezzo del nostro riscatto. Dal cielo Maria continua a svolgere questa funzione al punto che tutte le grazie passano per le sue mani.
Maternità spirituale
Bonaventura fa anche il parallelismo Eva-Chiesa: come Eva uscì da fianco di Adamo così la Chiesa è uscita dal costato di Cristo morente sulla croce. Sul calvario stesso e nello stesso momento si inaugura la maternità spirituale di Maria che appare come la piena accettazione del divino disegno di salvezza voluto da Dio per l’umanità.
Devozione a Maria
Per tutti quello che la Vergine ha fatto e fa per noi, merita di essere amata e onorata dal popolo cristiano. Questo onore da rendere a Maria non deve portare mai pregiudizio alla gloria del Figlio, ma deve portare ad un legame più intimo con il Cristo. Infatti va bene onorare la Madre, ma molto di più bisogna onorare il Figlio.
CORRADO DI SASSONIA
(primi anni del XIII secolo – 1279)
Primi anni del XIII secolo: nasce a Braunschweig nella Sassonia da nobile famiglia
Entra nell’ordine francescano e diventa teologo, predicatore e autore di opere ascetiche
1247: viene eletto ministro provinciale della Sassonia e rieletto ancora nel 1262
1262: anno della morte
Scrisse un celebre trattato sulla Vergine dal titolo "Speculum seu opusculum salutationis BVM" che è un ampio commento alla salutazione angelica diviso in 18 lezioni e numerosi sermoni, 15 dei quali sono di argomento mariano. Maria è per Corrado mediatrice, avvocata degli esseri umani presso Dio, superiore per dignità e potenza a tutte le creature angeliche e terrestri, socia del Redentore nell’opera della salvezza, signora del cielo e della terra. Di lei ammira soprattutto la dignità e la santità di Madre di Dio
Nascita benedetta di Maria
Corrado non pensava che la Vergine fosse stata concepita senza peccato originale, ma riteneva che ne fosse stata liberata prima della nascita, così come era successo per Geremia e Giovanni Battista. Come un vaso puro ella perciò uscì dal grembo di sua madre e pertanto la sua nascita appare un evento privilegiato, un segno precursore di ciò che sarebbe stata la sua vita intera, una vita mai sfiorata dall’ombra del peccato.
Bellezza spirituale di Maria
L’aspetto positivo della eccelsa santità di Maria si manifesta nel mistero della sua verginità che irradia la luce del sole infinito che abitò in Lei.
Regina del cielo e della terra
Maria è anche la regina del cielo, assisa alla destra del Figlio, eterno richiamo per noi che possiamo seguirla nella sua gloria servendola fedelmente, imitandola e pregandola in questo mondo.
Intercessione di Maria
L’intervento di Maria alle nozze di Cana è un segno certo della grande misericordia che ella prova nei nostri confronti e di fronte alle nostre necessità. Madre del Corpo mistico di Cristo, non può esimersi dal garantire la sua protezione a tutti i cristiani che si professano suoi servitori e devoti. La sua intercessione presso Dio è efficace soprattutto perché ella è bella, dolce e degna al cospetto di Dio.
ALBERTO MAGNO
(fine XII secolo – 1280)
Fine XII secolo: nasce a Lauingen, sul Danubio da una famiglia di militari
Perfeziona i suoi studi all’università di Padova dove conosce i frati predicatori e diventa domenicano
Ritornato in Germania insegna in diversi conventi
1245: diviene maestro di teologia all’università di Parigi
1248: dirige lo studio generale dell’ordine a Colonia ed ha tra i discepoli Tommaso d’Aquino
1254 viene eletto superiore della provincia di Germania
1260: Papa Alessandro IV lo nomina vescovo di Regensburg
1274: partecipa al Concilio di Lione
1280: il 15 agosto muore a Colonia, dopo essere stato un instancabile scrittore e operatore pastorale e un oculato organizzatore della vita religiosa e una guida illuminata delle anime.
La dottrina mariana
Alberto che scrisse un’infinità di opere, codifica la sua dottrina mariana nei commenti ad Isaia e Geremia, nei commenti ai quattro vangeli, nei commenti alle sentenze di Pietro Lombard0, nella Summa delle creature e in altre. Egli mostra un profondo attaccamento alla tradizione che va dai Padri della Chiesa greca e latina ai grandi dottori che lo hanno preceduto. Le sue affermazioni rispecchiano perciò un grande rigore teologico e una grande fedeltà all’insegnamento del magistero della Chiesa.
Immacolata concezione e santità di Maria
Alberto negò che la Vergine fosse stata concepita senza il peccato originale, seguendo l’autorità di S. Bernardo per un motivo non nuovo: senza il peccato originale non si vedeva come si potesse salvare il principio della redenzione universale. Alberto ammette un intervento speciale di Dio che l’avrebbe tuttavia santifica nel seno materno, accordandole una condizione di santità tale per cui le fu rimossa ogni inclinazione al peccato e fu riempita di una straordinaria purezza. Altro intervento eccezionale di grazia avvenne nel mistero dell’Incarnazione, quando lo Spirito Santo adombrandola la riempì di ogni dono, per cui la sua pienezza supera quella di tutte le altre creature ed è inferiore solo a quella di Cristo.
