Notizie dalla Roccia

 

 

Coloro che volessero comunicare direttamente col Rettore o il ViceRettore del Santuario possono farlo al numero
095-911076

Qualora non fossero disponibili, perchè impegnati nellle varie attività del Santuario, lasciate un messaggio nella segreteria telefonica.

  Calendario settimanale delle attività del Santuario di Nostra signora di Belpasso

 Indice

1° maggio 1999

Giuseppe, uomo giusto

11 maggio 1999

13° anniversario delle apparizioni
Relazione di Rosario

1° giugno 1999

1° luglio 1999

12 dicembre 1999

Pellegrinaggio degli Scout

1° maggio 2000

Insediamento e benedizione della statua di Nostra Signora di Belpasso.
Elevazione a Santuario Diocesano.
Padre Angelo Grasso nominato Rettore del Santuario.
La Madonna della Roccia

11 maggio 2000

14° anniversario delle apparizioni

3 giugno 2000

Palermo - Chiesa di S.Giovanni Bosco

1 luglio 2000

1 agosto 2000

1 ottobre 2000

Giubileo degli Scout FSE

1 novembre 2000

20-29 novembre 2000

Trionfo del Cuore Immacolato di Maria a Torino

1 dicembre 2000

L'Arcivescovo Metropolita Mons. Luigi Bommarito benedice e inaugura la Scala Santa

2 gennaio 2001

Affidamento della Chiesa di Catania a Maria Santissima all'alba del nuovo millennio

1 marzo 2001

Signore, converti il mio cuore a Te

15 marzo 2001

Betancourt, il sacerdote carismatico fra i devoti della Roccia

25 marzo 2001

Consacrate al Signore per un cammino di evangelizzazione

1 aprile 2001

Non pensate più alle cose antiche

1 maggio 2001

Da praticanti... diventare credenti

11 maggio 2001

Con Cristo fuori dalle tenebre

1 giugno 2001

Chiediamo a Maria Grazia e Conversione

23 giugno 2001

Omaggio alla Regina della Pace

1 luglio 2001

Una nuova presenza P.Maieli: Sono disponibile per tutte le necessità del luogo.

29 luglio 2001

7000 in preghiera per fermare la lava dell'Etna

1 agosto 2001

Un amore senza compromessi

1 settembre 2001

Si compia la tua volontà, Signore.

1 ottobre 2001

Camminiamo con Maria in semplicità di cuore.

1 novembre 2001

Testimoniamo il Dio dell'Amore

1 dicembre 2001

Doniamo il nostro tempo a Dio

1 gennaio 2002

Non c'è pace senza perdono

2 febbraio 2002

Il Cardinale Poupard in visita alla Roccia

13 febbraio 2002

Il Cardinale Simonis celebra al Santuario

11 maggio 2002

Sedicesimo anniversario delle apparizioni

Giugno - Agosto 2002

Messaggio di commiato di S.E. Mons. Bommarito
e
Messaggio di saluto di S.E. Mons. Gristina, nuovo Arcivescovo di Catamia

1° maggio 1999 - Giuseppe "Uomo giusto"
Splendida giornata primaverile. Fin dalle prime ore del mattino cominciano a giungere i pellegrini che aumentano gradatamente fino a formare una folla consistente (circa 3000) all'inizio della S. Messa. Il parroco P. Giuseppe presiede il S. Sacrificio con due concelebranti: il Rev. P. Adelfio Copponi e un sacerdote di Palermo, P. Diego.
Il gruppo di Messina, giunto lievemente in ritardo, ha poi partecipato ad un'altra S. Messa celebrata dal sacerdote che li accompagnava.
Alle ore 10 è iniziata puntualmente la preghiera del S. Rosario guidata dal Sig. Elio e da Fr. Saturnino che metteva in rilievo il significato del mese di maggio, del 1° sabato del mese, della memoria di S. Giuseppe lavoratore e dell'importanza della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria nel giorno 11 maggio, che rappresentano una testimonianza di fede con l'offerta della propria vita al Cuore della Madre del Cielo. Durante il Rosario, alcuni sacerdoti confessavano rendendo un servizio veramente importante alla comunità.
Oggi si è vista tanta gente presso la "Roccia", non soltanto nella mattinata e durante la celebrazione della S. Messa, ma anche in tutto il pomeriggio, quando centinaia di devoti hanno sostato in preghiera sul luogo delle apparizioni.
Tutto ciò è inspiegabile senza una presenza misteriosa e soprannaturale; anche gli scettici restano meravigliati davanti a queste folle che affrontano viaggi non sempre comodi, mangiano poveramente il loro pranzo nelle vicinanze della roccia, poi ritornano confortati alle loro case.
Il Tempietto, ormai quasi terminato, è una testimonianza della fede semplice e disinteressata di questi devoti che hanno offerto generosamente per la realizzazione di quest'opera, che è solo l'inizio del ruolo che avrà questo luogo destinato a sviluppare maggiormente il culto del Cuore Immacolato di Maria all'inizio del 3° millennio.
Il parroco P. Giuseppe, nell'introdurre la S. Messa, ha esortato i presenti a chiedere perdono a Dio dei peccati, invocando l'aiuto di S. Giuseppe Lavoratore che non risparmiò fatiche e sacrifici per mantenere la Sacra Famiglia.
Noi riconosciamo i nostri peccati quando ci accostiamo al sacramento della Confessione e chiediamo umilmente perdono al Signore con tutto il cuore, riconoscendo il suo grande amore e cercando di instaurare una vera amicizia con Lui.
Durante l'omelia il parroco ha sviluppato alcuni pensieri toccando i punti essenziali del vivere cristiano. Commentando il S. Vangelo ha detto che, a causa dell'incredulità, Gesù non operò i miracoli che avrebbe potuto operare a Nazaret; eppure a Cafarnao, distante pochi chilometri, ne aveva operati molti e quelli lo aspettavano, mentre i Nazareni lo scrutavano e pensavano: "Vediamo cosa fa per noi, qui lo conosciamo bene". Osserviamo che lo guardavano con pregiudizio e preconcetto, cioè erano increduli e non accettavano la presenza del Signore in mezzo a loro.
Noi dobbiamo riflettere perché, se non si accetta la presenza del Signore, non si accetta neppure la salvezza che Dio stesso ha preparato per noi.
Qual è questa salvezza? Poco fa lo dicevamo nell'atto penitenziale: la grazia, l'amore infinito che Dio ci ha donato nel battesimo; ma se noi non viviamo questo amore e disprezziamo il prossimo con pregiudizi e preconcetti e non amiamo il nostro fratello, che è sacro agli occhi di Dio, come possiamo dire di amare Dio?
Questo è il grande scandalo di noi cristiani che non ci amiamo l'un l'altro.
Oggi nella liturgia facciamo memoria di S. Giuseppe Lavoratore che viene chiamato nel Vangelo "Uomo Giusto". Quando si accorse che Maria era incinta, la voleva licenziare in segreto;
Giuseppe amava secondo il cuore di Dio ed accettava il suo dono nella propria vita. Così il cristiano deve accettare i doni di Dio. Quali sono i doni di Dio? Un altro grande dono che Dio ci dà è quello della grazia, un altro dono è il suo perdono e un altro grandissimo è l'Eucaristia.
Il servizio che Dio vuole da noi è accettare il piano della salvezza per cui ognuno di noi deve essere il suo testimone nel mondo e nei confronti dei propri fratelli.
Noi possiamo essere testimoni di Dio con l'amore, conoscendo il suo grande amore per noi. Qui si realizza la nostra vocazione e l'esempio dobbiamo trarlo da S.Giuseppe, uomo giusto, e da Maria, ancella fedele e serva del Signore; qui si realizza l'essere cristiani se ci amiamo gli uni e gli altri come Dio ci ha amato. Allora noi saremo capaci di cambiare il mondo, altrimenti sarebbe soltanto un'utopia.
I pellegrini ascoltano e pregano, si accostano all'Eucaristia, poi lentamente ritornano alle loro case, ma nel cuore si accende una speranza e la certezza di camminare nella vita, protetti dalla Madre del Cielo.

 (torna all'indice)

 

11 maggio 1999 - Il veggente parla ai fedeli nel 13° anniversario della prima apparizione.
Sono trascorsi 13 anni dalla prima apparizione e questa mattina ci troviamo già in molti vicino al Tempietto ormai quasi completato; c'è un insolito movimento.
Un Sacerdote che guida un gruppo di pellegrini, celebra una S. Messa, prima della recita del S. Rosario ed è felice e commosso di trovarsi inaspettatamente a celebrare in questa data dell'anniversario.
Terminata questa S. Messa, Fr. Saturnino inizia la recita del S. Rosario meditando i misteri dolorosi; intanto i pellegrini giungono sempre più numerosi e alle ore 11 con grande piacere di tutti, giunge Rosario con la mamma Anna Maria.
Il microfono passa a Rosario che inizia subito la meditazione dei Misteri Gloriosi. I presenti sono tanto contenti di rivedere Rosario e pregare insieme con lui, che li esorta a riflettere sui messaggi della Madonna, cominciando dal primo, dell'11 maggio 1986.
Al termine della recita dei Misteri Gloriosi, Rosario intona le litanie al Cuore Immacolato di Maria; intanto giunge il Gruppo Figli Devoti di Maria da Palermo, ognuno con un fiore in mano e un fazzoletto azzurro al collo con l'immagine della Madonna della Roccia. In questo clima di fervore prende la parola Rosario, che dopo avere salutato i devoti, espone in una sua
relazione il tema della Pace alla luce degli avvenimenti di questi ultimi anni, evidenziando gli aspetti più significativi dei messaggi, e come si sono avverati nell'ultimo scorcio di secolo. Intanto la folla preme da tutte le parti e si calcola un numero di circa 3.000 presenti. Alle ore 12,10 giunge il parroco P. Giuseppe Sammartino che, dopo una breve preparazione, inizia la S. Messa circondato da tre sacerdoti concelebranti, mentre gli altri confessano sotto gli alberi, davanti al Tempietto. Il momento è solenne e il Parroco lo mette in risalto esortando i fedeli a mettersi in raccoglimento per ascoltare la voce di Dio e dalla SS. Vergine. Ella è stata obbediente al comando del Signore ed è venuta in mezzo a noi per parlarci dell'amore di Dio, della Redenzione operata da Gesù. Promettiamo dunque al Signore di stare lontani dal peccato e sempre dalla sua parte.
"Questo 11 maggio ci ricorda il 13° anniversario della prima apparizione, e noi siamo riconoscenti perché ha voluto che la nostra Madre Celeste venisse proprio in mezzo a noi; allora domandiamoci: "Che cosa vuoi Signore che io faccia?" la Madonna ce lo ha ripetuto: "Voi avete offeso il Signore con i vostri peccati…" Chiede quindi che i fedeli riparino le offese arrecate con leggerezza al Signore.
Gesù prima di andare in cielo ci ha promesso lo Spirito Santo, il Consolatore.
Invochiamo allora con amore il nostro Padre Celeste dicendo: "Crea in noi, o Dio, un cuore nuovo".

 (torna all'indice)

 

1° giugno 1999
La giornata calda e afosa non ha scoraggiato i numerosi pellegrini, circa 2.000, di raggiungere con pullman e macchine il luogo delle apparizioni. Alle ore 10, il Sign. Giuseppe Castiglione ha iniziato la recita dei Misteri Gaudiosi, poi continuata da Fr. Saturnino fino al termine dei quindici misteri del Rosario.
Dopo aver salutato i pellegrini, ha rivolto loro alcune esortazioni, richiamando l'importanza della devozione al Core Sacratissimo di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria, ed ha incoraggiato quanti l'11 maggio si sono consacrati alla Madonna, perché vivano nel fervore e nella fedeltà la loro consacrazione.
Insieme, poi si è riflettuto sul fatto che per nove mesi la vita del Figlio di Dio, fatto carne, pulsò ritmicamente con quella di Maria: un legame che non si è mai interrotto, anzi si è rafforzato da quando Maria è in cielo in anima e corpo, partecipando attivamente ai tesori infiniti di amore e di grazia racchiusi nel cuore di Gesù.
E' stata poi sottolineata l'importanza della solennità del Corpo e Sangue di Gesù, di questo grande dono, cibo reale e misterioso delle nostre anime: prostrati adoriamo, purificando il nostro cuore per accostarci meno indegnamente a questo grande mistero d'amore.
Terminata la recita del S. Rosario, c'è stata una solenne invocazione allo Spirito Santo, perché prenda possesso delle nostre anime. Intanto giungeva il Rev. Parroco. P. Giuseppe Sammartino che, circondato da due Sacerdoti concelebranti ha iniziato il S. Sacrificio, esortando i devoti a purificare le loro anime col pentimento. Durante l'omelia, poi ha fatto notare, parafrasando il S. Vangelo, che i cristiani devono dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio dare l'amore, il culto, la dedizione e la loro anima. Spesso anche noi ci troviamo nella tentazione, e allora dobbiamo scegliere secondo il Cuore di Dio sforzandoci sempre di dare una risposta autentica e chiara della nostra fede; dobbiamo essere sempre cristiani e non secondo le circostanze. Maria anche sotto la croce ci ha dato l'esempio, manifestandosi vera discepola di Dio e non ha gridato vendetta quando ha visto suo figlio morire sulla Croce, ma ha perdonato.
Oggi è la festa di S. Giustino che ha saputo resistere alla prova fino all'effusione del sangue. E' bene fare un esame di coscienza per confrontarci con questi luminosi esempi.
Terminata la S. Messa, il pres. Avv. Tomasello ha dato notizia dei prossimi lavori per la sistemazione del tempietto; ha ricordato che il 25 di questo mese avrà luogo la processione per le vie della città di Belpasso, iniziando da piazza S.Antonio fino alla Roccia, dove terminerà con la celebrazione della S. Messa. Inoltre ha dato notizia che il 1° ottobre si prevede la benedizione del Tempio da parte dell'Arcivescovo Mons. Luigi Bommarito . ha rivolto infine un ringraziamento particolare a quanti contribuiscono allo sviluppo di quest'Opera Mariana e a vari gruppi presenti: Palermo, Messina, Calabria, Ragusa…..
una preghiera particolare è stata poi innalzata a Maria, perché al più presto si costruiscano dei confessionali, per una amministrazione dignitosa del Sacramento della Penitenza.
Consolati da queste buone notizie, dopo una frugale colazione sotto gli alberi, i pellegrini hanno ripreso la via del ritorno pieni di fervore e di speranza.

 (torna all'indice)

1 luglio 1999
L'Arcivescovo di Catania, S.E. Mons. Bommarito, si è recato alla Roccia e ha designato ufficialmente il Sac. Angelo Grasso, vice parroco della Parrocchia S. Maria della Guardia di Borrello, quale responsabile della Cappella elevata in onore di Nostra Signora Regina della Pace.
Ha dato appuntamento a tutti i fedeli per il 1° ottobre, data in cui benedirà la Cappella e la statua della Madonna, attualmente in fase di definizione, che, in futuro, dovrebbe essere collocata sulla roccia.

 

 

 

 (torna all'indice)

   

12 dicembre 1999 - Pellegrinaggio degli Scouts di Palermo 5

È stata una splendida giornata. Circa 80 scouts del gruppo di Palermo 5, accompagnati dai Capi e da alcune famiglie, sono giunti a Belpasso, da Palermo, alle ore 11,00 circa.
Mentre, alla partenza da Palermo, il cielo era coperto e cadeva una fitta pioggia, all'arrivo a Belpasso, il sole splendeva in un cielo senza nuvole di un azzurro intensissimo.
Dopo aver effettuato attività scoutistiche e aver consumato la colazione a sacco, alle ore 14,30 è arrivato Rosario, precedentemente avvertito, ed è stato insieme ai ragazzi e alle famiglie fino alle 15,30.
È stato un fuoco di fila di domande sulle modalità delle apparizioni, sul significato dei messaggi e sull'importanza della Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, cui Rosario ha risposto con dovizia di particolari.
Alle 15,30, P.Giovanni ha celebrato la Santa Messa, all'altare in pietra posto dietro la Cappella con la Roccia, e, subito dopo l'omelia, è stato recitato coralmente l'Atto di Consacrazione.
Alle ore 17,00, abbiamo intrapreso il viaggio di ritorno per Palermo con la consapevolezza di aver vissuto una giornata in compagnia della Mamma Celeste e con l'intenzione di voler ripetere in primavera questa splendida esperienza.
Nella pagina
Immagini dalla Roccia sono state inserite alcune foto scattate in questa occasione.

 (torna all'indice)

1° maggio 2000 - Inaugurazione e benedizione della Statua di Nostra Signora di Belpasso

Oggi per Belpasso è stato un giorno memorabile.
L'afflusso dei pellegrini è stato notevole: si contavano diverse migliaia di fedeli, venuti con una trentina di pulman e centinaia di auto private da ogni parte della Sicilia e del Sud Italia, Calabria in testa. Era presente anche un folto gruppo proveniente dalla Germania.
Le celebrazioni sono iniziate alle ore 11,30 circa, con l'inaugurazione, alla presenza dell'Arcivescovo di Catania S.E. Mons. Bommarito, della Casa del Pellegrino, poco distante dalla Roccia.
Verso le ore 12,00, una processione, con in testa un monumentale Crocifisso in legno, opera e dono dello scultore Giovanni Genova, seguito dall'Arcivescovo e da numerosi sacerdoti, si è mossa dalla Casa del Pellegrino al Tempietto della Roccia.
Dopo aver salutato i numerosi pellegrini, l'Arcivescovo ha benedetto, alla presenza di numerose autorità civili, la splendida statua della Vergine che era stata posta sulla Roccia la mattina precedente, coperta da un drappo azzurro.
Sono stati momenti di intensa commozione, e la gioia di tutti ha raggiunto il culmine quando l'Arcivescovo ha consacrato ufficialmente la Cappella come Santuario Mariano della Diocesi di Catania e, dopo averne designato Primo Rettore Padre Angelo Grasso, ha impartito la solenne Benedizione Giubilare.
La giornata si è conclusa nel tardo pomeriggio, quando i pellegrini hanno intrapreso il viaggio di ritorno ai rispettivi luoghi di provenienza, ma, fino a tarda sera, è stato un viavai di fedeli dei luoghi vicini che accorrevano a rendere omaggio alla Mamma Celeste.
L'appuntamento per tutti i fedeli è per l'11 maggio, quattordicesimo anniversario della prima apparizione.
Le foto relative all'evento sopra indicato sono inserite nella sezione
Immagini dalla Roccia.

Don Angelo Grasso nominato Rettore del neo Santuario. (di Maria Calvagno)

Il tempietto che custodisce la roccia delle apparizioni è diventato Santuario Mariano Diocesano: l’arcivescovo di Catania, Mons. Luigi Bommarito lo ha comunicato alla folla di fedeli presenti il 1° maggio nel luogo sacro, a conclusione della S. Messa.
(testo integrale del decreto).
La notizia inaspettata, assieme alla nomina di Don Angelo Grasso a Rettore del Santuario, ha suscitato grande gioia e commozione fra la vasta assemblea dei presenti, che è esplosa in un lungo e fragoroso applauso. La giornata è stata di quelle memorabili, come al tempo delle apparizioni, con una folla di fedeli, circa 15.000, giunti a Belpasso da ogni parte della Sicilia ed anche dalla Calabria per assistere all’inaugurazione della Casa del Pellegrino ed alla benedizione della statua della Madonna posta sulla Roccia. Per tutti, autorità comprese, l’appuntamento è stato alla Casa del Pellegrino, una struttura in via di completamento, che attualmente dispone di un salone a piano terra di quattrocento metri quadri circa e di un piano superiore dove verranno realizzati ambienti per accogliere i religiosi.
Dalla casa di accoglienza, dopo la benedizione impartita dall’Arcivescovo Bommarito, i fedeli, preceduti da crocifisso portato in dono dai pellegrini palermitani, si sono avviati in processione verso il tempietto per assistere alla "svelata" della statua, cui è seguita la S. Messa presieduta da Mons. Bommarito e concelebrata da numerosi sacerdoti della Diocesi. Il clima è stato di grande e composta devozione, con canti, preghiere e invocazioni alla Regina della Pace. L’Arcivescovo lo ha ripetuto più volte durante la giornata: "Questo è un luogo di preghiera, qui la gente viene e trova la grazia della conversione assieme al conforto ai mali dello spirito e del corpo".
Per il Rettore, Don Angelo Grasso, l’incarico affidatogli dall’Arcivescovo è di grande impegno e responsabilità. I progetti che andranno a svilupparsi sul posto sono di largo respiro e gli sarà necessario il sostegno dei tanti fedeli che frequentano la Roccia.
Lui, del resto, è fiducioso: "Quanti si affidano alle proprie forze potrebbero pensare che queste iniziative siano pura utopia; ma noi, che abbiamo ricevuto il dono della fede, non possiamo non spalancare il nostro cuore alla Grazia di Dio, che supera i nostri limiti, ed affidarci alle mani di chi può disporre oltre ogni nostro progetto".
Vibrante e significativa l’omelia pronunciata dall’Arcivescovo durante la celebrazione eucaristica:
"Carissimi fedeli provenienti da tutte le parti della Sicilia e dalla Calabria e da altre comunità ecclesiali più lontane, faccio notare che, dopo la Pentecoste e il discorso di S.Pietro, ci fu coraggio e gli Apostoli cominciarono ad annunziare le meraviglie del Signore.
Anche noi, miei cari, siamo qui in un momento di grande grazia e di particolare misericordia. Anche noi vogliamo ricevere, o Vergine della Roccia di Belpasso, o Regina della Pace, il dono dello Spirito Santo, che Tu hai ricevuto abbondantemente.
O miei cari, che lo Spirito Santo scenda in noi, che siamo tanto fragili, tutti un po’ peccatori, smarriti in questo mondo sempre più materialistico, dove l’assoluto sta diventando il dio denaro, dove la pubblicità sempre più mondana cerca di strappare il cuore di carne e mettere al suo posto un salvadanaio!….
Abbiamo bisogno di Maria, dello Spirito Santo, che è luce dell’intelligenza, che ci fa vedere dov’è la strada della verità. Abbiamo bisogno dello Spirito Santo, che è forza per la nostra volontà, per seguire le vie del bene, per combattere con il bene il male che talvolta appare trionfante. Abbiamo bisogno della Spirito Santo, perché non facciamo come Nicodemo che era andato da Gesù di notte perché era pieno di vergogna.
Noi, o Maria, siamo venuti qui di giorno perché non ci vergogniamo della nostra fede, perché sappiamo che senza la fede l’uomo non vive, senza fede non si vive da uomini, si vegeta.
Noi, che siamo, per grazia di Dio, nati nell’acqua santissima del nostro Battesimo, abbiamo bisogno di rinascere, di riprendere coscienza della bellezza della nostra fede, dello splendore della storia della salvezza, dove si manifesta la misericordia salvifica del Padre, attraverso il Figlio Gesù, la Sua morte e resurrezione, e attraverso l’effusione dello Spirito Santo.
O Madre, quante grazie abbiamo da chiederti in questo giorno veramente solenne……. ma te ne chiediamo una sola: ottienici l’abbondanza dello Spirito Santo ,con i suoi doni, insieme con la luce, la forza, il coraggio e la Tua intercessione.
O Vergine della Roccia di Belpasso, sii sempre con tutti noi! Così sia!".

A conclusione della S. Messa, la folla di fedeli, con in testa l’Arcivescovo, il Rettore del Santuario e gli altri sacerdoti, si è avviata in processione verso la Grotta della Resurrezione, per collocare l’artistico crocifisso ligneo, opera dello scultore Giovanbattista Genova.
Il momento è stato assai solenne e significativo: il dono dei pellegrini di Palermo è un segno di quella comunione di fede e di devozione che lega questo folto gruppo di fedeli alla Roccia.
L’Arcivescovo ha espresso loro un vivo ringraziamento, insieme all’augurio che questo legame con il Santuario possa essere sempre più intenso e ricco di frutti spirituali nel nome di Cristo e di Maria

LA MADONNA DELLA ROCCIA

Sono passati ben quattordici anni da quando Belpasso è assurta all'onore della cronaca per un evento straordinario, che l'ha resa famosa in tutta Italia: le presunte apparizioni della Madonna al veggente -Rosario Toscano (all'epoca dei fatti poco più che quattordicenne), in quel luogo allora impervio e sciaroso, lungo la strada che collega il paese al Santuario di Mompileri, divenuto noto col nome di "Roccia di Belpasso".
Le apparizioni, come certamente si ricorderà, ebbero inizio l'11 maggio 1986 e dal 1° gennaio 1987 si sono ripetute ogni primo del mese, fino al maggio 1988, quando la Madonna, nel suo ultimo messaggio dato al veggente, annunciava che non sarebbe più apparsa.
Ad ogni appuntamento è stato un crescendo continuo di partecipazione di fedeli che accorrevano da ogni angolo della Sicilia, ma anche da altre regioni del meridione, fino a sfiorare la presenza . di oltre centomila persone.
Certo a distanza di anni, ripercorrendoli a ritroso e tornando con la mente a com'era questo luogo, diventato ormai sacro, si pensa a quanto fatto da chi, con entusiasmo e fede e con tanto sacrifìcio si è volontariamente speso per renderlo accogliente e ospitale come ora è.
I lavori di sistemazione eseguiti non sono frutto di finanziamenti regionali, provinciali o comunali (questi enti hanno fatto ben poco), ma opera di un Comitato di fedeli, sorto spontaneamente, ad opera anche di persone che oggi non ci sono più, come Padre Alfio Signorelli e Padre Luciano Cosentino, che giorno dopo giorno, sfidando tutti gli inghippi burocratici, hanno fatto sì che diventasse un luogo dignitoso di preghiera. E anche se non ci sono più le presenze oceaniche di allora, rimane comunque costante l'afflusso di pellegrini che continuano a venire a pregare in questo luogo sacro.
Anche la Chiesa che dapprima si è mostrata cauta, com'è naturale davanti ad avvenimenti del genere, si è via via interessata al caso. Infatti l'Arcivescovo Bommarito ha avuto modo varie volte di incontrarsi col veggente, ricavando da questi incontri una buona impressione; quindi ha dato il placet per la realizzazione di una Cappella prefabbricata prima e del tempietto sulla Roccia poi, consentendo anche al Parroco di Borrello di celebrare Messa.
Infine si è giunti al 1° maggio del 2000 e quello che era un sogno si è fatto realtà: è stata inaugurata dall'Arcivescovo Bommarito, alla presenza delle autorità provinciali e comunali, la "Casa del Pellegrino", acquistata dalla Diocesi e destinata ad accogliere dignitosamente i pellegrini che vengono a Belpasso, è stata posta e benedetta la statua della Madonna sulla Roccia, ma cosa veramente inaspettata, nell'occasione Mons. Bommarito, a sorpresa, ha elevato la "Roccia di Belpasso" a Santuario Diocesano, sancendo così quasi l'autenticità delle apparizioni, e spiegando che, a prescindere dal fatto dell'autenticità o meno delle apparizioni, questo luogo è diventato per molti via alla conversione del cuore. 

Alberto Consolo

 (torna all'indice)

 

11 maggio 2000 - 14° anniversario delle Apparizioni

Un'altra giornata indimenticabile - circa 5000 pellegrini affollano il luogo delle apparizioni.
Il simulacro della Madonna, racchiuso ormai in un artistico rivestimento a forma di tempietto, accoglie in un atteggiamento premuroso e materno, i suoi figli devoti.
Mons. Mauro Licciardello, cerimoniere arcivescovile, presiede l'Eucarestia, attorniato da 6 sacerdoti concelebranti e circa 100 pellegrini consacrano solennemente la loro vita al Cuore Immacolato di Maria.
Fin dalle prime ore del mattino si nota il movimento caratteristico delle grandi occasioni con i pellegrini che arrivano ininterrottamente a gruppi consistenti da tutte le parti della Sicilia o da più lontano.
I primi a giungere sono i devoti di Mazara del Vallo, sempre entusiasti, nonostante le molte ore di viaggio, preparati e diretti dalla Signora Caterina, da Randazzo é giunto un gruppo ben organizzato, da Messina sono giunti, come sempre molto numerosi, guidati dai coniugi Russo, da Palermo condotti ed animati dall'instancabile Avv. Vittorio Consoli.
Abbiamo così rivisto i volti di alcuni sacerdoti presenti alla Roccia fin dalle prime apparizioni e soprattutto P. Filippo Buccheri.
La sua presenza si è dimostrata veramente preziosa e determinante fin dall'inizio delle apparizioni.
Era presente, con la mamma Anna Maria e accolto con tanta simpatia o gioia da tutti i pellegrini, anche Rosario, che ha presieduto la preghiera del S. Rosario commentando i Misteri Gloriosi, con opportune riflessioni.
Intanto giungevano altri gruppi di pellegrini in bell'ordine: ciascuno teneva in mano, ben alta, una rosa o un giglio in segno di devozione, suscitando nei presenti tanta gioia e commozione.
Due signore, dopo aver pregato davanti la statua della Madonna, hanno offerto alla Celeste Regina i loro orecchini, assai preziosi.
Il Rettore del Santuario, P. Angelo Grasso, aiutato dai volontari del Comitato, riusciva a sistemare un po' tutti, esortandoli al raccoglimento e alla preghiera.
Il giovane Rosario, prima della 5. Messa, ha letto una bella preghiera di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria esortando i presenti a ripetere spesso la loro personale consacrazione in segno di fedeltà alla Madonna.
P. Angelo ha quindi presentato ai fedeli Mons. Mauro Licciardello, cerimoniere della Curia Arcivescovile, e lo ha ringraziato per la sua disponibilità a presiedere questa celebrazione Eucaristica, motivo e segno della benedizione del Signore e della Vergine Maria.
Anche Monsignore ha ringraziato dell'invito, grato al Signore per il dono che ci ha concesso della Vergine Maria come compagna e guida sicura del nostro cammino.
" Sento una grande gioia di vivere con voi questo momento di grazia come nel Cenacolo dove gli Apostoli stavano con Maria. Viviamo dunque con fervore questo momento in preparazione alla Pentecoste e Maria ci insegnerà a capire come é grande il mistero dello Spirito Santo.
Venendo in questo luogo mi sono chiesto il perché Maria si sia presentata in mezzo a noi ponendo i suoi piedi sopra una roccia.
A Fatima, si è presentata sopra un albero, a Lourdes in una piccola grotta e qui sopra una roccia. Perché?
Si possono fare due considerazioni: la prima consolante e positiva , la seconda di segno contrario.
Partiamo con quella consolante: la Roccia é il simbolo della grandezza, della maestosità della provvidenza di Dio e Maria poggia i piedi sulla roccia.
La Sacra Scrittura parla spesso della roccia e, soprattutto nei salmi, Dio è paragonato alla roccia.
"Il Signore è la mia roccia - Tu sei la mia roccia, o Signore - Dio è mia roccia di difesa - La roccia del mio cuore è Dio - Acclamiamo alla roccia della nostra salvezza - Benedetto il Signore, mia roccia - Il Signore è la roccia eterna".Allora Maria sta sulla roccia, che è Dio, ha scelto la roccia perché il suo essere è stare con Dio e in Dio; è questa la sua posizione, il suo essere: vivere in Dio!
Maria dunque è piena di grazia e ha tutto quello che può possedere una creatura; ma non è così per l'uomo.
Ci accorgiamo talora, che qualcuno ha il cuore come la roccia, pesante, negativo...
Il cuore dell'uomo diventa come la roccia quando vive nel peccato, quando è distaccato da Dio e il suo cuore non può palpitare di vita; quando non possediamo Dio il nostro cuore è roccia.
Il cuore dell'uomo diventa come la roccia quando non ascolta la Sua Santa parola e allora non produce alcun frutto di vita eterna.
Dio è carità e se noi vogliamo vivere il nostro cristianesimo, dobbiamo vivere d'amore e questo non può avvenire quando il nostro cuore è indurito dal rancore, dall'odio, da desideri di vendetta che impietriscono il cuore.
Quale sarà allora il rimedio?
Avvicinare la nostra Madre Celeste e saper vivere interiormente questo amore facendo diventare i nostri cuori più docili e malleabili.
La Madonna è sempre la nostra intermediaria presso Dio, unirci a Lui rappresenta la sua missione. Insieme a Lei la strada sarà più agevole poiché il Signore ha voluto questo; tutto per mezzo di Maria, anche la nostra salvezza.
Non ci distacchiamo dunque dalla nostra affettuosissima Madre per non rischiare di perderci; teniamoci piuttosto aggrappati al S.Rosario.
"O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio.." E' per mezzo di Maria che potremo raggiungere Cristo: "Ad Jesum per Mariam!"

Al termine dell'omelia il Rettore P. Angelo ha preso la parola per invitare i pellegrini, che si erano preparati per la solenne Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, ad avvicinarsi all'altare e si sono presentati in tanti, circa 100.
Guidato poi da P. Angelo si è formato un grande coro di tanti fratelli e sorelle che consacravano alla Madonna il loro cuore, la vita e l'avvenire. Infine è continuata la celebrazione eucaristica con una fervente Comunione da parte di quasi tutti i presenti.
Prima della grande benedizione finale da parte di Mons. Licciardello, il Pres. Avv. Alfio Tomasello ha ringraziato in modo particolare i sacerdoti presenti che si erano messi a disposizione dei fedeli fin dal mattino per la Confessione, tra i quali il Rev.do P. Filippo Buccheri e il Parroco di Borrello. Giuseppe.
Un ringraziamento particolare al nuovo Rettore P. Angelo per la sua dedizione all'opera che gli è stata affidata.
Una signora di Randazzo ringrazia la Madonna per la grazia ricevuta: dopo 18 anni di matrimonio ha avuto una splendida bimba, tanto desiderata.
Terminata la S. Messa i presenti sono stati invitati a recarsi in processione presso la grotta della Resurrezione per rendere omaggio e pregare davanti al grande Crocifisso ivi collocato.
Nel cuore dei presenti rimane la memoria di questa ricorrenza che ci ha fatto rivivere la fede e l'emozione delle apparizioni della Regina della pace.

ONORE, GLORIA E BENEDIZIONE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA, REGINA DELLA PACE! 

 (torna all'indice)

 

3 giugno 2000 - Palermo - Chiesa di S.Giovanni Bosco
Alle ore 16,00, alla Chiesa di S.Giovanni Bosco, a Palermo, zona Romagnolo, come ogni primo sabato del mese, c'è stato un incontro, organizzato dal Movimento Sacerdotale Mariano, con il Gruppo di Preghiera della Madonna di Belpasso.
Giuseppe Marino, grande innamorato di Maria e molto vicino a Don Stefano Gobbi, ha iniziato con la prova dei canti da intonare durante la S.Messa, in attesa dell'arrivo di P.Angelo Grasso, che è giunto alle 16,45 ed è entrato in una chiesa gremita di un migliaio di persone, salutato da un caloroso applauso.
Si è iniziato con la recita dei Misteri Gloriosi del Rosario, meditati alla luce dei messaggi di Belpasso e intervallati da canti mariani.
Poi, in attesa che P.Angelo si preparasse per la celebrazione eucaristica, ho fatto un breve intervento chiarendo alcuni punti delle modalità della Consacrazione della Famiglia e mettendo l'accento sull'urgenza e la necessità della stessa.
Alle 17,30, P. Angelo ha iniziato la Celebrazione, coadiuvato da P.Salvo, parroco titolare.
In una toccante omelia, incentrata su Maria, dimora dello Spirito Santo, ha poi comunicato una importante notizia: un giovane di Andria, Bari, è miracolosamente uscito da un coma profondo di 4 mesi, dopo che la madre ha appoggiato sul suo petto una medaglietta con l'immagine della Madonna della Roccia, trovata a terra.
La donna non sapeva nulla delle apparizioni né del luogo in cui sono avvenute, ma ha sentito dentro sé che la Mamma Celeste sarebbe intervenuta intercedendo per la guarigione del figlio….e così è stato!

Il ragazzo si è svegliato improvvisamente dicendo che aveva visto Gesù con la croce sulle spalle e con una mano rivolta verso di lui che gli diceva: "Svegliati, ragazzo!".
Del fatto si è occupata anche la RAI, ne "La vita in diretta"……ma sia la donna che il conduttore non sapevano dir nulla né di Belpasso né delle apparizioni.
Dopo aver fatto qualche ricerca, i genitori e il ragazzo sono venuti a conoscenza delle apparizioni e si sono recati alla Roccia di Belpasso.
Qui, dopo aver ringraziato la Madonna al Tempietto, si sono recati alla Grotta della Resurrezione distante pochi metri dal luogo e in cui era stata collocata, oltre al grande Crocifisso ligneo donato il 1 maggio, una statua a grandezza naturale di Gesù che porta la Croce.
Appena entrati, il ragazzo è caduto in ginocchio abbracciando la statua, affermando che era proprio il Cristo che gli era apparso in sogno.
Un grande applauso di gioia si è levato da tutti i fedeli commossi.
La giornata è terminata alle ore 19,30 circa, con la benedizione di P.Angelo che ha ricordato l'appuntamento del 24 giugno a Belpasso per lo svolgimento della processione richiesta dalla Madonna in uno dei suoi messaggi.
Per quanto riguarda la guarigione di cui sopra, mi riservo di dare ulteriori e più dettagliate notizie nella pagina delle Testimonianze, non appena ne verrò in possesso.

 

 


 (torna all'indice)

 

 

1 luglio 2000 - di Alessandro Coppolino

E' stata, come al solito, una giornata bella, intensa, piena di preghiere che si sono succedute per tutto il tempo della permanenza alla Roccia.
Però la Giornata di oggi ha avuto alcune particolarità che l'hanno resa emotivamente ancora più intensa e gratificante del solito.
Ogni volta che ci si reca in pellegrinaggio alla Roccia, ci si rende sempre più conto che quella parte del suolo siciliano è veramente benedetta da Dio e dalla Vergine Madre, si sente la loro presenza e la Pace che questa presenza riesce a dare a chiunque vi si rechi.
Alle ore 8.00 siamo partiti da Barcellona con un autobus da 60 posti tutti occupati.
Splendida giornata di sole, cielo sereno, ci aspetta una giornata di gran caldo.
Alle ore 9.00 siamo giunti a Messina, dove ci siamo incontrati con la sig.ra Lina ed il suo gruppo messinese formato da tre pullman, in tutto siamo più di duecento persone.
Alle ore 11,30 siamo arrivati alla Roccia, e, dopo il consueto saluto alla Vergine, abbiamo partecipato alla S. Messa, officiata, con nostra grande sorpresa, dall'Arcivescovo di Catania, Mons. Luigi Bommarito.
La presenza di Mons. Bommarito, che ad onor del vero da un po' di tempo a questa parte viene molto più spesso alla Roccia, è dovuta al fatto che oggi non è la solita giornata del primo del mese perché é la festa del Cuore Immacolato di Maria.
Inoltre visto che siamo nell'anno Giubilare si potrà lucrare l'Indulgenza Plenaria.
Sono presenti circa mille pellegrini provenienti dalla Calabria, da Palermo, dalla provincia di Catania, ed infine vi é anche un folto gruppo, di circa 200 fedeli, provenienti da Sambuca di Sicilia in provincia di Agrigento, Diocesi presso cui Mons. Bommarito ha trascorso, come Vescovo, dodici anni della sua vita pastorale.
Questi pellegrini erano accompagnati da Padre Giuseppe, ordinato appunto sacerdote da Mons. Bommarito dodici anni fa circa. L'incontro é avvenuto proprio all'inizio della Santa Messa, ed é stato molto commovente. Alla fine della Liturgia, il gruppo di Sambuca ha regalato all'Arcivescovo un bellissimo quadro rappresentante il Pane ed il Vino, simboli dell'Eucarestia, in ricordo degli anni passati presso la Diocesi di Agrigento.
Dopo i ringraziamenti di rito, ci si é recati in processione fino alla Grotta della Resurrezione.
La strada é stata asfaltata di recente, ed è fiancheggiata, in entrambi i lati, da stele di pietra con le stazioni, lavorate in bronzo, della Via Crucis, inaugurate da Mons. Bommarito il 1° Giugno, unitamente ad una statua rappresentante il Cristo che porta la Croce, posizionata all'interno della grotta: una statua in legno con un'espressione del viso di Gesù che é impossibile descrivere, bisogna soltanto vederla da vicino per raccontare le sensazioni che suscita.
Mi hanno raccontato alcuni fedeli che nel toccare la mano di questa statua hanno avuto l'impressione che fosse come viva.
Dopo canti e preghiere, c'é stato un intervento molto toccante di Padre Angelo, il sacerdote cui é stato affidato il Santuario della Madonna di Belpasso: ha raccontato l'ultima grazia concessa dalla Madonna della Roccia, l'uscita dal coma del ragazzo di Andria di cui si è già parlato il 3 giugno e la cui testimonianza è riportata nella pagina delle
testimonianze. L'emozione, come si può intuire, è stata fortissima e numerosi fedeli avevano i volti solcati da lacrime.
Il tutto si e' concluso con un lungo applauso e, dopo la benedizione di Mons. Bommarito, siamo tutti ritornati, ancora emozionati ma gioiosi, ai nostri pullman.
Il gruppo di Messina ha proseguito poi verso il Santuario della Madonna delle Grazie, in località Mompilieri, invitati dal parroco, Padre Salvatore, dove nei locali messi a disposizione dei fedeli si é pranzato e poi, verso le 16.00 nella cappella a piano terra, é stato effettuato il Cenacolo di Preghiera con la recita del Santo Rosario e delle preghiere al Sangue Preziosismo di Gesù.
Durante il saluto di ringraziamento Padre Salvatore ci ha riservato l'ultima sorpresa della giornata, comunicandoci che la Madonna aveva concesso la grazia a cinque persone facenti parte del gruppo, di cui tre presenti.
Infine ci ha benedetto, raccomandando a tutti di ritornare, di pregare, in particolare a coloro che avevano ricevuto la grazia in quanto avevano un motivo in più per tornare a ringraziare la Madonna.
Alle 17,30 con la gioia e la speranza nel cuore, ringraziando la Vergine Madre per la splendida giornata trascorsa, si faceva ritorno alle proprie case.

 (torna all'indice)

 

1 agosto 2000 di Alessandro Coppolino

Anche questa giornata è stata intensa, gioiosa e, come al solito, ricca di preghiere.
La Santa Messa e' stata celebrata da Padre Angelo e da un frate palermitano, fra Diego, che aveva accompagnato alla Roccia i pellegrini di Palermo.
All'inizio della Santa Messa, fra Diego ha ricordato la figura di Sant'Alfonso Maria de' Liguori che viene appunto commemorato ogni 1° Agosto, giorno della sua morte avvenuta nel 1787 all'età di 91 anni.
Il Vangelo di oggi descriveva la Parabola del Grano e della Zizzania, e, nell'omelia, fra Diego ha spiegato efficacemente il significato della Parabola.
Ha parlato prima delle apparizioni di Maria nel mondo, e sullo scopo che esse si prefiggono, e che ben si legano con il significato della Parola di Dio di oggi.
Essendo difatti la Corredentrice, attraverso Lei noi potremo ottenere la salvezza e saremo il grano che verrà separato dalla Zizzania che rappresenta il male ed il peccato oggi diffuso nel Mondo.
Egli infatti ha paragonato il grano alla Parola di Dio che molto spesso non viene non solo meditata, ma neanche ascoltata, viene intesa con leggerezza e superficialità e ha invitato tutti a non giudicare gli altri, pensando di essere solo noi nel giusto, e a mettere da parte il nostro egoismo, diventando più umili e, con la preghiera fatta con il cuore, a chiedere perdono a Gesù ed alla Vergine Maria delle offese loro arrecate..
Dopo la S.Messa, tutti si sono recati sotto gli alberi, vicino alla Roccia, per cercare un po' di frescura e consumare il frugale pranzo. Poi, dopo aver recitato il Santo Rosario, nel tardo pomeriggio tutti i pellegrini si sono avviati ai pullman per il rientro alle proprie case in attesa del prossimo 1° settembre.