Madre e sposa di Cristo
Per le sue eccelse virtù Maria meritò quasi il dono della divina maternità, non per giustizia ma per convenienza. La sua è una dignità infinita che rappresenta un caso unico nella storia. Divenendo madre di Cristo, Maria ha contratto con lui anche un rapporto sponsale.
Verginità della Madre di Dio
Pur avendo contratto un reale matrimonio con Giuseppe, Maria on lo conobbe dato che la sua anima era libera da ogni impulso di concupiscenza. Maria ha sicuramente fatto il voto di restare vergine prima ancora di ricevere l’annuncio dell’Angelo ed anche Giuseppe si è comportato in modo simile.
Maria assunta in cielo
Alberto accetta come pia credenza la verità dell’assunzione corporea di Maria al cielo, senza impegnarsi molto nel dimostrarla. Rimane il mistero dove sia stato assunto il corpo della Vergine. Egli parla di u cielo empireo dove dimorano anche gli angeli e dove sono introdotti i santi e dove dimora la stessa umanità di Cristo, un cielo differente da quello trinitario, incorporeo ed increato che rimane l’esclusiva dimora di Dio.
Maria nell’economia della salvezza
Solo il Cristo poteva pagare il prezzo del riscatto del genere umano caduto nel peccato. Maria ha cooperato con lui, con una cooperazione che si estende a tutto il processo della redenzione umana e questo in quanto madre del Redentore stesso. Questa cooperazione continua nel cielo dove interviene sempre in nostro favore non escludendo mai nessuna dalla sua preghiera di intercessione presso Dio. Maria è piena di grande misericordia verso i peccatori. Alberto rifiuta la diffusa idea che Gesù fosse solo per il giudizio e la condanna e Maria per la pietà e la misericordia. Gesù è il redentore misericordioso che ci salva. Maria, immersa nella contemplazione di Dio, prega per noi questo suo Figlio perché ci conceda la salvezza.
Madre degli uomini
Come Madre del Verbo incarnato, Maria è anche Madre di tutti gli uomini dal momento che essi sono chiamati alla fede e pertanto l’azione che ella suscita in nostro favore è di natura materna e si manifesta con gli interventi che mirano a far crescere in noi l’immagine del Figlio suo. Tutti i fedeli ottengono per sua intercessione virtù e meriti. Della Chiesa Maria non viene chiamata madre, ma modello e tipo: con il suo parto Maria raffigura la Chiesa che partorisce i figli alla vita cristiana; col la sua verginità e sponsalità, Maria è immagine della Chiesa vergine sposa di Cristo.
Devozione mariana
La maternità divina è il fondamento del culto e dell’onore e venerazione che noi dobbiamo rendere alla Madre di Dio. Il culto a lei dovuto è un culto di iperdulia che non deve mai trasformarsi in latria dovuto solo a Dio.
TOMMASO D’AQUINO
(1224-1274)
1224: nasce a Roccasecca dai conti d’Aquino
riceve la sua formazione nel monastero benedettino di Monte cassino, destinato alla vita monastica perché era il figlio più giovane.
1239: indossa l’abito domenicano e si iscrive allo studio generale di Napoli
1245: va a studiare a Parigi dove ha per docente Sant’Alberto Magno che segue anche a Colonia nel 1248.
1252: diviene maestro di teologia a Parigi
1259: rientra in Italia e insegna a Anagni, Orvieto, Roma
1269: ritorna ad insegnare a Parigi
1274: muore il 7 marzo nell’abbazia di Fossanova, mentre era in viaggio per recarsi al Concilio di Lione.
Dottrina mariana
Il pensiero mariano di Tommaso è codificato nella "Summa Teologica" e nella "Summa contra gentes". La dottrina mariana è profondamente inserita nella cristologia e si sviluppa su basi teologiche molto rigorose. Le sue argomentazioni sono sostenute da testi scritturistici, dall’autorità dei Concili e dei Padri sia orientali che latini.
Nuova prospettiva mariologica
Nella terza parte della Summa teologica, partendo dalla centralità del Verbo Incarnato, Tommaso colloca la Vergine nella prospettiva di cuoi che da lei fu concepito per opera dello Spirito Santo, in una dinamica discensionale, un abbassamento del Figlio di Dio. Il concepimento di Cristo deve dirsi assolutamente straordinario il cui principio attivo è lo Spirito Santo per cui Maria non ha concepito una creatura umana che il Verbo avrebbe assunto in seguito, ma ha bensì concepito quel corpo che era il corpo del Verbo Incarnato, cosa che spiega il motivo per cui la chiamiamo Madre di Dio. Con questo Maria ha contratto una relazione particolarissima con Dio, relazione che ha coinvolto non soltanto il suo corpo ma tutta la sua personalità ed è quella che supera quella di qualsiasi altra creatura con il suo Creatore. La maternità divina è perciò l’origine di ogni grandezza di Maria e il motivo dei privilegi che le sono stati accordati.