 (torna all'indice)

 

 1 ottobre 2000 Giubileo degli Scout - FSE di Sicilia

Fin dalle ore 9,30 è stato un susseguirsi di pulman, circa 70, che giungevano da ogni parte della Sicilia.
Oltre alla consueta folla di pellegrini del primo di ogni mese (circa 3000) erano presenti 2000 Scout della FSE (Federazione Scout d'Europa) che hanno voluto iniziare le attività dell'anno scoutistico con un pellegrinaggio ai piedi della Madonna della Roccia, molti accompagnati dalle loro famiglie.
E' stato uno spettacolo commovente vedere scendere tanti giovani che, divisi nelle varie unità, prendevano posto nella spianata tutt'attorno al Tempietto della Madonna della Roccia.
Alle ore 10,00 circa è giunto Rosario che, dopo aver parlato con Don Giorgio Lobbia, Assistente Nazionale delle Guide, giunto da Padova in rappresentanza di P. Ivan Zuzek, già Assistente Generale degli Scout FSE, si è recato alla Roccia per partecipare alla recita del S.Rosario.
Alle 11,45 circa è giunto S.E. Mons. Bommarito, Arcivescovo di Catania, e tutti gli Scout, in ordine, hanno preso posto davanti al Tempietto: è stato un tripudio di cappellini rossi e verdi, coccinelle e lupetti, con gli orifiamma disposti tutt'attorno al Tempietto.
A mezzogiorno, dopo la supplica alla Madonna di Pompei, è iniziata la S.Messa, accompagnata dai canti degli Scout.
Dopo due brevi messaggi di P.Ivan e dei Commissari Generali, letti dal Commissario Generale, l'Arcivescovo di Catania ha pronunziato la seguente omelia:

Carissimi pellegrini, sempre puntuali ogni primo del mese, qui a questo Santuario
E' un Santuario giovane perché è stato proclamato tale soltanto qualche mese fa, ma è anche adulto, perché la Madonna attira a questa Roccia, al suo Cuore Immacolato, folle sempre oranti. E tanti, tanti raccontano di grazie, di miracoli, di conversioni, a questa roccia benedetta. E ci sono parecchi giovani i quali dichiarano che proprio qui, alla Roccia di Belpasso, hanno ricevuto il dono della vocazione al sacerdozio.
Siate benvenuti, carissimi pellegrini del primo di ogni mese.. a voi oggi si unisce questa magnifica, splendida schiera di Scout d'Europa. Vengono da tutta la Sicilia, coi loro assistenti, coi loro capi, e vengono qui per celebrare davanti alla Madonna della Roccia il Giubileo dell'Anno Santo.
Il giubileo, miei cari, lo stiamo celebrando nel duemillesimo compleanno di Gesù. Duemila anni fa Gesù, dal cuore del Padre, dall'eternità è venuto nella storia, nato come noi, vissuto come noi. E' venuto a porre, come dice l'evangelista, la sua tenda in mezzo a noi.
Questo, miei cari, è l'evento degli eventi, il figlio di Dio che, pur restando Dio col Padre e con lo Spirito, diventa uomo come noi, cammina come noi, per insegnarci una cosa sola, una, e tutto il vangelo ce lo grida: la salvezza, quella salvezza di cui il Vangelo di oggi esprime in termini molto precisi e fortissimi. La salvezza, ci ha insegnato Gesù e ce lo insegna il Vangelo, si conquista solo e unicamente sulle vie dell'amore, sulle vie del servizio.
E gli scout sanno bene che servire è un motto che li qualifica.
Io sono stato, nei primi anni di sacerdozio, a Londra; e in via Baden Powell, ho vissuto, la dove è nato lo scoutismo mondiale, una giornata, per capire meglio qual è lo spirito, qual è il metodo stupendo dello scoutismo: amare Dio, amare la natura, amare gli altri, servire.
Ecco le quattro grandi luci che brillano sul cammino dello scoutismo.
Questi Scout d'Europa, che ormai sono diffusi in tutto il mondo, in tante nazioni, portano a noi il messaggio dell'amore di Dio, dell'amore alla natura, dell'amore ai fratelli ed alle sorelle, dell'amore al servizio.
Grazie, carissimi Scout d'Europa.
Intanto, il Vescovo di questa bella e grande Chiesa di Catania, vi dice grazie perché avete scelto questo Santuario della Madonna della Roccia. E' un Santuario particolare, con questo tempietto che è un po’ il cuore di tutto il complesso. Poi c'è la Via Crucis, con la Grotta della Resurrezione c col Cristo che vi aspetta: tanti raccontano di aver ricevuto grandi grazie, da quel Cristo, per intercessione della Vergine Immacolata Maria della Roccia. E poi c'è la Casa del Pellegrino, con un grande salone che può accogliere giovani desiderosi di venire qui a pregare e trascorrere una giornata di ritiro e meditazione.
Dio sa quanto bisogno abbiamo in questa società ciarliera di momenti di silenzio, di momenti di preghiera, di momenti di contatto con la natura; e voi sapete benissimo, carissimi scout, cosa significhi stare a contatto con la natura, come ci si sente più vicini a Dio.
Grazie per avere scelto questo santuario.
Io sono sicurissimo che ciascuno di noi, da questo luogo, oggi partirà con una grazia speciale, una grazia di rinnovamento nel cuore, questo nostro cuore che dobbiamo consacrare al Cuore Immacolato di Maria, una grazia di conversione. Cristiani lo siamo, ma dobbiamo ancora migliorare, e questo anno santo lo stiamo celebrando proprio per diventare veri, autentici, convinti, gioiosi, festosi, coraggiosi cristiani, discepoli del vangelo dell'amore, del vangelo della libertà.
E, in questo Santuario, impareremo a diventare cristiani migliori, ricordando le parole di Maria alle nozze di Cana, quelle parole scritte nel Vangelo, che Lei ripete agli uomini di buona volontà: "Fate tutto quello che Egli, Gesù, vi dice". E' questo l'impegno che dobbiamo riportare da questo giubileo scoutistico, in questo giorno di luce e di grazia. E' questo l'impegno che dobbiamo portare a casa, carissimi pellegrini: "Fate tutto quello che Gesù vi dice".
Quando noi avremo trovato il coraggio di realizzare la volontà di Dio, che si esprime nel Vangelo di Gesù, allora quella sarà la via della nostra salvezza, la via della nostra speranza.
Il Papa, ai giovani, in quella memorabili giornate romane del Giubileo Mondiale della Gioventù, ha chiesto: "Cosa siete venuti a fare?". E tutti hanno risposto: "Siamo venuti a cercare Gesù!".
Miei cari, Gesù lo troviamo facilmente se ci mettiamo alla scuola di Maria, se affidiamo il nostro cuore al Suo Cuore Immacolato, e con Gesù, miei cari, troviamo la via, la verità e la vita. Senza via non si va, senza verità non si conosce, senza vita c'è la morte, la morte del cuore, la morte dello spirito. Quanta gente vive ed è già morta dentro, va in giro portando di qua e di la il proprio funerale!
Auguri, carissimi pellegrini, auguri, carissimi giovani scout d'Europa.
La luce, la pace, la gioia, la grazia, la forza, il coraggio dello Spirito Santo, per l'intercessione di Nostra Signora della Roccia, siano sempre con voi , con i vostri gruppi, con le vostre famiglie, con le vostre parrocchie.
Così sia."

Alla fine della S.Messa, l'Arcivescovo ha impartito la benedizione solenne con l'indulgenza giubilare.
Hanno concelebrato anche Don Baldassare Meli, Assistente Regionale FSE e Don Giorgio Lobbia, Assistente Nazionale delle Guide, giunto da Padova in rappresentanza di P.Ivan, impossibilitato a venire per i postumi di un'operazione, e, alla fine, ha pronunziato, tra l'altro, le seguenti parole:
"Vi ringrazio di questa occasione, perché sarà motivo, per quel che mi riguarda, per diffondere altrove questa vostra testimonianza.
In questi giorni abbiamo letto: "Vedrete gli angeli del cielo salire e scendere dal cielo e comunicare direttamente con Dio". Mi sembra che oggi, qui, si apra questa scala che ci mette in comunicazione con il Signore, con il Paradiso.
Perché la Vergine è un corpo risuscitato, direbbe San Paolo, e quindi, come corpo, ci dà la mano e accoglie la nostra mano che si affida a Lei. Non uno spirito ma, come corpo risuscitato, è il prolungamento di Gesù in mezzo a noi.

Se volete cercare Gesù, non dovete fare altro che ricorrere a Lei, e Lei è presente qui, in questo luogo".

Alle ore 15,30 circa, dopo un breve incontro con Rosario, gli Scout hanno intrapreso la via del ritorno con una carica in più.

 

 

  

  (torna all'indice)

 

1 novembre 2000
Il clima temperato ha permesso di celebrare con serenità e pietà la Solennità di Tutti I Santi.
La manifestazione religiosa è iniziata con la recita del S.Rosario, alle ore 10,00.
I pellegrini, all'inizio pochi, ma ferventi, verso mezzogiorno erano circa 2000; molti vengono al momento della S.Messa, ma è importante la meditazione di questa preghiera tanto cara alla Madonna, che ne ha raccomandato l'importanza in tutte le apparizioni: meditare con amore e convinzione i misteri del S.Rosario.
Durante questa preghiera è stata sottolineata l'importanza della
Consacrazione delle Famiglie al Cuore Immacolato di Maria, richiamando anche l'attenzione dei presenti sulle ricorrenze più importanti del mese.
Verso le ore 12.15 è iniziata la celebrazione della S.Eucaristia, presieduta dal Rettore P.Angelo Grasso, attorniato da cinque accoliti e da P.Giovanni, concelebrante. Il Celebrante ha disposto gli animi a ringraziare il Signore:
"Grazie, perché ci conduci alla Tua Casa attraverso il dono della Vergine Maria; noi vogliamo metterci in un cammino di conversione per diventare sempre più santi, sempre più figli di Dio, camminando insieme verso la Gerusalemme Celeste. Chiediamo perdono per i nostri peccati e per tutte quelle volte che non siamo stati capaci di amare. Per il cristiano amare è donare incondizionatamente, specialmente a coloro che ci fanno del male, che ci danno delle sofferenze"
Dall'Omelia:
Oggi, qui attorno alla Roccia, siamo chiamati all'amore misericordioso del Signore attraverso la materna guida di Maria. Chi salirà il monte del Signore? E' un invito, cari fratelli, ad un cammino sempre più impegnato e richiede coraggio e forza che ci viene dallo Spirito Santo, che è il Signore e dà la vita.
Maria ci dà una grande testimonianza di amore quando si mette in cammino verso la montagna: Lei è Colei che genera la vita in Cristo Gesù benedetto e da madre diventa sua discepola.
Il santo è colui che, giorno per giorno, con pazienza, si mette alla sequela del Cristo che ci porta e ci conduce verso la montagna. Lì i nostri Padri hanno incontrato il Signore ed hanno ricevuto il conforto della presenza di Dio, seguendo con semplicità e spirito di sacrificio questo straordinario e meraviglioso cammino di conversione.
Chi salirà il monte del Signore? Chi salirà nel suo luogo santo?
Per noi, salire il monte del Signore significa dimorare con la Vergine Santa e, convenuti in questo santuario d'amore, vogliamo stare nel luogo santo, dopo aver salito con Maria la santa montagna. Ma abbiamo bisogno di alcune condizioni necessarie, senza le quali il Signore non ci fa stare nel luogo santo. Lo stesso salmista ci dice le condizioni: "Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non pronunzia menzogne".
Certamente tra questi ci siamo ritrovati anche noi, perché tante volte le nostre mani sono state piene di iniquità, mentre colui che leva le mani verso il cielo deve poi servire il prossimo nella carità e servirlo con amore. Un cuore insozzato di malignità, di rancore, di calunnia, non può dimorare alla presenza del Signore; se il cuore è pieno di tante cose che non sono Gesù, non può essere la sua dimora. Deve essere invece libero e capace di accoglierlo.
Stamattina abbiamo bisogno di purificare le nostre mani e il nostro cuore. Ce lo chiede la Vergine Santa, con i suoi messaggi e ci spinge verso questo cammino di purificazione: "Li voglio tutti santi i miei cari figlioli" (1 novembre 1987).
Dobbiamo dunque avere il coraggio di purificare i nostri pensieri e il nostro cuore. E questa mattina lo deponiamo vicino al Cuore Immacolato di Maria, dove troviamo riposo e forza per salire la santa montagna.
Quando la Vergine Maria ebbe la visita dell'Angelo, fu pronta, sollecita e spalancò il cuore a quella parola. Sarebbe veramente vano il cambiare atteggiamento se non ci fosse il desiderio della conversione, sarebbe veramente sciupare una grazia particolare.
Ancora una nota caratteristica ci chiede il Signore per questo nostro cammino di conversione:
- mani pulite
- cuore puro
- non pronunziare menzogne.
Su questo, cari fratelli, dobbiamo riflettere: troppo spesso, con troppa facilità, facciamo diventare la menzogna nostro pane quotidiano…..tante volte ci mascheriamo dietro quel perbenismo, dicendo che questa menzogna serve per il bene degli altri, e per questo dobbiamo chiedere perdono, per non chiudere la strada al cammino della santità.
Ciascuno di noi può rendere gloria a Dio nella misura in cui dalla nostra bocca non escono parole di menzogna e di calunnia, ma il nostro parlare è in sintonia con la Parola di Dio. Solo colui che si mette in questa dimensione, otterrà benedizione dal Signore, otterrà giustizia. Ma se prima nel tuo cuore non c'è spazio per Maria e Gesù, allora chiedi la grazia alla Vergine Santa, che intercederà per te e ti farà avere un cuore libero, capace di amare.
Cari fratelli, nella nostra comunità, non lasciamo spazio alla cattiveria, alla calunnia, al pregiudizio. In questa solennità di tutti i Santi, ci liberi il Signore da tutto ciò che non è Lui e ci doni occhi per vedere l'amore, per vedere la luce che è Gesù, per diventare strumenti di conversione per gli altri.
Chiediamo alla Vergine Santa di diventare misericordiosi, comprensivi, capaci di dare una mano a chi ne ha bisogno: "Vergine Santa, siamo ai tuoi piedi, questa mattina, per dirti che con Te ce la faremo, con Te saliremo la montagna, con Te avremo queste mani innocenti e questo cuore libero per amare Dio e il prossimo!"
Cari fratelli, la Vergine Santa, Madre Immacolata, dal cuore sempre attento alla necessità, ci accompagni e ci custodisca e ci doni la gioia di sperimentare la conversione nell'amore grande del Padre! Amen! Così sia!"
Prima della benedizione solenne, a conclusione del S.Sacrificio Eucaristico, il Rettore, P.Angelo, ha preannunciato che, il giorno 1 dicembre, il nostro Arcivescovo, sarà in mezzo a noi per inaugurare la SCALA SANTA.
La Grotta della Resurrezione sarà così arricchita da questo dono di purificazione e di amore. Nel frattempo, si penserà a completare la Casa di Accoglienza del Pellegrino.
Questa giornata ci ha riempito il cuore di grande gioia e di speranza, è stata un dono per le nostre anime, una presenza materna della nostra Celeste Regina.

 (torna all'indice)

 

 20-29 novembre 2000 Torino - Trionfo di Maria

Dal 20 al 29 novembre si è svolta a Torino, nella Parrocchia di S.Agnese, retta da P.Gianni Marchesi, una settimana mariana molto intensa.
Si è iniziato con l'arrivo della statua pellegrina della Madonna di Fatima, e sono state celebrate varie S.Messe, precedute dalla recita del S.Rosario e, il giorno 23, dall'adorazione Eucaristica.
Dal giorno 24 al 29, la predicazione è stata tenuta da P. Filippo Buccheri S.J., un "giovane" sacerdote di 87 anni, profondo conoscitore delle apparizioni di Belpasso, proveniente da Catania e invitato personalmente da P. Gianni.
Gli incontri sono iniziati con la lettura di una lettera di saluto di Rosario Toscano ai parrocchiani:

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
mando a voi tutti un fraterno saluto. Non so se mi conoscete, se conoscete la storia che mi ha coinvolto in un
grande progetto di cui sono un semplice testimone.
Certamente P. Buccheri ve la illustrerà e dal suo racconto comprenderete la mia assenza dovuta ad una scelta di vita nascosta e di contemplazione dell’amore di Dio, ad imitazione dell’umiltà della nostra cara Madre del cielo che serbava tutto meditandolo nel suo Cuore.
La visita della sacra immagine di nostra Signora di Fatima vi spinga tutti a conoscere più approfonditamente e a meditare col cuore il messaggio di Penitenza, di Preghiera e di Riparazione, e vi attiri sempre più fino ad accoglierlo completamente nella vostra vita tramite un totale abbandono e affidamento al Cuore Immacolato di Maria affinché l’opera dello Spirito Santo, iniziata in voi con il Battesimo, abbia il suo perfetto compimento con l’eterna visione di Dio.
La consacrazione e affidamento a Maria richiede impegno da parte di ciascuno di noi, impegno nel testimoniare sempre la nostra fede nel suo figlio Gesù in tutte le circostanze della vita, nella gioia, nel dolore, nella fatica, nella sofferenza, in parole ed opere.
In questo Maria è maestra sublime perché è la perfetta discepola di Cristo, vi esorto perciò a frequentare ogni giorno la sua scuola pregando con il S. Rosario, essendo assidui e concordi nella preghiera e nell’incontro con Gesù Eucaristia.
Ciò serve ad edificare quel regno di Pace che il Signore ha voluto affidare al trionfo del Cuore Immacolato della sua Madre e di cui noi siamo chiamati ad essere cooperatori.
Questo è il messaggio che giunge anche da Belpasso dove il Signore ha posato amorevolmente il Suo sguardo compiacendosi del suo capolavoro che è Maria, e dove il santuario è proprio dedicato al Cuore Immacolato di Maria Regina della Pace.
Questo è perciò l’augurio e il saluto che rivolgo a voi tutti, accogliete Maria nelle vostre famiglie: la S. Madre Chiesa guarda ad esse come al suo stesso futuro; siate uniti con i vostri pastori e presbiteri dandovi forza e coraggio a vicenda nel seguire gli insegnamenti di Gesù e del suo dolce vicario in terra il S. Padre.
La S. Vergine vi aspetta laddove siete riuniti in preghiera, perché dove due o tre sono riuniti nel nome del Signore là c’è Gesù, e dove c’è il Figlio là c’è anche la Madre.
La nostra cara Madre del Cielo, quindi, vi aspetta nelle vostre case, una volta che l’abbiate accolta; vi aspetta nella vostra parrocchia, vi aspetta a Fatima e vi aspetta anche a Belpasso.
La gioia d’incontrarsi nel nome del Signore è come pregustare l’ancor più grande gioia e Pace del Paradiso.

Catania, 23 novembre 2000

Rosario

E' stato proiettato, nel salone parrocchiale, un filmato sulle apparizioni che ha riscosso grande interesse.
Nella messa vespertina del sabato, celebrata da Mons. Piergiorgio Micchiardi, vescovo ausiliare di Torino, e nelle S.Messe della Domenica, ben 300 famiglie hanno effettuato la Consacrazione delle Famiglie al Cuore Immacolato di Maria.
I giorni 25 e 26, P. Gianni Marchesi ha pronunciato, durante la Celebrazione Eucaristica, il seguente Atto di Affidamento e Consacrazione della Parrocchia e delle famiglie al Cuore Immacolato di Maria, da lui composto.

"O Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, che sei venuta tra noi come "pellegrina", eccoci riuniti intorno a Te per affidartIi e consacrarTi tutte le nostre famiglie e questa "famiglia di famiglie" che è la nostra comunità parrocchiale di Sant'Agnese!
Noi riconosciamo in Te il modello ideale per vivere, al modo di Cristo, la vita familiare: aiuta le nostre famiglie a mettere Dio al primo posto!
Gesù Tuo Figlio Ti ha donata a noi come Madre: per questo noi ci abbandoniamo e affidiamo al Tuo Cuore Immacolato!
A Te, Madre della Chiesa, consacriamo la nostra parrocchia di Sant'Agnese: rendici un cuore solo ed un'anima sola, perché il mondo creda a Gesù Salvatore di tutti!
Vogliamo vivere come figli tuoi, per saper vivere con gioia da figli di Dio e da fratelli per tutti!
Ci impegniamo a seguire te come "maestra" di preghiera, frequentando quella "scuola di vita" che è il tuo Rosario!
Collaboreremo con Te, o Maria, perché questo mondo ritrovi la bussola della fede e la capacità della fraternità.
E Tu, o Madre del Signore, non abbandonarci, finché ci avrai tutti lassù con Te e con Gesù in Paradiso!"
La Chiesa, a quanto mi ha comunicato telefonicamente P. Gianni, è stata costantemente gremita da circa 1000 persone che hanno ascoltato, con grande commozione, la testimonianza e la predicazione di P. Buccheri, un vulcano che non ha nulla da invidiare all'Etna.

 (torna all'indice)

 

1 dicembre 2000 L'Arcivescovo Metropolita Mons. Luigi Bommarito benedice e inaugura la Scala Santa
Anche quest'oggi è stata una giornata indimenticabile per il Santuario di Nostra Signora di Belpasso. Il tempo, che minacciava pioggia e tempesta, si è mantenuto calmo, senza una goccia d'acqua.
La preghiera del S.Rosario, iniziata regolarmente alle 10,00, presieduta prima dal Sig. Elio, poi da Fr.Saturnino, fra canti, riflessioni e intenzioni particolare, ha contribuito a creare un devoto raccolgimento che facilitava il contatto con Dio e la Vergine Santa. Davanti alla statua della Madonna, una signora pregava, mentre le lacrime le solcavano il volto, ed altre persone dicevano: "Appena giungo in questo luogo, sento una grande pace".
Verso mezzogiorno si è conclusa la recita del S.Rosario con le litanie al Cuore Immacolato di Maria per implorare la sua protezione per le famiglie bisognose di armonia e di pace.
Prima di iniziare la celebrazione della S.Messa, l'Arcivescovo ha rivolto parole di saluto ai pellegrini giunti anche da molto lontano:
Cari pellegrini, la pace sia con voi! Salutiamo insieme la Vergine della Roccia di Belpasso, poi un saluto al Rettore di questo Santuario, don Angelo, che lavora con tanto impegno insieme a collaboratori e collaboratrici, sempre al servizio dei fratelli per un cammino spirituale e di santità.
Alla Roccia di Belpasso si viene per chiedere alla Madonna grazie di santità, di apertura del cuore allo Spirito Santo. Sono contento di salutare anche gli altri Sacerdoti, li abbraccio e li ringrazio perché rendono con la loro sacra presenza, più preziosa questa celebrazione. Saluto tutti voi, miei cari, e soprattutto quelli che sono venuti da lontano, li saluto con gioia perché questa è una S.Messa giubilare, è come se fossimo andati a Roma per passare attraverso la Porta Santa.
Alla fine della S.Messa, andremo a benedire la Scala Santa, che è veramente un dono per questo Santuario: è una scala che si sale in ginocchio, pregando, meditando e col pentimento dei nostri peccati, e si conclude col bacio del Crocifisso.
E' la Croce della nostra salvezza, è la Croce della Redenzione, è la Croce della Misericordia di Dio.
Poi si scende, dall'altro lato, in piedi, ma dopo aver baciato Gesù con un bacio d'amore e di devozione.
Ogni volta che ci presentiamo pentiti al Signore, questo è un momento in cui Dio ci dà tutta l'ampiezza della Sua Misericordia e della sua tenerezza d'amore"
La S.Messa è poi proseguita in un clima di fervore e di raccoglimento.
L'Arcivescovo ha pronunziato la seguente omelia:
"Un saluto a questa meravigliosa assemblea. Due sono le mense alle quali il Signore ci invita: la mensa della parola e la mensa dell'Eucaristia. La prima illumina la mente, la seconda è la mensa del pane eucaristico che sostiene, riscalda e fortifica il nostro cuore.
Quanto dobbiamo essere grati al Signore, miei cari, per l'invito a queste due mense, ma vogliamo avvicinarci non da soli, ma con Maria; è Lei la maestra della parola di Dio e la prima discepola del Vangelo di Gesù; è Lei che ha dato carni a Gesù che diventano pane e vino e sono offerti per la nostra salvezza. Quanto siamograti, o Vergine Maria, per questa parola che ci illumina, per questo pane che ci sostiene.
Ma noi, o Maria, non vogliamo camminare da soli, ma con Te, mano nella mano, con Te che sei la Regina della Pace.
Ci sono due parole che in questa santa liturgia hanno toccato con particolare intensità il nostro cuore. La prima l'abbiamo ascoltata dal profeta: "Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce".
Miei cari, è proprio vero, l'umanità cammina nelle tenebre se non si distacca dal peccato; cammina nel buio se non abbandona le vie di morte che sono le vie del peccato e diventano guerra, arroganza, prepotenza, ingiustizia.
Quante cose brutte nel mondo! Ma alla base c'è sempre lui, il peccato: o lasciate il peccato, miei cari, o andate a sbattere contro un muro. Quanto mi è amaramente piaciuto il titolo di un grande giornale italiano: proprio nei giorni scorsi il giornalista che parlava del fallimento della grande riunione che i potenti della terra hanno tenuto in Olanda, all'Aia, per cercare di mettersi d'accordo, per evitare di profanare ancora, di saccheggiare ancora selvaggiamente la natura, che poi risponde male….perché l'equilibrio della natura, miei cari, non si può violare senza riceverne danno………………..
…………..Non si sono potuti mettere d'accordo. I potenti della terra non sanno salvare l'umanità!
Che amarezza! Ma chi ci salva? Ci salvano i filosofi? Ci salvano i politici, ci salvano gli scienziati, ci salvano gli economisti? Tutti possono dare una mano d'aiuto…ad una sola condizione, però,……che sappiano guardare a Cristo, perché è Lui il Salvatore unico…è Lui il Liberatore unico…è Lui il Redentore unico.
La Bibbia ha una parola estremamente chiara: "Non c'è salvezza in nessun altro nome se non nel nome di Cristo Redentore. Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce, luce di salvezza, di speranza. Questa luce, miei cari, è Gesù. Lui l'ha detto: Io sono la luce del mondo, chi non cammina con me si trova nelle tenebre.
Accanto a Lui, c'è un'altra luce, Maria! E' Maria che ha generato per l'umanità questa luce del mondo che rischiara e non abbaglia, questa luce che c'illumina e c'insegna la via dell'armonia, la via della pace, la via della fraternità. Qui, alla Roccia di Belpasso, sei Tu, o Maria, sei la luce che deve illuminare i nostri cuori, la nostra intelligenza, per scegliere sempre il bene, per combattere sempre, con l'aiuto dello Spirito Santo, il male, il peccato."
L'Arcivescovo ha poi impartito la Benedizione Solenne e ha benedetto la Scala Santa all'interno della Grotta della Resurrezione.
Prima di lasciare la Grotta, molti si sono avvicinati per inaugurare, in ginocchio, il percorso della Scala Santa.
Mentre la folla si dirigeva verso l'uscita e verso il Tempietto, altri si dirigevano verso la Casa del Pellegrino, per consumare il loro pranzo a sacco, usufruendo così, per la prima volta, delle strutture di accoglienza del Santuario.
Attorno al Santuario, tutto va migliorando per un'accolgienza sempre più fraterna dei numerosi pellegrini, oggi circa 4000, che vengono ad onorare la Regina della Pace.

 (torna all'indice)

 

2 gennaio 2001 La Chiesa di Catania affida a Maria SS.ma il suo cammino all’alba del terzo millennio

Il 2 gennaio 2001 si è tenuta una solenne concelebrazione eucaristica nella Basilica Cattedrale di Catania, presieduta da S. E. Rev.ma Mons. Luigi Bommarito, Arcivescovo Metropolita di Catania, con la partecipazione di numerosissimi sacerdoti, diaconi, seminaristi e fedeli.
L'Arcivescovo Bommarito, seguendo l’esempio e l’invito del S. Padre, sotto l’ispirazione di Dio e con l’aiuto della S. Vergine, ha affidato a Maria SS.ma il cammino della Chiesa di Catania con l’esortazione e la speranza che le parrocchie e le famiglie della sua, come di tutte le altre diocesi, facciano un analogo atto di offerta di sé a Dio per le mani di Maria, per essere sempre più alla perfetta sequela di Cristo.
Mons. Bommarito, nella sua omelia, ha posto l’attenzione sulle "tre stelle" che hanno illuminato l’anno giubilare e che ancora dovranno illuminare la vita di ogni cristiano nel nuovo Millennio.
La prima stella è quella della Missionarietà, e, a tal proposito, ha ricordato la splendida Enciclica di Giovanni Paolo II, la Redemptoris Missino, verso cui confluisce l’esperienza e la cura pastorale di Giovanni XXIII come anche di Paolo VI: Missionarietà che la Santa Madre Chiesa, nel corso del Concilio Vaticano II, ha dichiarato essere caposaldo indispensabile nella vita di un autentico cristiano.
Mons. Bommarito ha menzionato le parole di Origene che diceva: "Chi non è apostolo è apostata".
Infatti si entra in Chiesa come discepoli e vi si esce come apostoli.
"Ma questo campo di missione – ha sottolineato l’Arcivescovo – deve necessariamente riconoscersi innanzitutto nel nostro ambito, in chi ci sta accanto, e cominciare dalla propria Chiesa locale"; e si riferiva alla missionarietà nelle famiglie e tra le famiglie, nei territori parrocchiali.
La seconda stella è l’Interiorità, che mons. Bommarito ha definito "anima della missione", ed ha poi aggiunto che la ricerca di Dio dentro se stessi fa come brillare esteriormente la nostra vita cristiana, perché la vita ci è data per cercare Dio, la morte per trovarlo, l’eternità per goderlo.
Infine la terza stella è l’Amore, da lui definita "anima della Trinità", il motore che tutto fa muovere e che è vita.
Ha affermato infatti che la Carità è anima della vita, che la vera vita è in Dio e che quindi Dio è Amore, Carità.
Ha poi fatto notare la grande forza di Giovanni Paolo II che, nonostante le grandi sofferenze, riesce ancora a portare avanti la sua missione nel mondo e che ciò non sarebbe stato possibile se il Santo Padre non fosse stato sostenuto dall’Amore di Dio.
Ha quindi aggiunto: "Senza Amore, tutto è nulla!"
Una nota specialissima l’ha dedicata all’Eucaristia, continuo dono d’amore per noi e irrinunciabile alimento, assieme alla Parola di Dio, per ogni cristiano.
Ha infine rivolto un pensiero particolare alla più luminosa fra le stelle, alla Madre di Dio:
"Chiediamo a Maria SS.ma di ottenerci il dono della Missionarietà; Lei, che dopo l'annuncio dell'Angelo, raggiunse in fretta una città di Giuda per portare la Grazia del Signore alla cugina Elisabetta.
Chiediamo alla Santa Vergine di ottenerci il dono dell'Interiorità; Lei che serbava tutti i misteri di Dio meditandoli nel Suo Cuore Immacolato.
Chiediamo alla Madre di Dio di ottenerci il dono dell’accoglienza dell’Amore Divino, così da saperlo offrire al nostro prossimo; Lei che ha saputo accogliere nella sua vita il dono più grande di Dio, il nostro Salvatore Gesù Cristo, per offrirlo a noi tutti fino all’estremo sacrificio presso la Croce del Suo Figlio
."
Al termine della S. Messa, mons. Bommarito, inginocchiato dinanzi ad una sacra immagine della Madre di Dio, icona tradizionale legata alla storia di Catania, ha pronunziato, in unione con tutti i sacerdoti e con l’assemblea, l’Atto di Affidamento della Chiesa di Catania a Maria SS.ma all’alba del nuovo millennio.

  1. "Donna ecco tuo figlio" (Gv. 19,26).
    Mentre volge al termine questo Anno Giubilare in cui Tu, o Madre, ci hai nuovamente offerto Gesù, il frutto benedetto del tuo grembo purissimo, il Verbo fatto carne, Redentore del mondo, risuona particolarmente dolce per noi questa sua parola che a Te ci rinvia, facendoti nostra Madre.
    "Donna ecco tuo figlio".
    Affidando a Te l’apostolo Giovanni, e con lui i figli della Chiesa, anzi gli uomini tutti, Cristo non attenuava, ma piuttosto ribadiva, il suo ruolo di Salvatore del Mondo.
    Tu sei splendore che nulla toglie alla luce di Cristo, perché esisti in Lui e per Lui.
    Tutto in Te è "fiat": Tu sei l’Immacolata, sei trasparenza e pienezza di Grazia.
    Ecco dunque i tuoi figli, raccolti intorno a Te, all’alba del nuovo millennio.
  2. "Donna ecco i tuoi figli!"
    Per questo, Madre, come l’apostolo Giovanni, noi vogliamo prenderti nella nostra casa (cf. Gv. 19,27) per imparare da Te a conformarci al Tuo Figlio.
    Siamo qui, davanti a Te, per affidare alla Tua premura materna il futuro che ci attende in questo primo secolo del terzo millennio, chiedendoti di accompagnarci nel nostro cammino.
    Implora per noi il Figlio Tuo diletto perché ci doni in abbondanza lo Spirito Santo, lo Spirito di Verità che è sorgente di vita.
    Accoglilo per noi e con noi, come nella prima comunità di Gerusalemme, stretta intorno a Te nel giorno di Pentecoste (cf. At. 1,14).
    Lo Spirito apra i cuori alla giustizia, all’amore, alla reciproca comprensione e ad una ferma volontà di pace.
    Ti affidiamo tutti, a cominciare dai più deboli.
    I bimbi non ancora venuti alla luce e quelli nati in condizione di povertà e di sofferenza, i giovani alla ricerca di senso, le persone prive di lavoro e quelle provate dalla fame e dalla malattia..
    Ti affidiamo le famiglie dissestate, gli anziani privi di assistenza e quanti sono soli e senza speranza,
  3. Madre, che conosci le sofferenze e le speranze della Chiesa e del Mondo, assisti i tuoi figli nelle quotidiane prove che la vita riserva a ciascuno e fa che, grazie all’impegno di tutti, le tenebre non prevalgano sulla luce.
    A Te, aurora della salvezza, consegniamo il cammino della Chiesa di Catania nel nuovo Millennio, perché sotto la Tua guida tutti scoprano Cristo, luce del mondo ed unico Salvatore, che regna con il Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.

La cerimonia si è conclusa con la Benedizione Giubilare e con una solenne processione all’esterno della Cattedrale, accompagnata da un festoso scampanio.

 (torna all'indice)

1 marzo 2001 Signore converti il mio cuore a Te

Questa giornata si presenta fredda e ventosa. Alle ore 10 inizia la meditazione del S. Rosario, ma il vento gelido impedisce la sosta presso il tempietto e i devoti si spostano verso la gradinata assolata. Si recitano così i misteri gaudìosi, poi cade un po' di pioggia e tutti si spostano nel salone S. Luigi presso la Casa del Pellegrino. Qui si prega con devozione terminando le 15 poste del S. Rosario. Il salone si riempie completamente e molti pellegrini restano in piedi.
Intanto si invitano ì presentì a meditare sul significato della Quaresima attingendo dalla preghiera della Liturgia: "PERDONACI, SIGNORE, PERCHÈ ABBIAMO PECCATO". La Quaresima deve servire a prepararci alla Pasqua che ci aiuterà a passare dal peccato alla vera vita. S. Paolo ci esorta: "Vi supplichiamo, in nome di Cristo, riconciliatevi con Dio, vi esortiamo a non accogliere invano la Grazia di Dio". La potenza di Maria ci proteggerà dalle insidie del dragone infernale.
Mentre sì recita il S. Rosario, P. Condorellì e altri sacerdoti confessano, la sala è gremita e sì calcolano circa 2000 presentì: inizia la S. Messa presieduta dal Rettore P. Angelo e concelebrata da P. Gìovanni Vanoli. Il celebrante esorta a lodare e ringraziare il Signore perché ancora una volta offre alla sua Chiesa un tempo di grazia e di conversione e ognuno è chiamato a verificare il proprio rapporto con Dio e con ì fratelli. Approfittando di questo tempo d'amore, considerando se siamo stati tiepidi nei suoi confronti, invochiamo per questo la sua infinita misericordia. "Cari fratelli e sorelle, il tempo della Quaresima, con la presenza e la forza dello Spirito Santo, ci condurrà a fare l'esperienza diretta con Dio -esordisce il celebrante nell'omelia. Nella storia del popolo d'Israele incontriamo il numero quaranta dal termine quadraginta. Quaranta sono stati gli anni in cui il popolo eletto si è trovato nel deserto in cammino verso la libertà. Gesù rimase nel deserto 40 giorni per prepararsi alla realtà della croce, realizzando così il progetto del Padre. 40 sono stati anche i giorni che Mose passò in quell'esperienza straordinaria della sua vita, sopra il monte Sinai finche il Signore gli consegnò le tavole, della legge. Ci troviamo ora anche noi in un tempo favorevole di grazia e di misericordia. Davanti a noi viene posta la vita e il bene, la morte e il male. Il male ci separa da Dio e allora sperimentiamo la morte; ma noi siamo chiamati alla vita, alla redenzione operata dal Cristo, a dare gloria a Dio.
Oggi siamo dunque chiamati ad una scelta ben precisa e il Signore ci ripete questa mattina se vogliamo scegliere Lui che è via, verità e vita. In questo tempo ognuno deve interrogarsi che cosa rappresenta per noi il Signore, se è l'unico Signore della nostra vita. Non basta dire: "Io sono convertito, è cambiato, tutto è a posto". Il momento della conversione, va accompagnato e seguito con una scelta continua: GESÙ È IL SIGNORE!
Qui alla Roccia di Belpasso è chiaro l'invito alla conversione! Quando avviene la conversione nella vita dell'uomo, tutto acquista un nuovo sapore, un nuovo significato e anche la sofferenza diventa un motivo di lode e di benedizione. Qui alla Roccia dobbiamo chiedere soprattutto: "Signore, converti il mio cuore a Te! "E tutto poi ci sarà dato in abbondanza. Se vieni alla Roccia di Belpasso per chiedere la guarigione di un tuo fratello: convertiti e sperimenterai allora cento guarigioni! RICORDA SEMPRE CHE DIO È AMORE! E se tu scegli Gesù Cristo, non puoi essere che amore.
In questo tempo di Quaresima dobbiamo essere disposti a perdonare tutti, altrimenti la nostra conversione non è sincera. Dobbiamo amare, perché nella misura con la quale amiamo, Dio ci da le grazie per avere la forza e il coraggio di mettere in pratica quanto Egli ci ispira. Si deve verificare in noi un cambiamento di rotta, dimenticando il nostro io. Senza Dio nella nostra vita non c'è proprio niente e tutto diventa effimero, insignificante; con Lui c'è la vita e il dinamismo dello Spirito che ci farà cantare un canto nuovo.
La Quaresima ci offre degli strumenti per poter attualizzare la conversione: Preghiera, S. Messa, digiuno, elemosina. Questo tempo deve essere scandito dalla preghiera vera, altrimenti si cade nell'esteriorità; la partecipazione convinta alla Celebrazione Eucaristica, a questa fonte inesauribile di grazia alla quale dobbiamo attingere senza mai stancarci e un mezzo insostituibile per la nostra santificazione; il digiuno è un'arma forte che ci aiuta ad essere vittoriosi sul nostro egoismo; infine, l'elemosina apre il cuore agli altri, è voglia di condividere ciò che è tuo, è condivisione di quanto il Signore ci ha dato. A ciascuno di voi l'augurio di trascorrere questa Quaresima alla presenza del Signore per sperimentare poi quel giorno meraviglioso della Pasqua, quel passaggio dalla morte alla vita. Amen!"
Terminata la S. Messa, dopo una fervente partecipazione alla S. Comunione, i pellegrini sono stati invitati a recarsi processionalmente al tempietto della Vergine della Roccia. Il Rettore P. Angelo con il Santissimo Sacramento, guidava il cammino cantando inni e giaculatorie a Gesù Sacramentato. Era veramente commovente vedere tanti devoti camminare insieme a Gesù verso la Roccia per un incontro tanto significativo con la madre del Cielo, con la Regina della Pace. L.R

 (torna all'indice)

 

15 marzo 2001 - Betancourt, il sacerdote carismatico fra i devoti della Roccia.

"Sono il vagabondo di Dio e la Madonna oggi mi ha portato qui a pregare per tutte le intenzioni di chi ha bisogno di guarire dai mali dello spirito e del corpo".
Così esordisce padre Dario Betancourt, il noto sacerdote carismatico di origine colombiana che la mattina del 15 marzo, attorniato da un gruppo di sacerdoti, (mons. Grasso, padre Vassallo, padre Balistreri, padre Incognito, padre Di Prima) ha presieduto la Celebrazione Eucaristica al santuario della Madonna della Roccia di Belpasso.
La sua fama, naturalmente, ha richiamato da tutta la provincia migliaia di persone, in particolare ammalati, che sperano nella guarigione; ma lui ci tiene a precisare che tutte le messe sono di guarigione, perché è Gesù a guarire. "La mia è solo la preghiera per gli ammalati: durante questa preghiera accade che alcune persone guariscono da infermità, basta avere fede e pregare".
E di preghiera padre Dario ne ha fatta fare tanta, prima e durante la Santa Messa, accompagnata, come è nel suo stile, da una gestualità tutta particolare. L'importanza della comunione con Dio per sconfiggere il peccato e guarire dai mali dello spirito e del corpo è stata al centro della sua omelia, seguita con viva attenzione dall'assemblea che attendeva con trepidazione quei "prodigi" che solitamente accompagnano le Celebrazioni in giro per il mondo di padre Bentacourt, segni che a quanto pare non sono mancati.
Enrico Carnazza, 43 anni, di Catania, aveva la schiena bloccata a causa di un incidente con il camion, durante la preghiera ha sentito un grande calore e ha testimoniato la sua guarigione, così pure Salvatore Simetrico di Catania, 41 anni, che stentava a camminare, ha ripreso a muoversi con scioltezza. Tre coppie di sposi senza figli, secondo quanto ha affermato il carismatico, entro la fine del 2002 saranno allietati dalla nascita di un figlio, mentre un'altra signora di Belpasso sarebbe guarita da un tumore alla bocca. Una giornata, quindi, intensa, ricca di emozioni come tutti si aspettavano. Soddisfatto per l'incontro è stato il rettore del santuario, mons. Angelo Grasso: "Suggestiva e partecipata è stata la Celebrazione Eucaristica presieduta da padre Dario. Durante questa celebrazione -ha detto tra l'altro -ho sentito forte la presenza del Signore, operatore di prodigi. Mi sembra significativo che questo incontro si sia svolto nel nuovo Santuario, luogo di spiritualità mariana sbocciato tra le sciare secolari dell'Etna. È infatti a Maria, la donna provvida che accompagna il cammino dell'uomo, che padre Dario ha affidato la conversione di noi peccatori". Maria Calvagno

 (torna all'indice)

Consacrate al Signore per un cammino di evangelizzazione - 25 marzo 2001

Questa giornata del 25 marzo va scritta con particolare rilievo nella storia del Santuario della Madonna della Roccia: quattro suore della famiglia delle "Ancillae Domini" hanno emesso pubblicamente i loro voti di obbedienza, castità e povertà.
Le suore biancovestite erano raggianti di gioia e si sono consacrate al Signore con grande amore e generosità per un cammino di evangelizzazione e di servizio verso i poveri.
La S. Messa, presieduta dall'Arcivescovo Metropolita di Catania Mons. Luigi Bommarito, e concelebrata dal rettore del Santuario Don Angelo Grasso e dai parroci di Nicolosi ha avuto come preparazione la recita del S. Rosario con riflessioni e canti appropriati alla solenne circostanza.
All'inizio della celebrazione l'Arcivescovo ha ringraziato i presenti -circa 2000 -e in modo particolare il sindaco della città di Nicolosi, Salvatore Moschetto, presente con alcuni assessori della sua Giunta. Mettendo, poi, in risalto il significato profondo di questa donazione delle "Ancillae Domini" (questo il nome delle quattro sorelle che si sono consacrate al Signore: Veronica, Maria Laura, Maria Assunta, Maria Grazia), Mons. Bommarito ha poi esortato le sorelle a seguire sempre l'esempio di Maria Regina della Pace, perché Lei è stata la prima discepola di Gesù e noi dobbiamo sforzarci di seguire le tre vie che ci indica: la via della luce, la via della croce e la via della bellezza, Quando 1'umanità si allontana da Dio allora le cose si mettono male e sciocchi sono quelli che pensano di voltare le spalle a Dio, calpestando i suoi insegnamenti e le sue sante leggi.
Dall'omelia:
"Care sorelle, con il vostro carisma di evangelizzazione troverete un luogo privilegiato in questo Santuario e con l'aiuto della Madonna della Roccia porterete tante anime a Gesù e alla pratica del suo Vangelo. Grazie per tutto quello che farete e realizzerete in questo Santuario.
Ed ora voglio dare una benedizione speciale a tutti i bambini presenti, li invito a venire davanti all'altare e insieme benedirò anche tutti gli anziani e i malati.
Cari bambini, voi siete una realtà meravigliosa oggi e anche per il domani; vi auguro di crescere sempre in una famiglia unita, concorde illuminata dalla fede e riscaldata dall'amore di Gesù: una benedizione speciale poi ai vostri papà e alle vostre mamme e spero che tutte le vostre famiglie si consacrino al Cuore Immacolato di Maria.
Questa è una grande grazia che aiuta le famiglie a restare unite e concordi nella fede, nella speranza e nella carità di Cristo
".
Terminata l'omelia l'Arcivescovo ha impartito a tutti i presenti una solenne benedizione raccomandando infine di visitare il museo della Diocesi presso il Duomo: "Sarà per tutti un bagno di cultura, di storia e di liturgia".
Prima che si sciogliesse l'assemblea il Sindaco di Nicolosi ha ringraziato l'Arcivescovo e i rev.di Parroci di Nicolosi in particolare P. Fatuzzo assistente spirituale delle Ancillae Domini, il rettore del Santuario P. Angelo Grasso e i rev.di Presbiteri. Si è inoltre compiaciuto la per la grande rappresentanza della sua città e ha infine ringraziato le rev.de suore "Ancillae Domini" per la loro carità encomiabile verso la popolazione bisognosa e inferma. M. C.

 (torna all'indice)

1 aprile 2001 - ….Non pensate più alle cose antiche.

Fin dal mattino, si nota un discreto movimento di macchine e di pellegrini; il tempo non promette nulla di buono. Alle ore 10 giunge un pellegrinaggio proveniente da Acireale; dopo aver pregato davanti alla Madonna della Roccia, insieme al loro Parroco i pellegrini si recano nella cappellina presso la strada, per partecipare alla S.Messa, poi ripartono per Acireale. Giungono, intanto molti devoti e si inizia la recita e la meditazione del S.Rosario presso la Roccia; presiedono la preghiera il sig. Elio e Fr. Saturnino.
Nel frattempo il tempo si fa minaccioso e comincia a piovere, giunge il Rettore P. Angelo e invita i pellegrini a raggiungere il salone S.Luigi per la S.Messa. La folla è notevole, si calcolano circa 4000 presenze; si tolgono le sedie dal salone perché ci sia più spazio, ma non si riesce a dare un posticino a tutti; molti trovano rifugio nella Casa del Pellegrino, da dove seguono la Celebrazione Eucaristica unitamente a quanti stanno dentro il Salone S.Luigi.
Il Celebrante mette l'accento sulla serenità del cuore in ogni circostanza, perché in mezzo a noi c' è il Signore Gesù e l'aiuto della Vergine Santa, e fa notare che ci sono difficoltà burocratiche, perché le richieste alle autorità competenti si inoltrano per risolvere i problemi più urgenti, ma spesso dopo mesi e mesi non giunge nessuna risposta. Nonostante ciò, con l'aiuto dei fedeli e dei generosi volontari le difficoltà saranno superate.
Durante l'omelia ha poi esortato a guardare sempre avanti con grande fiducia in Dio e a tenere presente il passo del profeta Isaia: "Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco io faccio una cosa nuova, aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa" (Is 43,16-21). S.Paolo ci ricorda che le cose che ci legano a questo mondo e ci portano al male, dobbiamo considerarle come spazzatura al fine di guadagnare Cristo; correndo verso la meta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.
Spiegando poi il S.Vangelo ha ricordato con parole forti e chiare, riferendosi alla donna peccatrice, che nessuno ha diritto di giudicare: lasciamo a Dio questo diritto Egli perdona sempre e accoglie il peccatore pentito. Non ci arroghiamo la parte di scagliare la prima pietra verso il fratello che pecca, ma aiutiamo chi sbaglia, con la preghiera e con il giusto consiglio; dobbiamo infine essere decisi a seguire il Signore e gli insegnamenti della Madonna, senza tentennamenti.
La folla di pellegrini in questo 1° giorno del mese è stata veramente tanta, ed anche per la S.Comunione c'è voluta un po' di buona volontà per raggiungere, dentro e fuori il salone, i devoti desiderosi di cibarsi del Corpo di Cristo.
Dopo la S.Messa, cessata la pioggia, il rettore P. Angelo, ha esortato i pellegrini a raggiungere in processione, il tempietto della Madonna cantando e pregando. Qui c'è stato un saluto filiale alla cara Madre del Cielo, un'ultima benedizione e quindi lentamente la grande assemblea si è sciolta. Tutti nonostante i disagi, hanno inteso la forte e materna presenza della Regina della Pace. L.R.