Santificazione della Vergine
Maria non poteva essere immune dal peccato originale, senza essere una impossibile deroga alla redenzione universale di Cristo. Ella perciò non poté essere santificata prima di ricevere il suo corpo, ma lo fu dopo l’infusione dell’anima da parte di Dio. Questa santificazione operata da Dio non significa solo la liberazione dalla colpa, ma anche il dono della grazia che Dio le concesse in pienezza a causa della sua elezione alla maternità divina.
Maria e la salvezza
Tommaso non parla di una funzione mediatrice esercitata da Maria in cielo ma descrive la pienezza di grazia ricevuta nella Persona del Verbo, come un dono non a lei esclusivamente destinato, bensì un dono che attraverso di lei viene distribuito a tutti gli uomini che l’accolgono per essere salvati. Questa pienezza di grazia può essere considerata sotto tre aspetti:
- in relazione alla sua anima per cui fu concessa per evitare il male ed operare il bene;
- in relazione al suo corpo che è stato reso idoneo a offrire la carne al Figlio di Dio;
- in relazione alle creature umane, per cui è una pienezza che causa la salvezza del genere umano.
GIOVANNI DUNS SCOTO
(1265-1308)
1265: nasce in Scozia
1280: entra nell’ordine francescano
1291: viene ordinato sacerdote
1303: lo troviamo insegnante a Parigi che però presto lascia, essendosi rifiutato di firmare un ricorso al Concilio contro Bonifacio VIII, voluto da Filippo il Bello avversario del Pontefice
insegna a Oxford, Canterbury, nuovamente a Parigi e a Colonia.
1308: muore a Colonia
Dottrina mariana
E’ esposta nei commenti alle sentenze di Pietro Lombardo e precisamente in III Sententiarum. Insiste in modo particolare su tre tematiche: la maternità divina, la perpetua verginità e l’esenzione dalla colpa originale.
La maternità divina
Maria è la vera Madre di Dio avendo generato non un uomo unitosi più tardi alla divinità come afferma Nestorio, ma una natura umana che fin dal primo istante della sua esistenza era stata assunta dal Verbo di Dio in modo da formare un solo essere quale la persona del Verbo <Incarnato. Nel mistero dell’Incarnazione Maria ha prestato la sua opera fornendo al Verbo questa natura e quindi svolgendo un ruolo di primissimo piano in cui ella ha posto il contributo di tutta la sua personalità. L’intervento dell’uomo in questa concezione è stato sostituito dall’intervento dello Spirito Santo che ha reso attiva la fecondità della Vergine agendo non come elemento menomativo ma come causalità propria dell’onnipotenza divina. Non essendo intervenuto nessun uomo in questo processo, Maria ha acquistato una relazione unica e personale col il Figlio e la sua maternità è fondamentale rispetto a tutte le altre prerogative e funzioni che lei ha.
Verginità di Maria
Della verginità Scoto analizza con insistenza i tre aspetti del prima, durante e dopo il parto e afferma che Maria fece un voto di verginità in termini assoluti che coincideva pienamente con i dettagli del piano di Dio relativi all’Incarnazione del suo Figlio.
Preservazione di Maria dalla colpa originale
Il mistero dell’Immacolata Concezione è un elemento di vanto della dottrina mariana di Duns Scoto. Vanificando le obiezioni fino allora fatte a questa verità, Scoto riesce, col suo acume e la sua formidabile capacità logica, a dimostrare che l’immunità della Vergine dal peccato originale e l’universalità della redenzione operata da Cristo non sono in contrasto. Intervenendo non in un mutamento della sua natura ma con un intervento esterno e soprannaturale, Dio ha redento la Vergine in modo diverso da noi. L’ha preservata dal peccato in previsione dei meriti di Cristo e della sua opera redentivi. La Concezione immacolata non solo non è contro la Redenzione, ma risulta il frutto più bello della redenzione stessa, l’opera più grande compiuta per i meriti di Cristo. La redenzione, infatti, può avvenire non solamente per via di purificazione e liberazione dal peccato, ma può essere operata anche impedendo che il peccato venga trasmesso ad una persona. L’universalità della redenzione rimane quindi fuori discussione e Cristo è il mediatore e il redentore di tutti gli esseri umani compresa Maria. Nel suo caso lo è ancora di più, in una maniera più perfetta ed eminente: non solo l’ha salvata, ma l’ha salvata preservandola da ogni peccato.
ANTONINO GRASSO
(
http://www.latheotokos.it )
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