 (torna all'indice)

1 maggio 2001 Da praticanti diventare credenti.

La giornata è calda, quasi da inizio estate e il paesaggio attorno al luogo del Santuario della Roccia è splendido, con le ginestre fiorite, fra il grigio intenso della sciara e il verde degli arbusti che interrompono qua e là il panorama su cui sovrasta maestosa l'Etna con l’immancabile pennacchio bianco. La folla dei pellegrini è consistente e aumenta nella mattinata con il passare delle ore fino a 4000 presenze.
Alle ore 10 ha inizio la meditazione del S. Rosario, in attesa della S. Messa che per l’occasione – l’anniversario dell'elevazione a Santuario Mariano Diocesano del tempietto sulla Roccia- viene celebrata da S.E. Mons. Luigi Bommarito Arcivescovo Metropolita di Catania.
Alle ore 12 ha inizio la Celebrazione Eucaristica e sull'altare attorno al celebrante ci sono numerosi sacerdoti di varia provenienza; fra questi c'è pure Don Dino Magnano -primo assistente spirituale di Rosario Toscano -il quale ha ringraziato Gesù e la Madonna per le grazie straordinarie, ricevute nel corso di questi anni. L'Arcivescovo, nell'omelia, ha richiamato l'attenzione dei presenti su alcune verità essenziali per quanti si professano devoti della Madonna e si sono impegnati con la consacrazione al suo Cuore Immacolato: "Oggi il Santuario della Madonna celebra il suo primo anniversario e siamo insieme, ai piedi di Maria, per lodare insieme e ringraziare il Dio della salvezza.
O Maria quante grazie, quanti miracoli in questo lembo di terra benedetta.
Tu ci hai portato un segno della tua eterna bontà della tua predilezione per ognuno di noi. Siamo qui per lodare, benedire e ringraziare la Trinità adorabilissima per il dono di Maria: è uno dei doni più belli che la Trinità ha fatto sbocciare sul volto del mondo. Qui sono avvenute molte conversioni e sono sbocciate alcune vocazioni sacerdotali; penso ad un maresciallo di marina che prestava servizio ad Augusta e venendo in pellegrinaggio qui è stato toccato nel cuore dalla voce della Madonna ed è diventato un ottimo sacerdote e adesso è zelantissimo parroco.
Quanti documenti abbiamo e a leggerli tutti c'è davvero da tremare, c'è davvero da piangere di gioia e da lodare e benedire Dio che attraverso questa madre amabilissima e dolcissima si degna essere presente con l'abbondanza dei suoi doni.
Dobbiamo chiedere a Maria questa grandissima grazia: da praticanti della nostra santa religione diventare credenti; di questo, cari amici, abbiamo bisogno. Il praticante a volte si può lasciare prendere dall'andazzo come se fosse un fatto sociologico o tradizionale: mio padre, mia Madre me lo hanno insegnato. Chiediamo questo dono di luce e di grazia: da praticanti diventare credenti. Il credente è innamorato di Gesù, del Vangelo, spalanca il suo cuore allo Spirito Santo, s'incammina gioiosamente verso la santità.
Imitiamo Maria che si presenta ai nostri occhi come donna della disponibilità. Il Signore ci chiama come ha chiamato Lei; ci chiama attraverso il magistero della Chiesa, attraverso l’esempio delle persone buone, il Signore ci chiama attraverso le ispirazioni del suo Santo Spirito che sbocciano nei nostri cuori e allora, come Maria ha risposto alla chiamata di Dio: "Eccomi!" anche noi, miei cari, dobbiamo essere docili e generosamente disponibili alla sua chiamata.
Ma c'è un altro aspetto della vita di Maria che mi piace soltanto accennare. Maria è la donna del "Magnificat"; Maria sa lodare, ringraziare e benedire il Signore per i molti doni ricevuti. Miei cari, la nostra preghiera sa troppo di accattonaggio: Signore, dammi questo, Signore dammi quest'altro, ...ma quand'è che la nostra preghiera diventerà preghiera di lode, di ringraziamento, di adorazione, di gioia, di alleluia? Dunque, insieme a Maria, con tutti i palpiti del nostro cuore, ripetiamo un magnificat continuo, festoso, gioioso, perché la fede è gioia e non è tristezza, è speranza e non è disperazione, è salvezza e non perdizione: "L'anima mia magnifica il Signore". Maria è la donna della discrezione, è la donna che si proietta verso gli altri, si reca presso sua cugina Elisabetta e si pone al suo servizio, per aiutarla. Il primo servizio di Maria è portare Gesù come fece in quel memorabile incontro. Anche noi dobbiamo uscire dal nostro io gretto ed asfittico, egoistico e pieno di oscurità. Dobbiamo metterci al servizio di chi ha bisogno, così si vive il Vangelo dell'amore operoso. Invoca infine per noi, o Maria, la luce, la forza, la gioia, il coraggio dello Spirito Santo! Così sia!".
La S. Messa celebrata dall'Arcivescovo è terminata con una grande partecipazione alla S. Comunione; si sono visti tanti pellegrini avvicinarsi all'Eucaristia con vera commozione interiore. Dopo la solenne benedizione di commiato e prima che l'assemblea si sciogliesse, i presenti sono stati invitati all'inaugurazione di una mostra allestita nel salone S. Luigi che illustra con molte fotografie gli avvenimenti e le persone legate al luogo della Roccia dal 1986 fino al 2001.

Maria Calvagno

 (torna all'indice)

 

11 maggio 2001 Con Cristo fuori dalle tenebre


Il tempo si presenta incerto fin dal mattino; il cielo è coperto e cade una pioggerellina che non fa ben sperare, ma tutti confidano nella protezione della Vergine Maria, e la recita del S. Rosario inizia regolarmente sotto gli ombrelli.
È una preghiera sofferta, sotto la pioggia e il vento, ma il rettore don Angelo Grasso incoraggia a continuare, mentre fa predisporre altre sedie nella grande spianata. La pioggia intanto cessa e più tardi farà capolino anche un po' di sole.
Finita la recita del S. Rosario i pellegrini, sempre più numerosi, si spostano verso l'altare preparato a fianco del tempietto; accanto alla mensa eucaristica è posto un grande quadro coperto da un telo che ricopre la Madonna della Roccia, dono di un devoto di .Nicolosi. All'inizio della S. Messa viene svelato e benedetto dal Rettore e tutti possono contemplarlo in tutto il suo splendore. C'è tanta commozione e i presenti battono le mani gridando: Viva Maria! Ha quindi inizio la S. Messa presieduta da Don Angelo e concelebrata da cinque sacerdoti che guidano rispettivamente i gruppi di pellegrini provenienti da Castellammare del Golfo, Randazzo, Castelvetrano, Palermo e Messina.
"Tutti uniti attorno alla mensa del Signore, guidati da Maria rinnoviamo ancora una volta la nostra richiesta di pace" -esordisce il Celebrante iniziando il Sacrificio Eucaristico, che viene seguito con una viva e intensa partecipazione.
Durante l'omelia pone poi l'accento in maniera particolare sulle pratiche che il cristiano deve esercitare per la propria conversione: "Tre sono gli strumenti privilegiati che la Vergine Maria ci ha chiesto per la nostra salvezza: la preghiera, la penitenza e la conversione.
Per divenire uomini di preghiera ci vuole l'offerta di noi stessi, offerta di ciò che si vive, di ciò che si crede, offerta di ogni giorno della nostra vita. La preghiera ci deve portare al ringraziamento per tutte le grazie ricevute: imitiamo Maria che riconosce in sé l'onnipotenza di Dio, perché ha chinato su di Lei il suo sguardo, realizzando in lei cose grandi! Anche noi dobbiamo scoprire le grandi grazie che abbiamo ricevuto da Dio. La penitenza è l'altro strumento che la Vergine Santa ha chiesto qui alla Roccia. Questa parola sembra scomparsa dal vocabolario cristiano. La penitenza è un'arma potente contro il male e ci permette di vivere ogni momento della nostra vita alla presenza di Dio. Senza questa virtù non ha più senso la sofferenza, non ha più senso la malattia, non ha più senso la vita. È scomparso il valore potente della penitenza, ma ricordiamo che non nasce da un sentimento personalistico, ma dal Cuore di Gesù, trafitto sulla Croce.
La Vergine Maria è vissuta sempre alla presenza di Dio, perché ha saputo accettare tutto dalle mani di Dio e attraverso quella Croce benedetta è diventata nostra madre. Penitenza significa dunque saper rinunciare a ciò che il tempo presente ci offre di esagerato e peccaminoso; penitenza vuol dire saper tenere la bocca chiusa, specialmente quando questa bocca diventa strumento del maligno. La nostra bocca è chiamata a magnificare e lodare il Signore, nostro creatore. Spesso questa bocca che dovrebbe essere strumento di unione, diventa con facilità motivo di discordia; penitenza significa saper cadere nelle mani del Padre e abbandonarsi totalmente a Lui. Solo se entriamo in questa dimensione possiamo chiedere la pace del mondo. Se entriamo in questa dimensione la Vergine Maria ci assicura la sua intercessione presso il Padre, perché in ogni famiglia regni la pace. Riflettiamo che senza pace la malattia diventa un disastro, un momento di difficoltà può portare la morte, mentre con la pace tutto acquista sapore e sicurezza. Dunque: Penitenza, Preghiera, Conversione. Dobbiamo cambiare rotta, andare verso Dio, con l'aiuto della Vergine Maria, non da soli! Dobbiamo accogliere Dio nel nostro cuore, allora amare diventerà una cosa semplice, naturale. Non è naturale il peccato, ma è naturale l'amore.
Chi dice di amare Dio e non ama il prossimo non può dirsi cristiano. "Un popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce". Per noi la grande luce è venuta attraverso la Vergine Maria. Gesù ci ripete: "lo sono la luce del mondo" Se ancora siamo nelle tenebre è perché non abbiamo accolto il dono della Vergine. Maria che ci dona Gesù. Amen, cosi sia!"
Al momento dell'offertorio 16 famiglie di S. Stefano Quisquina, sono state chiamate dal Rettore per offrire la loro consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.
Rosario Toscano, a nome di tutti, pronuncia a voce alta e vibrata, la consacrazione.
È un momento solenne e il celebrante P. Angelo rivolge un augurio è ai nuovi consacrati perché Maria sia accolta come la Regina della Pace nelle loro Famiglie.

 (torna all'indice)

1 giugno 2001 - Chiediamo a Maria Grazia e Conversione.
Ancora un'altra giornata tranquilla, piena di sole, e dal clima decisamente estivo per questo primo del mese.
Alle ore 10, quando inizia la recita del S. Rosario, attorno al Santuario già si nota un discreto numero di pellegrini e devoti della Madonna. La preghiera procede tranquillamente e tra una riflessione e un canto vengono sottolineate le principali feste del mese: la Pentecoste, la SS. Trinità, il Corpus Domini, la Festa del S. Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria. Intanto la folla aumenta e si calcolano circa 2000 presenze.
Alle ore 12 inizia la S. Messa presieduta dal rettore Don Angelo Grasso e concelebrata da quattro sacerdoti. Nonostante il caldo e l'afa opprimente i fedeli seguono con viva attenzione il S.Sacrificio senza distrarsi dalla parola del celebrante. È un forte invito ad amare i fratelli nel nome di Cristo quello che P. Angelo rivolge all'attenta assemblea iniziando l'omelia.
"Veniamo da tante strade diverse, ma siamo tutti seguaci di Gesù Cristo. Ci dobbiamo voler bene. Qui alla Roccia facciamo esperienza dell'amore di Dio e dell'amore fraterno, per non essere di ostacolo alla conversione sincera dei nostri fratelli. Il Signore ci mette vicino, ma se c'è disunione e disistima reciproca allora diventiamo figli del demonio. Ci auguriamo che in mezzo a noi non ci siano figli di satana e che tutti possano fare l'esperienza di appartenere a Gesù. Qui bisogna venire per chiedere grazia e conversione, perché abbiamo la certezza che la Vergine Maria è in mezzo a noi e ci segue anche nelle famiglie perché ci sia unione e amore. Questo è un luogo di preghiera e molti si sono incontrati col Cuore Immacolato della Vergine Maria. Ciascuno deve rispondere personalmente per entrare a far parte di questo popolo che è in cammino verso il Signore Gesù, e la Madonna ci aiuta a non smarrire la strada.
Quando siamo in difficoltà ci sostiene e ci ripete: "Fate tutto quello che Gesù vi dirà". Maria conduce ognuno di noi con amore materno e ci fa capire che vivere per Cristo e morire per Lui è un guadagno e tutta la nostra vita deve essere impregnata di Gesù. Dobbiamo seguirlo anche quando ci invita a portare dietro a Lui la Croce: "Chi vuoI venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce, ogni giorno e mi segua".
Scegliere ogni giorno Cristo vuol dire camminare insieme con Lui con una grande speranza che illumina la nostra vita; saremo così capaci di seguire le sue orme e di custodire la nostra anima e il nostro corpo, tempio dello Spirito Santo. La vita è un dono grande di Dio e va custodita con amore, per essere degni un giorno di raggiungere, nella gloria, il nostro Redentore.
Questo è l'augurio che rivolgiamo ai presenti e ai nostri cari, con tutto il cuore!".
Seguono poi numerose preghiere: per i malati, per quanti si sono consacrati al Cuore Immacolato di Maria perché restino fedeli ai loro impegni; per il compleanno dell’Arcivescovo Mons. Luigi Bommarito e per i suoi 25 anni di Episcopato; per le famiglie disunite perché .ritrovino l'amore e la concordia; per i giovani chiamati al sacerdozio, perché siano generosi e costanti; per i peccatori incalliti, perché il loro cuore si sciolga e conquisti la grazia del Signore; per le anime del Purgatorio.
P. Angelo infine rivolge un caloroso ringraziamento a quanti fanno parte dell'Associazione "Regina Pacis", da 15 anni promotori e sostenitori del culto alla Vergine Maria, che qui alla Roccia viene invocata quale Regina della Pace.
"Con il loro e impegno siamo giunti a questo punto; la Roccia di Belpasso è stata elevata a Santuario Diocesano e in esso vive una variegata ed armonica realtà ecclesiale che non conosce confini di diocesi, né di regioni, ma tutti unisce nell'unica verità della fede che è Cristo venuto nel mondo attraverso la Vergine Maria. Un ringraziamento particolare merita il presidente Alfio Tomasello che nel corso di questi anni ha diretto tutte le iniziative intraprese in questo luogo benedetto. D'ora in poi sarà presidente onorario a vita; dopo tanto lavoro merita un po' di riposo, anche se continuerà a sostenerci con i suoi preziosi consigli. Ringrazio i componenti dell'Associazione Regina Pacis che mi hanno voluto loro presidente; con loro e la formazione di nuovi organi consultivi, quale quello pastorale ed economico, sono certo che nel nome di a Maria renderemo un umile servizio al Vangelo di Gesù, Via, Verità, Vita".

Maria Calvagno

 (torna all'indice)

23 giugno 2001 - Omaggio alla Regina della Pace.


Migliaia di pellegrini sono giunti il 23 giugno a Belpasso da tutte le province della Sicilia per venerare il simulacro della Regina della Pace, portato per la prima volta in processione per le vie principali del paese fino alla "roccia" durante l'annuale cammino di fede.
La manifestazione, anticipata di due giorni, è coincisa con la memoria del Cuore Immacolato di Maria, cui è dedicato il Santuario sulla Roccia ed è stata preceduta la sera di venerdì da un momento significativo che ha coinvolto la comunità parrocchiale S. Antonio Abate.
Il simulacro, rimosso dalla roccia dove è stato collocato il 1° Maggio dello scorso anno, è stato consegnato al parroco, P. Alfio Privitera, e, accompagnato da un folto gruppo di fedeli, portato in processione al Campo Fiera. Da qui i fedeli hanno proseguito a piedi fino al sagrato della chiesa S. Antonio Abate dove ha avuto luogo la Celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Francesco Mio, parroco della Chiesa Madre.
Per i pellegrini provenienti da fuori, per le associazioni e le confraternite l'appuntamento è stato sabato alle ore 17 nel piazzale antistante la chiesa S. Antonio, da dove la processione preceduta dal simulacro della Regina della Pace, adornato di fiori bianchi e portato a spalla con tanto spirito di devozione e sacrificio, si è avviata lungo la via Roma, la XIX Traversa, la via V. Emanuele III fra lo scampanio festoso delle quattro chiese parrocchiali -Chiesa Madre, Cristo Re, S. Giuseppe e S. Maria della Guardia -le cui comunità hanno reso un omaggio floreale alla Madonna durante la breve sosta prevista dal programma.
In piazza Stella Aragona altri gruppi di pellegrini si sono uniti alla processione, e il lungo cordone umano fra canti e lodi a Maria ha imboccato la via Don Bosco, proseguendo per il Viale Regina Pacis fmo al Santuario. All'imbrunire, l'arrivo alla Roccia di questo devotissimo popolo di fedeli, fra cui tanti anche a piedi scalzi, noncuranti delle difficoltà incontrate lungo il cammino, è stato spettacolare e suggestivo, con momenti di commozione sostenuti dalla preghiera. La S.Messa, celebrata dal rettore del Santuario, don Angelo Grasso, ha concluso questa manifestazione mariana di forte intensità religiosa nel luogo dove da anni una moltitudine di credenti si ritrova nella fede in Cristo, nella devozione filiale a Maria, e nell'ascolto della Parola di Dio.
L'omelia del celebrante ha catalizzato, infatti, l' attenzione del gran numero di fedeli presenti, che in composto silenzio sono rimasti fino alla fine della Celebrazione nella spianata antistante il tempietto.
"Sono trascorsi 15 anni da quando la Madonna ha trasformato questo luogo brullo e arido in un luogo sacro, -ha esordito Don Angelo- e dopo tanti anni si mostra a noi fonte di comunione e d'amore. Sono passati tre lustri da quando su questa Roccia benedetta la povertà umana si è incontrata con l'amore vibrante, affascinante, rinnovatore di Maria che palpita per ciascuno di noi, e abbiamo capito che se non ci muoviamo dalla nostra miseria verso la misericordia, siamo proprio niente.
Questa sera Maria ci chiede di non fermarci mai, di essere in continuo movimento di conversione: dal suo Cuore di Madre al cuore di Gesù.
Oggi ci ha radunati insieme perche vuole invitarci ad una crescita nell'operosità, nell'amore per il prossimo; qui alla Roccia ci ha chiesto con insistenza la penitenza che sembra ormai superata in questa corsa frenetica verso il benessere. È necessario invece rinunziare a tutto ciò che non possiamo avere nell'immediato.
Certamente la penitenza non si esaurisce con i piccoli fioretti di ogni giorno, ma è qualche cosa di molto più grande: una vita da accettare, da sopportare, da accogliere, ripetendo: "Sia fatta la volontà di Dio!"
La penitenza è dono di Dio, è un dono benedetto, quando si è capaci di fare della propria vita un'offerta gradita al Signore. Vivere ogni momento della giornata come offerta a Dio, a Colui che della vita ne è il donatore. La penitenza è quella via veloce, spedita, dinamica, meravigliosa che ci spalanca le porte di una visione ai grandi raggi d'amore. Maria ci chiede ancora questa sera, un'altra risposta d' amore: la preghiera.
Quante volte qui Maria ha chiesto di pregare, sembra un ritornello che ci invita ad una vita fatta di preghiera e ci raccomanda il Rosario e qui ce lo chiede in modo tutto particolare: ci chiede di pregare costantemente, cioè senza stancarci: è la preghiera di Gesù: "Pregate e vegliate, per non cadere in tentazione" e Maria ci invita a pregare perche ciò significa vivere.
La preghiera deve essere: costante, comunitaria, comunionale. Abbiamo bisogno di appropriarci di quest'altra dimensione: la preghiera, della Chiesa.
Allora sperimenteremo, attraverso il dinamismo di questa triplice dimensione, l'amore per gli altri e anche per i peccatori. Ricordiamo che il peccatore va amato, ma il peccato va debellato. Gesù è venuto per coloro che sono piagati dal peccato, perche siano risanati. Questa sera Gesù attraverso il Cuore di Maria nel passare in mezzo a noi ci risana dalle ferite del peccato, salva e converte i peccatori.
Lodiamo dunque e ringraziamo il Signore per il dono di questo cammino di fede, per il cammino di questa assemblea, per i frutti di questi tre lustri, per quanti sono passati alI'ombra di questa Roccia d' amore".

Maria Calvagno

 (torna all'indice)

1 luglio 2001 Una nuova presenza – P.Maieli: Sono disponibile per tutte le necessità del luogo.

Con il 1° Luglio 2001 il Santuario della Madonna della Roccia si è arricchito di una presenza quanto mai preziosa per lo sviluppo dell'Opera Mariana intrapresa da tempo sul luogo: è P. Giuseppe Maieli, 38 anni, nominato dall'Arcivescovo Metropolita di Catania Mons. Luigi Bommarito, vice rettore del Santuario.
Per i tanti che ancora non lo conoscono, P. Maieli è di Mascalucia (CT), ha studiato all'Istituto professionale di Stato per l'Agricoltura e dopo varie esperienze lavorative, a 25 anni, è entrato nel Seminario Arcivescovile di Catania. Ordinato sacerdote, nel '95 è stato inviato a Roma per completare gli studi. Qui ha vissuto per 6 anni specializzandosi in Musicologia al Pontificio Istituto di Musica Sacra. Ha fatto parte anche del coro del maestro Frisina della Diocesi di Roma. Durante gli ultimi due anni è stato direttore della Residenza catanese in Roma "Casa S. Luigi" succedendo nell'incarico a p Angelo Grasso, attuale rettore del Santuario.
D) P. Maieli si aspettava questa nomina?
R) Avendo collaborato con il rettore Don Angelo Grasso nei brevi periodi in cui venivo a Catania -durante gli ultimi due anni - devo dire che la mia nomina non mi è sembrata tanto inaspettata. Sono molto contento di svolgere la mia attività pastorale al Santuario dove mi sembra che ci sia una comunità con un elevato grado di fede e desiderio di incontrarsi e incontrare il Signore.
D) Quale sarà il suo compito? Di semplice sostituto in caso di assenza del Rettore oppure...
R) La mia presenza qui rappresenta una forma di collaborazione con il rettore. Sono disponibile per tutte le necessità del luogo: l'accoglienza dei pellegrini, le Celebrazioni, le confessioni, l'aspetto liturgico, con particolare attenzione al canto e alla musica sacra che, fra l'altro, è uno degli aspetti della disciplina che ho studiato a Roma.
D) Come vede questo luogo?
R) Sotto l'aspetto naturale e ambientale è stupendo; la natura non è uniforme, gioca con le mille sfumature dei colori delle piante che crescono spontaneamente fra la sciara secolare dell'Etna, il vulcano sempre attivo e imprevedibile che maestoso sovrasta il paesaggio. Dal punto di vista spirituale è un luogo mistico e suggestivo che ispira la preghiera, il raccoglimento, la meditazione e l'incontro con Dio.
D) Come pensa che diventerà in futuro?
R) È un luogo in continua evoluzione. Ci sono tanti progetti da realizzare che affidiamo alle mani di Dio. Occorre innanzitutto completare le strutture esistenti: la Casa del Pellegrino, lo spiazzale antistante il Santuario, il salone delle conferenze, gli spazi dedicati al raccoglimento e alla preghiera, ed iniziare la grande impresa della costruzione del Tempio che vedrà impegnati a diverso titolo le varie istituzioni e il profondo amore dei pellegrini che in questi 15 anni ha sostenuto le varie iniziative. Mi auguro soprattutto che possa diventare un luogo di elevata spiritualità mariana.
D) Secondo lei perché questo luogo attira tanta gente ad ogni ora del giorno e della notte?
R) Ciò che rende unico questo luogo è la profonda spiritualità che offre. La gente viene qui richiamata dalla notorietà che lo ha segnato a seguito dell'evento verificatosi 15 anni or sono, ma rimane coinvolta da una presenza invisibile, per quanti non hanno la fede, che ispira pace e serenità. Chi viene si sente ascoltato dalla Madonna e porta nella propria vita quei palpiti d'amore tipici di una Madre per i propri figli. Credo sia questo uno dei motivi che induce la gente a ritornare.
D) Cosa si sente di dire alle migliaia di pellegrini che si avvicendano al Santuario della Madonna della Roccia?
R) Sono solito raccomandare a chi arriva nel santuario di entrare nel clima dello stesso, quindi in atteggiamento di raccoglimento e di silenzio che possa permettere a tutti di incontrarsi con questa presenza materna che accoglie e conforta. Ritengo indispensabile l'atteggiamento di disponibilità alla parola di Dio, a lasciarsi plasmare da questa voce per farla risuonare nella propria vita, con atti concreti di carità verso il prossimo operando un atteggiamento verso la realtà che ci circonda.

Maria Calvagno

 (torna all'indice)

29 luglio 2001 - Roccia di Belpasso - La preghiera di S.E. Mons. Bommarito per fermare la lava
CATANIA - Alle 18, nel santuario della Madonna della Roccia di Belpasso, l'arcivescovo di Catania, Luigi Bommarito, ha celebrato una messa per fermare la lava davanti 6-7000 fedeli carismatici provenienti dalla Sicilia orientale e occidentale.
"
Benedico la montagna e invoco la Misericordia di Dio su queste bocche perché si chiudano". E' stata questa la preghiera per fermare la lava, pronunciata dall'arcivescovo di Catania, Luigi Bommarito, durante la messa celebrata davanti ai fedeli nel Santuario della Madonna della Roccia a Belpasso ai piedi dell'Etna. Il santuario è stato costruito negli anni scorsi sul luogo dove è apparsa la Madonna e si erge davanti al vulcano.
"Un posto di preghiera e di conversione - ha aggiunto Bommarito - dove la gente prega anche di notte". "Più calda sarà la nostra preghiera - ha osservato - più fredda sarà la lava dell'Etna". Ad ascoltarlo in silenzio famiglie venute da ogni parte della Sicilia. "Dobbiamo essere fiduciosi nella Madonna - ha invitato - perché essendo madre, saprà piegare il cuore di Cristo alle esigenze, alle trepidazioni, alle lacrime, alle preoccupazioni delle popolazioni che sono adagiate attorno al vulcano".

Brano tratto da LASICILIAWEB

Bommarito chiede il miracolo: "Lava, fermati"
BELPASSO – Provate a restare indifferenti davanti a ottomila persone che pregano in una spianata di lava al santuario della Madonna della Roccia, provate a restare indifferenti davanti a questi ottomila fedeli che in ginocchio cantano "mira il tuo popolo, o bella Signora", provate a non commuovervi quando sentite le invocazioni a Dio e dando una sguardo alla montagna vedete la lava che scende e alza alte colonne di fumo come se volesse precipitare a valle e distruggere tutto. Mettete a confronto la fede di questa gente e l'ira della montagna, anch'essa espressione maestosa del Creato, e ne trarrete un sentimento alto.
Che sensazione strana di folla in preghiera, di rito, di incenso, di forte carisma collettivo, e l'Etna che sembra alle porte, vicina e pressante, minaccia incombente sugli uomini e sulle cose.
Ci sono giovani donne vestite con l'abito delle fedeli di Maria Santissima, crocerossine, ragazze della Protezione civile, altre vestite di bianco che cantano al suono di un'orchestra, anch'essa di carismatici, venuta da Palermo.
Ci sono suore vestite di nero e altre di bianco, paralitici, bambini down, ciechi, uomini con le stampelle, sono venuti perché nel gruppo dei "maranà-tha" maltesi, carismatici anch'essi, c'è un giovane medico, John Bonnici Mallia, che ogni tanto fa miracoli. E' basso e magro, scattante e dal volto gioioso. "Non sono io che faccio miracoli, sono solo un tramite del Signore - dice -, qualcuno può guarire se ha grande fede perché essa smuove le montagne". E dopo la Messa si avvicina ai sofferenti, molti in carrozzella, li tocca, prega con loro, appoggia le loro teste contro la sua, mentre la folla intona "dammi la mano, fratello".
Le 3700 sedie sono tutte esaurite, completi i due enormi posteggi, auto messe in fila sulla strada per chilometri e chilometri. Ci sono anche i sindaci di Belpasso, Saro Spina, con la fascia tricolore, e di Nicolosi, Salvatore Moschetto.
Quando arriva l'arcivescovo Luigi Bommarito con il dorato pastorale in mano, preceduto da dieci sacerdoti, si leva un grande applauso. Bommarito si rivolge alla montagna che incombe sulla folla: "Fermati, o lava - dice con voce alta -, non distruggere quello che Dio ha creato. E tu, Signore, abbi pietà di noi, di questo popolo in preghiera. Dobbiamo essere fiduciosi nella Madonna perché essendo madre potrà piegare il cuore di Cristo alle esigenze, alle trepidazioni, alle lacrime, alle preoccupazioni, delle popolazioni che vivono ai piedi del vulcano. Benedico la montagna e invoco la misericordia di Dio perché queste bocche dell'Etna si chiudano".
Accanto all'altare c'è il Santuario con una grande statua della Madonna poggiata su un blocco di lava. E sopra la cupola celeste una enorme corona dorata. C'è in tutto questo un senso di religiosità profondo che scuote anche gli scettici blu e piega gli spiriti alla devozione.
Quando l'arcivescovo ha terminato di concelebrare la Messa, nel benedire la montagna invita la gente ad alzare in alto i bambini affinchè l'innocenza delle loro anime possa intercedere presso l'Eterno. L'Etna risponde con dei boati terribili, non ascolta preghiere. Eppure è talmente maestosa da indurre anch'essa a pensieri elevati. Forse non è distruttiva come si teme, si sta solo riassettando. E sarebbe anche bello che di fronte a questo miracolo del Creato si realizzasse pure un evento diverso, non religioso, ma laico, oppure se volete laico-religioso, un mirabile spettacolo notturno di luci e suoni, con una grande orchestra, in un piazzale al sicuro sotto la montagna di fuoco come Piano Bottaro. Sarebbe un grande spot per la montagna con tutte le televisioni del mondo pronte a trasmetterlo. E accosterebbe i turisti, invece di cacciarli. L'Etna non deve fare paura, ma dev'essere avvicinata con rispetto e ammirazione, anche con devozione, e consentire a tutti di vedere questo gigantesco miracolo della natura, anche se fuma, borbotta e sprizza lava dai fianchi.

Brano tratto da LASICILIA:IT

Quell’angolo di Belpasso dove apparve la "Signora".
BELPASSO. Anziani soprattutto, ma anche giovanissimi, coppie appena sposate, donne in attesa, famiglie. E tanti ammalati e portatori di handicap.
Si è trasformato per qualche ora in una "piccola Lourdes" il santuario della Madonna della Roccia.
In realtà, ogni primo del mese, la comunità rende onore con la preghiera a questo posto un po' decentrato, dimenticato dai media: un'area ampia, una volta solo "sciara" dell'Etna, oggi asfaltata e con tanto di negozietto di souvenir, che si trova nelle campagne del comune pedemontano, a pochi chilometri dal centro abitato.
Un luogo che piace tanto alla Chiesa catanese, anche perché pare abbia rinnovato tanta devozione e stimolato le vocazioni etnee. La folla colorata dagli ombrellini parasole, dagli scapolari di devozione alla Madonna (quelli verdi di Maria Missionaria o le mantelle di servizio rosse dei "Servi di Cristo vivo") ieri si è formata già parecchie ore prima della celebrazione.
Proprio qui, sopra una roccia oggi protetta da una campana di vetro e sovrastata da una statua della Vergine, apparve la "Signora" ad un giovane belpassese che oggi tutti chiamano semplicemente Rosario, senza ricordarne il cognome. Adesso questa sorta di reliquia è protetta da un gazebo dove campeggia la scritta latina: "Cor immaculatum Mariae Regine Pacis ora pro nobis".
La Madonna apparve per la prima volta l'11 maggio dell'86; in totale Rosario disse di avere visto la Vergine ben 32 volte. L’ultima fu il primo maggio dell'88.
"La Madonna disse a quel giovane "Non vengo più" -racconta padre Filippo Buchheri -ma gli disse anche di non rattristarsi. E in effetti qui da allora sono successe grandi cose. La lava? Quella non uccide. Uccide di più la violenza, la guerra, la cattiveria o la mancanza di fede". R.D.N.

(dal Giornale di Sicilia del 30 luglio 2001)

Cinquemila in preghiera si rivolgono a Dio affinché fermi l’Etna.
BELPASSO. Cinquemila persone accorse per pregare. Cinquemila credenti arrivati per lo più dai paesi ai piedi dell'Etna, ma anche da tante parti dell'Isola, che ieri pomeriggio hanno invocato Dio per fermare la lava. Un vero e proprio fiume di gente, una folla silenziosa ed ordinatissima, che si è riversata tra le 17 e le 18,30 nel santuario della Madonna della roccia di Belpasso, paese che diede ai natali a Nino Martoglio e che oggi ospita il meglio delle industrie dolciarie della Sicilia Orientale.
E’ qui e a Nicolosi che l’Etna colpirà per prima se non fermerà la sua marcia minacciosa.
Su un grande palco, montato ad hoc per l'occasione, sono saliti il vescovo di Catania Luigi Bommarito, il rettore del Santuario padre Angelo, il gruppo di Rinnovamento Carismatico che aveva già fissato un appuntamento con Belpasso prima dell'emergenza Etna e tanti sacerdoti catanesi.
C'erano anche i sindaci Saro Spina e Salvatore Moschetto.
Sotto, la folla. La maggior parte ha trovato posto a sedere grazie agli organizzatori, ma tanti hanno portato le sedie pieghevoli da casa o si sono accontentati di appoggiarsi sulle rocce. Le preghiere sono state quelle semplici, tradizionali. Il Rosario prima di tutto, e tanti pensieri a Maria, la madre che, per i fedeli, può sempre intercedere presso Gesù Cristo.
I momenti di commozione ci sono stati, eccome. Come quando il vescovo ha benedetto la Montagna. Sì, proprio l'Etna. O la "mamma" come molti la chiamano da queste parti.
"Benedico tutti voi, le nostre famiglie -ha detto Bommarito -E benedico questo Etna che ci fa tribolare. Questo fuoco non ha mai fatto male a nessuno; non ha mai fatto tantissimi danni".
E l'Etna risponde con uno dei suoi soliti, spaventosi boati.
Nel corso della lunga cerimonia (durata quasi due ore) di "tuoni" ne ha concessi almeno un centinaio.
E la gente? "Quando i giornali dicono che noi non abbiamo paura mi prende una fitta al cuore -dice Giovanna Marchese, 60anni- lo sono di Belpasso, ho la mia casa qui, i miei figli, i miei nipoti. È vero, di lava non si muore. Ma lasciare le case, il lavoro...". E giù lacrimoni di tensione. Chiara Lo Presti ha 25 anni ed è venuta alla cerimonia col fidanzato. "Lei non ci crederà: ogni sera metto da parte qualcosa. Ieri ho sistemato le mie foto. Se dovessimo abbandonare le nostre case, non potrò avere il tempo di sistemare i miei ricordi. Capisce?".
E poi c'è la memoria storica, che da queste parti, inevitabilmente si mescola alla religione. È lo stesso Bommarito a tirare fuori la a storia che ha segnato queste campagne. "Vorrei avere la fede del mio predecessore. Quando il Beato Cardinale Giuseppe Dusmet secoli e secoli fa decise di pregare Dio, riuscì a fermare la lava. Ci riuscì anche con l'aiuto del velo di S.Agata. Sì, davvero vorrei avere quella fede".
E giù applausi e commozione. Il vulcano però sembra non ascoltare.
Dalle campagne di "Madonna della Roccia" i pennacchi ieri sera sembravano più insolenti che mai.
Giovanni Giannino ha quindici anni; tiene per mano la sorellina. Nell'altra ha un rosario. "Oggi pensavo: non penso mai all'Etna. Ci convivo da quando sono nato e così anche la mia famiglia. Eppure tutto qui attorno è pietra lavica. Questi massi non sono caduti dal cielo. Nel 1669 la lava è passata da qui ed è andata oltre, fino in città. Perché non dovrebbe farlo oggi? Forse perché c'è Internet? Di sera ascolto i boati. Mi fanno tremare il letto. E io prego di più".
E Giovanni annuisce quando il vescovo Bommarito, come sempre ottimista e sorridente, ripete la frase che ha già fatto il giro dei giornali e delle televisioni in questi giorni: "Più calda sarà la nostra invocazione -ha -detto -più fredda sarà la lava dell'Etna".

Rosa Maria Di Natale

(dal Giornale di Sicilia del 30 luglio 2001)

Ottomila voci in preghiera al Santuario Madonna della Roccia per invocare l'aiuto del Signore affinché il pericolo della lava che l'Etna vomitava da oltre un mese minacciando i paesi di Belpasso e Nicolosi fosse allontanato. Le colate laviche qualche giorno dopo il 29 agosto hanno arrestato il loro imprevedibile corso, facendo gridare al miracolo chi aveva pregato con fede assieme all'Arcivescovo metropolita di Catania Mons. Luigi Bommarito.
Lo aveva voluto lui questo grande raduno di fedeli al Santuario della Roccia, luogo privilegiato di preghiera e di incontro con Dio. La manifestazione divulgata dai mass-media ha fatto accorrere sul luogo da tutta la Provincia, intere famiglie con bambini, gente di ogni età e condizione e tanti ammalati richiamati dalla presenza del medico carismatico maltese John Bonnici Mallia; le sue preghiere di guarigione attirano gente ovunque egli va.
Appena arrivato, l'Arcivescovo, seguito da un buon numero di sacerdoti ha invocato l'aiuto di Dio perché l'Etna fumigante non arrecasse più altri danni: "Fermati, o lava -ha esclamato con forza e tanta fede -non distruggere quello che Dio ha creato. E tu, Signore, abbi pietà di noi, di questo popolo in preghiera. Dobbiamo essere fiduciosi nella Madonna, perché essendo Madre potrà piegare il cuore di Cristo alle esigenze, alle trepidazioni, alle lacrime, alle preoccupazioni delle popolazioni che vivono ai piedi del vulcano. Benedico la montagna e invoco la misericordia di Dio perché queste bocche dell'Etna si chiudano".
Dopo questa fervente preghiera, seguita con profonda partecipazione dalla popolazione presente, è iniziata la S. Messa concelebrata dal rettore del Santuario Don Angelo Grasso e da altri sacerdoti. È stata una Celebrazione vissuta fra trepidazione e speranza, con l'Etna, rovente di lava che incombeva sul paesaggio e sull'animo di tutti.
Conclusa la S. Messa, come previsto, il gruppo carismatico maltese dei Maranà Tha si è esibito sul palco, approntato per l'occasione nelle vicinanze del tempietto, con canti e musiche di ispirazione religiosa. È seguita la preghiera di guarigione del dott. Bonnici Mallia, che ha catalizzato l'attenzione dei presenti, fra cui tanti ammalati, ansiosi di guarire dai loro mali.
A conclusione sono stati in molti ad asserire di star bene e di non sentire più i disturbi fisici di cui erano afflitti.
Suggestione o guarigione si sono chiesti in tanti? Ma per chi ha veramente fede in Dio tutto è possibile.

Maria Calvagno

 (torna all'indice)

1 agosto 2001 Un amore senza compromessi

Il primo di agosto è un'altra giornata calda e afosa, e i pellegrini man mano che giungono cercano refrigerio all'ombra del tempietto o sotto gli alberi. Intanto il sig. Elio e Fratel Saturnino iniziano la preghiera del S. Rosario con appropriate intenzioni, riflessioni e canti.
Alle ore 12 i fedeli si dispongono davanti al grande altare a fianco del tempietto per partecipare alla S.Messa. La Celebrazione è presieduta dal rettore P. Angelo Grasso e concelebrata da quattro sacerdoti.
Iniziando, il celebrante esorta i pellegrini a riporre ogni fiducia nel cuore della Madre celeste: "Gesù ancora una volta ci chiama a gustare la sua presenza. Ci affidiamo alla materna intercessione di Maria, perché possa nascere nel cuore di ciascuno di noi il desiderio di appartenere sempre più a Gesù.
Oggi poi formuliamo una richiesta alla Vergine Maria: l'Etna in forte attività eruttiva ci da tanta preoccupazione e noi imploriamo attraverso la potenza di questa santa Eucaristia la sua materna intercessione.
Rivolgo ora un sentito ringraziamento ai confratelli sacerdoti che sono presenti con affetto in mezzo a noi per aiutarci con la preghiera".
Dall'omelia: "Il Santo che oggi noi ricordiamo, S.Alfonso Maria de' Liguori, scrisse un celebre libro in onore di Maria: "Le Glorie di Maria". A 16 anni era già dottore in diritto e aveva davanti a se uno splendido avvenire, ma sente la voce di Gesù che lo chiama a seguirlo: "Non voi avete scelto me, ma io vi ho scelti, perché andiate e portiate molto frutto". Così diventò un.innamorato di Gesù e dei fratelli che Dio mise sul suo cammino, e non si stancò mai di esercitare il ministero della confessione perché capì che era una fontana dell'amore, dove ogni peccato viene cancellato. Dal suo gran cuore innamorato di Gesù, nacquero allora i Redentoristi; poi fu chiamato all'episcopato, ma presto vi rinunciò per tornare tra i suoi confratelli i quali, in un primo tempo, gli sbatterono la porta in faccia. Comprese allora che il Signore voleva da lui molto di più. Ci riuscì con l'aiuto di Maria. Così dobbiamo fare noi: innamorarci di Maria per riuscire, come S. Alfonso, a portare a termine il progetto di Dio. Dobbiamo dunque riappropriarci dell'amore vero che non conosce compromessi, cioè di Dio! Egli vuol dare se stesso alla nostra povertà e non guarda alla nostra miseria, ma alla fedeltà. Dio ci ama veramente e noi dobbiamo seguire i consigli della Madonna che ci chiede la penitenza, la conversione del cuore, ma se non ci distacchiamo dal peccato, vanifichiamo il senso del nostro pellegrinaggio. Dio ci ha concesso il grande dono della Vergine Maria, che non ha conservato nulla per se e ha dato tutto al mondo, e ci esorta ad amarci tra di noi come ci ha insegnato Gesù. In questi giorni la cenere dell'Etna che cade sul nostro capo ci ricorda il mercoledì delle ceneri, e ci fa riflettere sulla nostra condizione umana: che siamo polvere e tale ritorneremo.
Dobbiamo, quindi, convertirci e passare dalla morte del peccato alla vita vera, dal rancore e dalla maldicenza all'amore reciproco e all'amore di Dio".
La preghiera dei fedeli è stata poi molto sentita, e ognuno ha potuto esprimere ciò che sentiva nel profondo del cuore. L.R.

 (torna all'indice)

1 settembre 2001 Si compia la tua volontà, Signore.

E’ l'inizio di un nuovo mese che sarà prezioso agli occhi del Signore, con il patrocinio della nostra celeste Regina. I pellegrini giungono numerosi e già alle ore 10, quando incomincia la preghiera del S. Rosario, è presente un bel numero di fedeli. L’ombra del tempietto protegge dai raggi cocenti del sole e la preghiera procede tranquilla e fervente. Alle ore 12 circa, dopo una breve invocazione allo Spirito Santo, inizia la S. Messa presieduta da mons. Antonino Verde, della Chiesa dei Minoriti; concelebranti il rettore del Santuario P. Angelo Grasso e il vice rettore P. Giuseppe Maieli.
Il Rettore porge il benvenuto e il ringraziamento a Mons. Verde che considera amico e legato spiritualmente all'Opera di Belpasso. Un ricordo particolare e commosso va al giovane sacerdote P. Antonino Cannata che il Signore ha chiamato a se due mesi dopo la sua ordinazione sacerdotale: "Volle celebrare una delle sue prime eucaristie in questo Santuario con gli scout -ha ricordato don Angelo. Il Signore che lo ha chiamato gli conceda il premio dei servi fedeli. Anche noi ci affidiamo alla sua intercessione, perché pellegrini su questa terra possiamo comportarci in maniera degna della missione ricevuta".
Dall'omelia di Mons. Verde. "Oggi ci mettiamo davanti al Signore per ricevere la sua grazia e per avere la forza di compiere sempre la sua volontà, come Maria che rispondeva sempre sì, collaborando alla volontà del Padre. Nelle nozze di Cana la Vergine indica quale deve essere il nostro modo di agire: "Fate ciò che Lui vi dirà". Maria ci invita a mettere in pratica le esortazioni e i consigli del suo Figlio Gesù.
Cosa volete che sia venuta a fare qui a Belpasso o in altri luoghi dove si è manifestata, se non per ricordare a tutti che la nostra unica salvezza deriva dalla fedeltà ai Comandamenti di Dio? La Madonna ci fa capire che se troviamo difficoltà è perché siamo piccole creature e ci resta difficile seguire il cammino della fede e allora Maria, nostra Madre, ci suggerisce di rifugiarci nel suo Cuore, perché là troveremo forza e l'amore di Dio. La Madonna a Fatima, per la prima volta ha chiesto la consacrazione delle famiglie al suo Cuore Immacolato, ne1 1917. Gesù sa di quanto noi abbiamo bisogno della sua misericordia, sarebbe allora sciocco che noi non ci aggrappassimo alla sua mano col Sacramento della Riconciliazione, perché Lui ci ama.
Nella Madonna noi troviamo sempre tanto amore materno e affiora la misericordia di Dio per scuoterci dal nostro torpore. Ricordiamo poi che la recita del S. Rosario non è la preghiera degli anziani, per riempire il tempo, ma ci aiuta a giungere alla conversione del cuore, perché tutti siamo peccatori, ma dobbiamo collaborare con Gesù alla salvezza delle anime".

L.R.

 (torna all'indice)

1 ottobre 2001 Camminiamo con Maria in semplicità di cuore.

La giornata è calda, ma ventilata. La Madonna chiama anche oggi i suoi fedeli a raccolta attorno a se, presso la "roccia". Li chiama alla riflessione e alla preghiera, per aiutare questo mondo senza pace.
A conclusione della recita del S. Rosario, alle ore 12,15 è iniziata la S. Messa presieduta dal Parroco di Pedara P. Barbaro, con la presenza di due sacerdoti concelebranti. Il Celebrante dopo aver salutato i presenti si è rallegrato per la presenza di tanti pellegrini così raccolti in preghiera e li ha esortati a purificare le loro anime per essere ben disposti ad accogliere la parola di Dio e le ispirazioni dello Spirito Santo.
La sua omelia viene seguita con molta attenzione dai fedeli. Riportiamo alcuni passi più importanti: "Noi siamo un popolo alla ricerca di Dio, alla ricerca della sua gloria e dunque imploriamo su di noi pace e serenità, forza d'animo, per affrontare la battaglia quotidiana della vita; cerchiamo il Signore perché Lui ci aiuti, ci illumini, ci protegga ad avanzare con passo giusto e nel modo giusto.
Perché questo si avveri e il Signore illumini la nostra vita e ci accompagni è necessario che noi lo facciamo con la semplicità del cuore come ci ricordava il salmo 130. Non andiamo in cerca di cose grandi e superiori alle nostre forze, ma alla ricerca di Dio che rende grandi tutte le cose. Maria per prima ha saputo accogliere la parola di Dio e così ha potuto cantare: "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e grande è il suo nome". Così ha potuto cantare Maria perché poco prima, con la semplicità del cuore aveva detto all'angelo del Signore: " lo sono a disposizione di Dio, a totale disposizione del progetto di Dio, della parola di Dio, Dio faccia di me quello che vuole, Dio usi la mia persona come strumento e attraverso di me faccia passare soltanto la sua volontà, faccia compiere il Suo Volere". È questa la disposizione che ci viene richiesta che la scrittura comanda ad ognuno di noi.
S. Teresa del Bambino Gesù di cui oggi la Chiesa celebra la memoria è un segno e una testimonianza vivente della Chiesa. I Santi, anche se sono morti, rimangono vivi nella memoria degli uomini e a distanza di secoli ancora ce ne ricordiamo come se fossero davvero presenti e ci rifacciamo all'esperienza della loro vita. Per esempio S. Teresa del Bambino Gesù è quella dell'impegno nelle piccole cose della vita quotidiana.
Anche noi siamo chiamati ad imboccare la strada della semplicità del cuore e dell'abbandono a Dio vissuto nella quotidianità della nostra vita.
Un giorno Gesù era circondato da tante persone importanti (per quei tempi) che cercavano di farlo parlare e gli chiedevano chi era il più grande nel Regno dei Cieli e si aspettavano grandi risposte, ma Gesù fece venire avanti un bambino e disse: "Chi è come lui appartiene al Regno dei Cieli, al Regno di Dio".
Dunque ci dobbiamo convertire alla semplicità del bambino, dobbiamo diventare bambini e come il bambino dipende dal padre e dalla madre in tutto e soltanto allora si sente sicuro, così anche noi abbiamo bisogno di sicurezza che ci viene da Dio nostro Padre e dalla Chiesa nostra madre: è questa la semplicità del Cuore, la semplicità di abbandonarci interamente alla volontà del Padre attraverso la vita della comunità cristiana, e Maria è nostra madre, immagine della Chiesa e ci accompagna, ci sostiene, ci guida. Alle volte ci riprende, ma non dobbiamo aver paura mai di questo; noi sappiamo bene che soltanto chi ci dà uno schiaffo, quando noi ci comportiamo davvero male, è colui che ci vuole bene. Allora, confortati dalla presenza di Maria, dalla presenza e dalla vita della Chiesa, confidando nella paternità di Dio, camminiamo in semplicità di cuore e come bambini ci affidiamo e mettiamo tutto nelle mani di Dio e come Maria, noi qui attraverso questa Eucaristia, vogliamo dire: "Signore, eccoci qua... si compia in noi la tua volontà!"".
Al termine della S. Messa il vice rettore P. Giuseppe Maieli, dopo aver salutato i numerosi pellegrini (circa 4000), ha ringraziato P. Barbaro e ha poi parlato brevemente dei lavori in cantiere per rendere sempre più accoglienti i dintorni del Santuario: un percorso congiungerà la Casa del Pellegrino con la Grotta della Risurrezione e lungo questo percorso si potranno meditare, visualizzati, i Misteri del S. Rosario e una collinetta sarà utilizzata ad immagine del monte Tabor ove sarà collocata una grande statua del Sacro Cuore che accoglie i pellegrini. Lungo il percorso saranno creati altri centri di preghiera e di meditazione circondati dalla bellezza incomparabile della natura e dal profondo silenzio.

 (torna all'indice)

1 novembre 2001 - Testimoniamo il Dio dell’Amore.

Cari fratelli e sorelle, Siamo ormai sul finire dell'anno ecclesiastico che termina con la festa di Cristo Re e quindi inizia il periodo dell'Avvento e il nuovo anno liturgico. Ogni consacrato deve dunque mettersi a disposizione della Madonna e aderire prontamente ai suoi desideri e alla volontà del Signore Gesù, in questi tempi tempestosi ed incerti.
Questo mese si apre col pensiero dei Santi che destano in noi tanta ammirazione per quello che hanno saputo realizzare per la gloria di Dio. Pensiamo che sono stati uomini come noi, ma non si sono fidati delle loro forze ed hanno riposto ogni loro speranza nell'aiuto dello Spirito Santo e della Vergine Maria. Il nostro pensiero corre ai cari defunti che ci precedono nell'eternità e sperano tanto sul nostro aiuto. Coraggio, non dimentichiamo nessuno, preghiamo per loro. Facciamo tesoro del tempo che Dio ci mette a disposizione e siamo testimoni di pace, di gioia e di amore che si dona, scoprendo negli altri il volto di Cristo. La preghiera ci aiuterà a vincere le prove della vita e ci farà capire cosa vuoI dire vivere in comunione con Dio e i nostri fratelli. La Madonna ci aiuterà a percorrere questo cammino tenendo presenti tre punti essenziali:
a) il battesimo ci ha resi figli di Dio e ci rende capaci, giorno dopo giorno, di testimoniare il Dio dell'amore;
b) la sequela di Cristo. Non è cosa di poco conto, siamo completamente al suo servizio, presi per mano dalla nostra Regina e Madre. Gesù ci ripete continuamente: "Venite dietro a me" e seguire Gesù vuoI dire essergli sempre fedeli, in ogni circostanza della vIta.
c) Amore di Dio e del prossimo, amore umile e semplice, ma sincero e leale.
In questo mese, cerchiamo di stare vicino al S.Padre, continuando la recita del S.. Rosario che diventerà il nostro "breviario mariano".
Il Papa ha affidato ripetutamente alla Vergine del Santo Rosario le sorti della Chiesa e dell'umanità ed ha scritto per tutti i cristiani una lettera molto importante intitolata " Redemptoris Mater" del 25 marzo 1987.
In questa lettera parla di Maria nel mistero di Cristo e della Madre di Dio al centro della Chiesa in cammino e della mediazione materna della Vergine. Nei misteri del S.Rosario vi è un costante riferimento a Gesù, incarnato, morto e risorto. (Misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi).
Preghiamo dunque, pesche attorno al nostro santuario si snodi presto la "Via del Rosario" e si possa percorrere questa via recitando il santo rosario, raggiungendo la Grotta della Risurrezione. Come consacrati, imiteremo così il Papa che, recandosi a Fatima dopo lo scampato pericolo, pronunciò davanti ad una grande folla queste parole: "Sono venuto con la corona in mano, con il nome di Maria sulle labbra e il cantico della misericordia di Dio nel cuore: Egli ha fatto anche per me grandi cose!".
E nel 1991 confidava ad un gruppo di pellegrini: "Il rosario è la mia preghiera prediletta, preghiera meravigliosa! È un incontro quotidiano al quale io e la Madonna non manchiamo. Se volete essere vicini al Papa vi propongo l'ora del rosario, così vi ricorderò tutti alla Vergine Maria e gradirei mi ricordaste a Lei nello stesso modo".
Un ultimo suggerimento per progredire sempre più e sempre meglio nel nostro cammino di "consacrati": moltiplichiamo, durante la nostra giornata, gli atti di amor di Dio: "Mio Dio, io ti amo! ".
L'anima può compiere il suo atto di amore di Dio con tre gradi di perfezione: volontà risoluta di non offendere gravemente il Signore: "mio Dio, piuttosto morire che commettere un peccato mortale; volontà risoluta di soffrire ogni pena, anche la morte, anziché acconsentire al peccato; volontà risoluta di scegliere sempre quel che è più gradito a Dio. Mio Dio, perché vi amo, voglio solo quello che voi volete. Ognuno di questi tre gradi contiene un atto perfetto di amor di Dio: cari consacrati, abbiamo ancora molto da lavorare per raggiungere questi gradi... Ma la Madonna ci aiuterà, fortificherà, perché ci ama.

Fratel Saturnino Ricci

 (torna all'indice)

1 dicembre 2001 - Doniamo il nostro tempo a Dio.

Cari fratelli e sorelle, con questo mese si chiude il l° anno del 3° millennio: il nostro cuore è pieno di riconoscenza verso il Signore e la Vergine Santa.
Riflettiamo umilmente se il tempo trascorso è stato veramente donato a Dio e come consacrati al Cuore Immacolato di Maria. In quest'ultimo scorcio dell'anno intensifichiamo le opere di bene e i nostri atti di amore verso Dio e il prossimo.
Questo mese risplende di luce soprannaturale per la festa dell'Immacolata e la solennità del Santo Natale: Gesù è venuto su questa terra diventando come uno di noi, uomo tra gli uomini. Dobbiamo cercare, con tutte le nostre forze, di trasformarci spiritualmente e diventare simili a Lui. Per irradiarlo attorno a noi. Da soli non ce la possiamo fare, abbiamo bisogno del suo divino aiuto, assistiti dalla nostra Regina e Madre.
Vi propongo di meditare e recitare spesso, questa breve preghiera trovata tra gli scritti del cardinale Newman: "Gesù, inondami del tuo spirito e della tua vita. Penetra in me ed impossessati del mio essere così pienamente che tutta la mia vita sia soltanto una irradiazione della tua. Risplendi attraverso me ed in me. Fa che ogni anima che io avvicino senta nella mia anima la tua presenza. Che i fratelli cerchino e vedano non più me, ma soltanto Te, o Signore! E nulla sarà mio: sarai Tu ad illuminare gli altri! Attraverso me. Signore, fa che io impari a predicarti, senza parlare".
Pensiamo alla Vergine Immacolata, con quanta umiltà è vissuta su questa terra; sappiamo che non ha parlato molto, ma quanto ha pregato, meditato, gioito e sofferto in compagnia di Gesù e S. Giuseppe. Poi lungo i secoli è stata vicina all'umanità, con le sue apparizioni, con la sua presenza instancabile per salvare le anime, per portarle a Gesù.
Cari fratelli e sorelle, siamo fortunati, se riusciremo a renderci conto del mondo soprannaturale che ci circonda e degli aiuti continui che Gesù e Maria ci offrono per farci vivere in questo clima soprannaturale, in preparazione alla felicità eterna.
Vorrei ora attirare la vostra attenzione sopra i servi di Dio, Marcello e Anna Maria Inguscio, due sposi che hanno servito i poveri, facendosi loro stessi poveri. Il giorno 9 novembre, con una solenne liturgia in cattedrale, l'Arcivescovo metropolita di Catania Mons. Luigi Bommarito, li ha dichiarati Servi di Dio, iniziando così ufficialmente la loro causa di beatificazione e canonizzazione. Il loro e esempio ci fa molto riflettere: si sono santificati nel matrimonio con una vita intensa di preghiera e una partecipazione fervente all'Eucaristia. Iniziavano la loro giornata in ginocchio, pregando insieme, poi si recavano alla S.Messa. Insieme contemplavano Cristo e insieme lo ritrovavano nel loro apostolato eroico presso i poveri e i sofferenti.
Ci avviciniamo al S.Natale e ricorderemo in modo particolare, il grande avvenimento. Il mondo era sotto la prepotenza di Roma e in questa profonda oscurità apparve Gesù come luce vera e trionfò, instaurando la civiltà cristiana; ma ora molta parte dell'umanità è scivolata nel laicismo e nell'ateismo. Queste sono le tenebre... E la luce? È sempre Gesù Cristo e noi dobbiamo portare nel mondo la sua luce, senza aver paura, con l'aiuto di Maria, proclamando sempre la verità anche se per questo potremo a essere lapidati e crocifissi! Dobbiamo agire d'accordo col soffio del Divino Spirito.
Diciamo sempre che il bene è bene e il male è male! Questa è la lezione che ci ha lasciato Gesù. In ginocchio, davanti a Lui, riconosciamolo come nostro Re e Signore, senza mai voltargli le spalle. Cari fratelli e sorelle, uniamoci spesso insieme per rinnovare la nostra consacrazione.

Fratel Saturnino Ricci

 (torna all'indice)

1 gennaio 2002 - Non c'è pace senza perdono

Il primo giorno dell’anno 2002, nonostante la giornata festiva, numerosi pellegrini giungono al Santuario della Madonna della Roccia, ma il tempo inclemente con una pioggia che cade incessante non consente la celebrazione eucaristica all’aperto come di consueto, e così tutti vengono accolti nel Salone S.Luigi in un clima più raccolto.
A celebrare la S.Messa è il rettore del Santuario don Angelo Grasso con la concelebrazione del vice don Giuseppe Maieli.
Dall’Omelia: "Oggi nella giornata dedicata alla pace dobbiamo prendere l’impegno ad essere costruttori di Pace. Senza perdono, sappiamo però bene, non può nascere la pace. Non possiamo pregare per la pace se nel nostro cuore non c’è questo desiderio, ma prima di questo passo dobbiamo riflettere sul bisogno che abbiamo di essere perdonati; abbiamo bisogno di essere riconciliati con il Padre, e accettare con amore la sua volontà. Magari volevamo una storia diversa, ma quello che Dio ha voluto per noi è questo e dobbiamo vederlo non come un castigo o altro, ma come quello che lui ha disposto per il nostro bene.
Lui è fedele, e la riconciliazione deve essere totale. Da oggi dobbiamo essere nella gioia, il Signore ci sta chiamando e vuoi parlare al nostro cuore. Oggi sentendoci riconciliati con Dio saremo capaci di perdonare: "Oggi io faccio per voi delle cose nuove". Cerchiamo, dunque, di vivere la novità di ciò che Dio ci sta donando.
Dobbiamo comprendere che se non ci riconciliamo è perché non abbiamo a ancora sperimentato che Dio ci ama, e lo ha dimostrato lasciandoci liberi. Oggi accogliamo con gioia ciò che il Papa ci ha voluto ricordare: pace e perdono, nel giorno della Teotokos, Madre di Dio. Da Maria come figli suoi, dobbiamo imparare l’atteggiamento della meditazione. Noi siamo chiamati a meditare i misteri della salvezza, e farli entrare nel nostro cuore.
In questa società consumistica, dove tutto è apparire o meglio esteriorità, la speranza di ridimensionarci deve aprirci al dono di noi stessi agli altri; non di quello che abbiamo, ma di quello che siamo.
L’amore che si dona è questo che dobbiamo realizzare; andando verso i più poveri, i più piccoli.
Allora si che il Signore farà brillare il suo volto su di noi, per farlo risplendere verso gli altri; così si realizza la vera pace, che ci fa sentire figli di Dio per gridare come ci dice S. Paolo "Abbà Padre". Quali suoi figli e affiliati all’amore della Vergine Maria dobbiamo rinnovare la nostra natura e innestarci nella via della Luce.
Qui il Signore ha voluto creare un cenacolo di incontro con Maria, e a Lei che è la Regina della Pace affidiamo le nostre famiglie e quelle di tutto il mondo. Affidiamo a Maria ogni uomo perché possa sentirsi fratello dell’altro, e guidati da Lei sulla via della luce ringraziamo Gesù Salvatore della storia.

 (torna all'indice)

2 febbraio 2002 - Il Cardinale Poupard in visita alla Roccia

Il cardinale francese Poupard, presidente del Pontifìcio Consiglio per la cultura, ha visitato il 2 febbraio il Santuario della Madonna della Roccia di Belpasso. Accompagnato dall'arcivescovo di Catania, mons. Luigi Bommarito, è stato accolto dal rettore del santuario, don Angelo Grasso.
Il cardinale si è diretto al tempietto, soffermandosi davanti al simulacro della Regina della Pace.
Qui, dopo una breve preghiera, il rettore ha delineato all'ospite gli eventi che, a partire dal 1986, hanno dato origine a tanta devozione, e illustrato poi le opere che sono sorte successivamente sul luogo per renderlo più accogliente ai tanti pellegrini che giorno e notte vi si avvicendano.
L'illustre ospite, assieme all'Arcivescovo e al Rettore, ha poi proseguito lungo il sentiero "Via della Vita" fino alla Grotta della Resurrezione. Sua Eminenza non ha mancato di esprimere stupore e ammirazione davanti a questa cattedrale naturale, creata dalle secolari eruzioni dell'Etna e oggi adibita al culto.
"Conoscevo solo la grotta di Lourdes - ha commentato il Cardinale Poupard — ma qui ci troviamo davanti ad una meraviglia della natura, che testimonia l'amore di Cristo. Arrivando in questo Santuario ho avvertito di essere nei cuori di Gesù e di Maria e un senso di serenità e di pace che porta gioia nel cuore e a sentire la loro presenza. Uscendo da qui sentiamo che Cristo e Maria ci invitano ad andare nel mondo e per il mondo per testimoniare la pace e costruire la civiltà dell'amore alla quale ci esortava Paolo VI, del quale sono stato collaboratore. Credo che sempre più la gente verrà qui a pregare per rafforzare la fede che è la speranza di un mondo migliore".

  (torna all'indice)

 

13 febbraio 2002 - Il Cardinale Simonis celebra al Santuario.

Il Cardinale A. Simonis, primate d'Olanda, ad un anno di distanza è ritornato a Catania in occasione della festività di S. Agata. Durante il uo soggiorno non ha mancato di visitare il Santuario della Madonna della Roccia di Belpasso e i dintorni. Su invito del Rettore, Don Angelo Grasso, il 13 febbraio, mercoledì delle Ceneri, ha presieduto la S. Messa, ponendo sul capo dei fedeli che gremivano il salone S.Luigi, le Sacre Ceneri. A conclusione, si è svolta una processione eucaristica attraverso la Via della Vita fino alla grotta della Resurrezione, dove Sua Eminenza ha impartito ai presenti la solenne benedizione finale.

 

 

 

 (torna all'indice)

 

11 maggio 2002 - Sedicesimo anniversario delle apparizioni - Omelia di S.E. Mons. Bommarito, Arcivescovo di Catania, alla Roccia di Belpasso.

Siamo qui riuniti per ringraziare la Maestà misericordiosa del Signore per due preziosi doni: è il 16mo anniversario del segno di benevolenza e di amore materno offerto al popolo fedele, qui, alla Roccia di Belpasso, dalla Madonna Regina della Pace.
Sono passati 16 anni, tanti e qui, dalle brulle aride zolle laviche è sbocciato verso l’alto questo tempio che con le sue dodici colonne ricorda i dodici apostoli che Gesù ha posto a fondamento della Chiesa.
Sono passati 16 anni e qui il deserto è fiorito in luogo di preghiera, di eucaristia, di pellegrinaggi continui e fervorosi. Qui tante conversioni hanno portato luce verità e grazia nel cuore di tanti fedeli.
Sono passati 16 anni e tante vocazioni sacerdotali sono qui sbocciate e maturate al fuoco dello Spirito Santo sotto la protezione e guida materna di Maria.
È stata scoperta la Grotta delle Risurrezione che conclude con la penitenza della Scala Santa la via della croce, della luce e della vita. E nella grotta è arrivato il Cristo Redentore che porta la croce, la sua e le nostre croci e che ci aspetta sempre per darci la mano e il suo perdono e la sua pace.
E, come inaspettato dono è arrivata la "Casa del Pellegrino" e il "Salone San Luigi" e gli altri luoghi tanto utili al servizio che la Roccia rende ai molti moltissimi figli che vengono a venerare la Madre che dalla Roccia tutti abbraccia, consola, benedice e accompagna a Gesù.
Sì, accompagna a Gesù, perché questa è la stupenda missione di Maria. Maria è la via più breve, più comoda, più amabile, più facile per arrivare a Gesù.
E qui alla Roccia venne poi il Decreto Arcivescovile che elevava questo luogo di preghiera e di grazia alla dignità e responsabilità di Santuario diocesano. Quante cose belle, quanti eventi, quante grazie, quanti miracoli.
Per questo, nel 16mo anniversario della Roccia di Belpasso, siamo qui per lodare, benedire, ringraziare la Misericordia tenerissima del Signore che ha voluto guardare questo luogo con particolare sguardo di amore e di bontà.
Qui ha voluto richiamare tutti noi a vita di conversione permanente. Vita sostanziata di preghiera, illuminata alla Parola di Dio, aperta all’amore dell’umanità sulle vie della speranza e del Vangelo della pace.
Carissimi, in questo fausto anniversario c’è un altro dono significativo: l’approvazione dello Statuto della "Famiglia del Cuore Immacolato di Maria Regina della Pace alla Roccia di Belpasso".
In data odierna approvo con la mia firma e consegno al Rettore, a nome della Chiesa, l’atteso Statuto che eleva ad Associazione diocesana di oblati chierici e laici quell’associazione che nel lontano 3 maggio 1988 si era costituita presso lo studio notarile Inzerillo.
Anche questo, miei cari, è un passo significativo del cammino di questo Santuario verso i traguardi di fede, grazia e santità che la Provvidenza ha progettato.
E mi piace sottolineare che lo Statuto pur avendo una valenza giuridica di pubblico riconoscimento ecclesiale, è carico di indicazioni spirituali e spalanca per gli oblati, cioè per quanti appartengono all’Associazione vasti orizzonti di cristiana perfezione sulle vie dell’Amore e sui passi della Vergine Maria.
Basta ricordare che le cinque parole che sintetizzano la vita di Maria: eccomi, il Magnificat, la visitazione, la generazione del Figlio di Dio, la partecipazione alla Croce di Gesù, riecheggiano tra gli articoli e le righe dello Statuto.

a) La vita di Maria è vita di disponibilità: "ecco la serva del Signore, si compia in me la Parola di Dio".

L’articolo 7 dello Statuto (è al Capitolo secondo) dice che gli oblati si impegnano a vivere una vita di intensa spiritualità mariana nello spirito delle nozze di cana: "fate quello ch’Egli vi dirà". L’ascolto della Parola del Signore e l’obbedienza ad essa è la radice e la sostanza della spiritualità degli oblati: "eccomi" è la parola che sboccia continuamente nel loro cuore e nel loro stile di vita modellata su Maria.

b) Magnificat canta la Madonna con animo grato e lieto.

Al numero 14 dello Statuto si legge che " gli oblati vivono momenti di comunione di vita animata dallo Spirito Santo e sperimentano così la gioia piena.

c) Maria è grande per la sua immensa straordinaria missione di salvezza: visita la cugina Elisabetta appena ha ricevuto l’Annunzio ed ha concepito Gesù nel suo grembo, e genera Gesù, redentore dell’umanità.

Gli oblati dell’Associazione Famiglia del Cuore Immacolato di Maria — così afferma lo statuto tra tante righe e in tanti articoli — studiano, pregano, si formano per l’apostolato, cioè per accogliere, visitare e aiutare i fratelli e le sorelle ad aprire il loro cuore alla vita nuova in Cristo Gesù e nello Spirito Santo.

All’articolo 2 si legge che il fine dell’Associazione è di aiutare i suoi membri a lasciarsi amare da Dio amandolo, e di amare i fratelli.

E nell’articolo 3: fine speciale dell’Associazione è quello di mettere a disposizione della diocesi e delle chiese sorelle, presbiteri e laici debitamente preparati e impegnati nell’evangelizzazione.

d) Maria, lo sappiamo bene, "stabat", stava presso la croce e partecipava alla passione redentrice del Figlio.

Anche gli oblati sono chiamati ad unire le loro sofferenze, ad affrontare difficoltà e tentazioni nello spirito "della preghiera, della penitenza, della conversione" come afferma l’articolo 2 dello Statuto.

Perché gli oblati possano santificarsi alla scuola di Maria, lo Statuto sottolinea il valore della formazione. Gli eventuali oblati aspiranti all’ordine sacro si formeranno nel Seminario diocesano con la guida del Vescovo e dei Superiori.
Gli altri oblati avranno come dovere fondamentale lo studio della Parola di Dio, della Teologia, della Mariologia. Ne parla tutto il Capitolo IV dello Statuto, dedicato appunto alla formazione.
Carissimi oblati, carissimi tutti, non dimentichiamo che — lo ricorda provvidamente anche lo Statuto — dall’alto della Croce, Gesù che ci aveva dato tutto volle darci anche la Madre sua come supremo dato.
O Madre nostra Maria, permetti che al tuo Magnificat uniamo anche il nostro per lodare, benedire, cantare le grazie dell’Amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, a cui sia lode, onore, potenza nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

 (torna all'indice)

 

Catania, martedì 16 luglio 2002
Basilica della Madonna del Carmine

Venerati presbiteri, diaconi, consacrati, gentili autorità, fedeli tutti carissimi,
"La gloria di Colui che tutto muove
nell’universo penetra e risplende
in una parte più e meno altrove".
Così i versi sublimi di Dante.

La gloria di Dio è il suo amore. Risplende al massimo nel volto del Figlio suo Cristo Gesù. Risplende pure nel cuore della madre di Gesù e nostra, madre che oggi salutiamo col titolo del Carmelo. L’amore di Colui che tutto muove risplende anche in questa nostra assemblea di festa e di gioia e di saluto.
Qui celebriamo oggi la festa del Magnificat. Se volessimo dare un altro titolo un pò bizzarro potremmo chiamarla la festa del "Non c’è confronto".
Si, miei cari, non c’è confronto tra i nostri limiti e peccati e la misericordia di Dio; tra le prove e le difficoltà e l’abbondanza del perdono e delle consolazioni che il Signore sempre munifico ci concede.
"Non c’è confronto" quante volte l’ho sperimentato in modo evidente e sorprendente. Questa festa del Magnificat di Maria e nostra è la festa della verità: ci rende più evidente l’antico trittico che mi è folgorato puntualmente nel cuore nei momenti di successo e di consenso: homo umus, fama fumus, finis cinis. È questa, miei cari, la verità profonda della nostra esistenza!
Questa festa del Magnificat di Maria, madre e modello della Chiesa, fa brillare più splendidamente l’Ecclesiam dilexi. Per grazia di Dio, queste due parole, nella mia vita, non hanno costituito solo un motto araldico, ma sono state, pur tra tanti limiti e incoerenze, programma di vita. Amare la Chiesa! E sappiamo bene che dove c’è vero amore non può mancare la sofferenza. E se è bello, miei cari, soffrire per la Chiesa è meraviglioso — credetemi — soffrire dalla Chiesa.
Amare la Chiesa per me, oggi, si traduce in preghiera che assomiglia a quella che leggiamo nell’antica "Dottrina dei dodici Apostoli": "ricordati, Signore, della tua Chiesa. Di quella di Monreale che mi ha generato alla fede e mi ha consacrato al servizio del Regno. Grazie Chiesa di Monreale, mia madre santa sei!
Ricordati, Signore, della Chiesa di Agrigento dove, tra difficoltà e problemi, ho gustato sempre la ricchezza della tua grazia multiforme. Quanti ricordi forti e dolci!
Ricordati, Signore, dell’amata Chiesa che è in Catania. In essa ho visto crescere il "senso della diocesi". In essa sono stato edificato e confortato da tanti fratelli e sorelle pieni di Spirito Santo e di operosità. Ti amo, Chiesa di Catania, con amore appassionato!
Ricordati, Signore della tua Chiesa, preservala da ogni male e rendila perfetta nella tua carità. Radunala dai quattro venti, santificala nel tuo regno, che per lei hai preparato. Perché tua è la potenza e la gloria nei secoli".
Carissimi, festa del Magnificat è quella che celebriamo ed è magnificat di lode, amore, gratitudine. Sì, amatissimi fratelli e sorelle, sì, dilettissimi figli di questa santa Chiesa che è in Catania, celebriamo la festa del ringraziamento. Questi sentimenti di ringraziamento li ha sintetizzati in parte la mia lettera di saluto che già conoscete ma che mi piace brevemente risprendere.
"Carissimi nel Signore Gesù,
è arrivato per me il momento di lasciare Catania e il mio servizio episcopale alla Diocesi.
Lo faccio con gioia perché sono convinto che, attraverso l’avvicendamento, la Chiesa ringiovanisce in clima di costante primavera. Il mio successore, S. E. Mons. Salvatore Gristina, è giovane, affabile e preparato. Sono contento e gli auguro tanti doni dello Spirito e cordiale collaborazione da parte di tutti.
Da parte mia ringrazio il Signore per tutte le grazie, le difficoltà, i problemi, le consolazioni abbondanti che mi ha elargito con sovrana misericordia e munificenza nei quattordici anni di mia presenza nella Chiesa di Catania. Ho trovato affetto, cordialità, intelligenza, laboriosità, disponibilità e ringrazio tutti, presbiteri, diaconi e seminaristi, religiosi e laici per la benevolenza che sempre mi hanno accordato e per la pazienza e comprensione che mai mi hanno fatto mancare.
Un grande grazie ai monasteri di clausura: ho sempre goduto del sostegno della loro preghiera, sempre da me chiaramente percepito. Così come ho percepito le preghiere del sempre venerato Mons. Domenico Picchinenna, modello di modestia, di discrezione, di pietà. Anche i miei cari che sono in Paradiso, papà Salvatore e mamma Rosina, mi sostengono con la preghiera.
Grazie anche a Mons. Vicario Generale e ai preziosi collaboratori nella Curia Arcivescovile. Grazie anche alle varie aggregazioni ecclesiali segno della presenza dello Spirito nei solchi fecondi della nostra Chiesa. E grazie molto al "San Paolo", al "San Luca", al "Sant’Euplio", al "Verbum Domini".
Un grazie sentito anche alle pubbliche Autorità cittadine di ogni ordine e grado per lo spirito di leale collaborazione che costantemente ha animato i nostri rapporti, sempre nel reciproco rispetto dei nostri ruoli e competenze.
Mi porto nel cuore questa amata Città e Arcidiocesi con le sue conquiste, i suoi problemi e con le sue straordinarie potenzialità di intelligenza e di capacità operativa che, incoraggiate e armonizzate, sono capaci di ridare a Catania non solo un rinnovato volto di fervore religioso vero se illuminato dalla Parola che conforta e salva, ma anche di prosperità sociale capace di raggiungere tutte le famiglie, soprattutto le più bisognose di giustizia e di attenzione solidale.
Queste mie prospettive augurali saranno presenti nelle mie preghiere quotidiane.
Buon lavoro a tutti! E sarà buono se sapremo eseguirlo con sensibilità di coscienza, con quello spirito di solidarietà che solo il Signore Gesù sa infondere nelle nostre menti e nei nostri cuori.
Anche per questo vi raccomando alla Madonna ch’è stata la stella del mio cammino. Quante volte mi ha liberato da situazioni difficili! Non si contano!
E adesso, se è lecito "magna componere parvis" cioè se è lecito citare i grandi da parte dei piccolissimi, oso fare mie le parole di san Paolo, a Mileto, nel suo saluto di commiato: "Ed ora vi affido al Signore e alla parola della sua grazia che ha il potere di edificare e di concedere l’eredità con tutti i santificati.
Detto questo, San Paolo, si inginocchiò con loro e pregò".
Anch’io mi inginocchio davanti a Dio, davanti alla Madonna e davanti a voi tutti e prego perché questa santa Chiesa di Catania cammini sulle vie dell’amore e della comunione, della santità e della gioia, sempre impegnata nei solchi della storia e sempre protesa verso l’eternità beata.
Con sempre viva gratitudine! Amen. Alleluia.

Catania, 16 luglio 2002
Festa di N. S. del Monte Carmelo

vostro + Luigi, arciv.
Amministratore Apostolico
della Chiesa di Catania

Messaggio di S. E. Mons. Salvatore Gristina
alla Chiesa santa di Catania
Acireale, 7 giugno 2002

Eccellenza Reverendissima e Carissima,
La prego di sentirmi accanto a Lei nel momento in cui rende pubblica la nomina del nuovo Arcivescovo di codesta santa Chiesa di Dio che è in Catania.
L’evento avviene nella Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù. Oggi il Padre ci dà la gioia di celebrare in quel Cuore le grandi opere del suo amore per noi, e tutti ci sentiamo attirati dal Cuore del Salvatore. A Lui voglio anch’io rivolgere lo sguardo per cercare di comprendere quanto mi sta accadendo.
Contemplo in Cristo il Buon Pastore che 14 anni fa chiamava Lei al compito di Suo Vicario in codesta Chiesa. Mi associo volentieri all’intera comunità diocesana catanese che recentemente ha espresso ed oggi certamente rinnova il sincero ringraziamento per il generoso ministero episcopale da Lei finora svolto.
Lo stesso Buon Pastore oggi chiama me, e, nel farlo, Egli legge nel mio cuore i sentimenti che affido a Vostra Eccellenza perché voglia comunicarli ai presenti e alla Comunità diocesana.
Provo un sentimento di straordinaria sorpresa, quasi un senso di stordimento, nel sentirmi chiamato a svolgere il servizio episcopale a Catania. Mi metto in ginocchio per balbettare: "Sia fatta, o Signore, la tua volontà". Essa mi è manifestata dalla decisione del Santo Padre Giovanni Paolo Il, al quale in questo momento rinnovo la promessa di filiale obbedienza e fraterna comunione; per Lui la nostra preghiera e la gratitudine piena di stupore per il ministero che il Signore Gli concede di svolgere in maniera così esemplare.
La volontà del Signore mi giunge più imprevedibile ed inattesa rispetto agli altri momenti determinanti della mia vita. Oggi, come in precedenza e ancor di più, sento che parte dal Cuore di Gesù la domanda che inequivocabilmente mi interpella: "Salvatore, mi ami?". Ancora una volta sono chiamato a riconoscere l’amore di Cristo e a ricambiarlo con l’umile esercizio della carità pastorale verso le sorelle e i fratelli cui sono inviato. Dal mio cuore, pur tante volte ingrato e adesso pieno di trepidazione, sorge la risposta alla domanda di Gesù: "Ti amerò, o Signore; Tu dilata il mio cuore perché più numerosa è la tua famiglia che mi affidi".
La destinazione alla Chiesa di Catania modifica radicalmente il cammino che tre anni fa avevo iniziato a percorrere insieme all’amatissima Chiesa di Acireale. Ma il senso e la meta di tale cammino resta identico, come identico è Cristo ieri, oggi e sempre, nostra via, verità e vita.
Verrò presso di voi, incontrerò e conoscerò le sorelle e i fratelli che formano codesta eletta Comunità e mi metterò in cammino con tutti.
Con voi, fratelli presbiteri e diaconi con i quali condivido anzitutto l’affetto di predilezione che Gesù ci riserva; con voi fratelli e sorelle che arricchite la Chiesa di Catania con la vostra speciale consacrazione al Signore e dedizione al prossimo; con voi carissimi seminaristi ed operatori pastorali. Opereremo insieme per offrire a tutti il tesoro che la Chiesa ha ricevuto: la grazia del Signore Nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo; la Parola di Dio e il Pane della vita; la gioia e l’esperienza della preghiera filiale personale e comunitaria; l’energia e la speranza che lo Spirito del Risorto suscita continuamente in essa.
Con voi genitori e figli, educatori e Responsabili a vario titolo del bene comune; con voi che operate nella e tramite la cultura, la sanità, il volontariato e nell’imprenditoria lungimirante e generosa; con voi che con il lavoro quotidiano sostentate voi stessi, le vostre famiglie e contribuite al benessere di tutti.
Con voi sorelle e fratelli immobilizzati in un letto o in una sedia di sofferenza, ma operatori di tutto quel bene noto al Signore e che noi siamo chiamati a percepire con occhio purificato, attento e grato.
Mi metterò in cammino con tutti. Quale sarà la nostra meta? Se Cristo stesso indica l’essere umano quale "prima e fondamentale via della Chiesa" (cfr Redemptor Hominis, 14), un tale grande itinerario non potrà non condurci che verso ogni donna ed uomo che vive in terra catanese, ogni donna e ogni uomo cui andremo incontro, che cercheremo e che tratteremo con rispetto e amore. Questa umana solidarietà diviene realmente, in modo più o meno consapevole, cammino verso il Signore Gesù che con la sua Incarnazione "si e unito in certo modo ad ogni uomo" (Gaudium et Spes, 22).
Nell’andare incontro a tutti avremo uno speciale debito di amore ed una evangelica preferenza per i piccoli, i poveri, i deboli, i senza lavoro, gli emarginati, gli esclusi. In questo servizio Gesù si offre come modello e solo in esso permette che i suoi discepoli possano anche gareggiare per essere i primi, cioè più a servizio. Invito tutti a questa gara; vi parteciperò anch’io con il servizio che devo svolgere come servitore del Vangelo di Gesù Cristo per la speranza del mondo.
Seppur con viva trepidazione, pregusto già la gioia e l’onore di essere inserito nella Chiesa di Dio che è in Catania e che cammina nella storia con il dono della Carità, con la sempre più chiara coscienza della sua vocazione ad essere fermento, luce del mondo e sale della terra.
Mi affido all’azione dello Spirito Santo perché mi spinga come e dove vuole e quindi anche nella direzione che risponderà alle attese che la Chiesa di Catania nutre ed ha pubblicamente espresso nei riguardi del nuovo Pastore. So bene di essere inadeguato: confido perciò nel Signore e mi affido alla materna intercessione della Vergine Santissima e a quella di Sant’Agata, di S. Euplo, dei Santi e delle Sante che onorano la nostra Chiesa.
So che non mancherà la vostra preghiera e particolarmente quella sua, venerato e carissimo Mons. Bommarito. E sono lieto di assicurarvi di quella che già sgorga dal mio cuore per tutti voi.
E mi permetta infine, Eccellenza Carissima, di unirmi a Lei nel benedire con tutto il cuore, Lei ancora una volta ed io per la prima, le sorelle e i fratelli della nostra amatissima Comunità catanese.

dev.mo e aff.mo
Salvatore Gristina, vescovo

Mons. Gristina ai politici: "Siate al loro servizio con umiltà"

Il ricordo della designazione papale che il 7 giugno scorso lo lascia "senza parole", il rimpianto della diocesi di Acireale vissuta per troppo poco tempo, la gioia di essere a Catania, pure una realtà difficile, la volontà di mettersi al servizio degli altri, una prima "tirata d'orecchio" ai politici. Questo e altro nel lungo e intenso pomeriggio di mons. Salvatore Gristina nel suo "battesimo" catanese, nel momento cioè della presa di possesso dell'arcidiocesi a due mesi dalla decisione della Santa sede.
L'arrivo, dopo l'ingresso in città da Ognina è in una piazza Stesicoro chiusa al traffico ma non stracolma di gente. Tanti i politici venuti ad accogliere il nuovo presule, tanti i sacerdoti, le suore e i laici impegnati nel sociale, poca la gente comune. Gli applausi scandiscono comunque l'arrivo del nuovo vescovo in pochi si affacciano ai balconi, nessuno esce dai negozi, i passanti danno appena uno sguardo. Nonostante il clima, insomma, Catania appare tiepida.
Alla sua nuova città, e a tutti quelli che come lui festeggiano oggi, giorno della Trasfigurazione del Signore l'onomastico, mons. Salvatore Gristina si rivolge con affetto e semplicità, spiegando che ha accettato l'incarico dopo averci pensato tanto: sa che Catania è una realtà difficile e impegnativa. Un concetto che ricorre anche nelle parole del sindaco Umberto Scapagnini che a nome della città gli dà il benvenuto.
Infine mons. Gristina cammina per le vie della sua Catania, preceduto da un lunghissimo serpentone di sacerdoti con i paramenti dorati dei giorni di festa, accompagnato dal cardinale Pappalardo, dal Nunzio apostolico Romeo e da altri vescovi siciliani e seguito da politici e autorità: il presidente della Regione Cuffaro, il prefetto Di Pace, il sindaco Scapagnini e il presidente della Provincia Musumeci, deputati nazionali e regionali, le altre autorità cittadine.
Dopo un periglioso ingresso in Cattedrale attraverso lo stretto corridoio lasciato dai lavori in corso in piazza Duomo, il lungo rito ha inizio. Il nuovo arcivescovo accolto da una lungo applauso e visibilmente commosso si inginocchia a baciare la croce che ricorda il suo status e dopo aver percorso la navata centrale fra strette di mano e saluti prende posto nell'altare. E' un giovane sacerdote a leggere il messaggio del Pontefice che esorta l'erede di Berillo "a mettersi diligentemente alla guida della comunità ecclesiale, curandosi in umiltà e carità delle aspettative spirituali dei fedeli" ed è il vicario generale mons. Agatino Caruso a dare al nuovo presule il lungo benvenuto dell'arcidiocesi. "La sua nuova sposa - dice - l'accoglie con gioia ed entusiasmo. Lei che viene dalla chiesa di Venera e giunge nella chiesa di Agata". Al nuovo arcivescovo il vicario generale ricorda anche i "numeri" del suo nuovo territorio. Oltre 730.000 anime, 154 parrocchie, 285 religiosi e altrettanti "secolari", 35 diaconi permanenti. "Assicuri e faccia crescere - auspica - la comunione fra lei e i presbiteri, il laicato e i fedeli". E a suggellare il benvenuto, che comprende anche il riferimento - sottolineato da un applauso - al lungo operato di Bommarito, c'è il dono del pastorale, del bastone simbolo, al nuovo arcivescovo catanese. "Coraggio, arcivescovo - conclude mons. Caruso - la sostengono Agata, Berillo, Euplo e il beato Dusmet".
Gli stalli del coro si animano; tutti vogliono rendere omaggio al nuovo presule. Gristina accoglie tutti, poi corre ad abbracciare con affetto coloro che più di tutti hanno sostenuto la sua nomina: il cardinale Pappalardo, di cui Gristina fu vicario e il Nunzio apostolico Romeo.
L'omelia, che tutta la chiesa attende è ricca e colta. Piena di riferimenti e citazioni, innanzitutto, e dedicata al commento sul brano del Vangelo di Matteo che "racconta" la Trasfigurazione del Signore. E proprio un frammento di quel brano: "Signore, è bello per noi restare qui..." diventa il "tormentone" che permette al nuovo arcivescovo di dialogare per la prima volta con i catanesi. "E' bello stare qui per riconoscersi in una sola chiesa pur provenendo da diverse città". Un abbrivio che gli dà modo di dedicare un saluto ai parenti palermitani e un ricordo di papà e mamma che lo chiamavano "Totuccio", di citare Acireale, di "salutare i fratelli e le sorelle di Catania chi già amo". "Sono qui per dare un benvenuto a tutti e particolarmente agli immigrati che prima dell'impronta digitale - sbotta rivolto alle autorità presenti - hanno impressa in sè l'impronta di Dio". A loro e "alla liberazione degli oppressi, dei piccoli, dei poveri, dei sofferenti, dei senza casa, dei senza lavoro e degli emarginati" deve essere dedicato "l'esclusivo cammino delle comunità di base e anche delle autorità. "Siete al servizio - ricorda loro - del bene comune". "E' bello essere qui - conclude rivolto ai fedeli catanesi - prendendo a cuore con umiltà e carità le vostre aspettative spirituali".
Tanti i messaggi di saluto rivolti al nuovo arcivescovo. Il presidente della Provincia Musumeci sottolinea fra l'altro come "Il motto scelto da mons. Gristina rispecchia fedelmente la filosofia di questa comunità. Nella speranza della resurrezione. I catanesi, da sempre, sono abituati ad affrontare e vincere mille sfide".
"Un autentico dono divino per la Chiesa catanese". Così definisce l'arrivo di mons. Gristina l'on. Mimmo Rotella che si dice certo che il nuovo arcivescovo lascerà un segno nella società catanese. "Piena disponibilità per ogni iniziativa che intenda assumere per incidere su una realtà contraddittoriamente caratterizzata da punte di modernità e sacche di disperato disagio" è ribadita infine a mons. Gristina dalla Uil catanese.

Rossella Jannello (brano tratto da La Sicilia)

 (torna all'indice)

 

 

Per coloro che volessero recarsi in pellegrinaggio da Palermo, il primo di ogni mese, comunico alcuni numeri di telefono cui far capo per le prenotazioni:

- 091532896 Giovanna D'ALEO
- 091348546 Vittorio CONSOLI
- 091472216 famiglia PIZZO
- 0916302938 famiglia LA VATTIATO
- 091204591 famiglia SCATURRO

La maggior parte dei brani sono tratti dal periodico "La Roccia di Belpasso".
Chi volesse riceverlo può scrivere a:

Associazione "Regina Pacis"

Piazza Stella Aragona, 2

95032 Belpasso (CT)

oppure telefonare al numero del Santuario, 095-911076, lasciando il proprio indirizzo.

 

(torna alla Home Page)